Chi riceve accompagnamento e legge 104 può lavorare? In pratica, una persona che percepisce l’assegno di invalidità e insieme a quello anche l’accompagnamento, può svolgere una attività lavorativa e incrementare il suo reddito? Aggiungiti al gruppo Telegram di news su Invalidità e Legge 104 ed Entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su Whatsapp, Telegram, Facebook, Instagram e YouTube.
In questo articolo cerchiamo di rispondere a questa domanda, che riguarda non pochi assistiti.
Prima di addentrarci nella questione spieghiamo in poche righe cos’è l’assegno ordinario di invalidità, l’accompagnamento e la legge 104.
Accompagnamento e legge 104: assegno di invalidità
L’assegno ordinario di invalidità viene erogato su richiesta alle persone che hanno una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo (e quindi con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%).
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È rivolto ai dipendenti, agli autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) e agli iscritti alla gestione separata.
L’assegno ordinario di invalidità ha una validità triennale. Il beneficiario può chiedere il rinnovo prima della data di scadenza. Dopo tre riconoscimenti consecutivi viene confermato in automatico (anche se non si possono escludere ulteriori richieste di revisione).
Quando l’assistito raggiunge l’età pensionabile (se ci sono tutti i requisiti) scatta d’ufficio la pensione di vecchiaia.
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Accompagnamento e legge 104: l’indennità di accompagnamento
L’indennità di accompagnamento viene erogato (sempre su richiesta) a persone che sono mutilate hanno una invalidità totale (100%), e che quindi hanno difficoltà a deambulare senza un aiuto (l’accompagnatore) o sono incapaci di compiere gli atti quotidiani della vita (vestirsi, lavarsi, fare la spesa, nutrirsi).
L’accompagnamento spetta a tutti i cittadini che sono in possesso dei requisiti sanitari e sono residenti stabilmente in Italia. Per questa prestazione assistenziale non hanno rilevanza né l’età, né il reddito.
Accompagnamento e legge 104
La legge 104 concede dei benefici a persone che hanno subito una disabilità che comporta difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione sul lavoro. Difficoltà che possono causare uno svantaggio sociale o l’emarginazione. I benefici vengono estesi anche al familiare che si occupa costantemente della persona con disabilità.
Accompagnamento e legge 104: si può lavorare?
Ma torniamo al dunque, ovvero alla domanda iniziale di questo articolo: accompagnamento e legge 104, si può lavorare?
La risposta è sì. È possibile avere l’assegno di invalidità ed eventualmente anche l’accompagnamento e allo stesso tempo svolgere una attività lavorativa che consente di percepire un reddito.
Infatti – così dice la legge – l’assegno ordinario di invalidità non è incompatibile con il lavoro.
E proprio per questo motivo non c’è nessun divieto. Nel senso che si possono percepire tutti e due.
E questo anche se l’assistito è stato riconosciuto dalla commissione Inps invalido al 100%.
Il discorso appena fatto per l’assegno di invalidità non cambia se l’invalido riceve ogni mese l’accompagnamento perché ritenuto incapace di far fronte agli atti più banali della vita quotidiana perché affetto da patologie che possono essere fisiche o psichiche.
Accompagnamento e legge 104: assegno di disoccupazione
In realtà non esiste una incompatibilità neppure con l‘assegno di disoccupazione.
E quindi, l’invalido civile che riceve dall’Inps l’assegno mensile dopo essere stato licenziato o per essersi dimesso per giusta causa, ha tutto il diritto di intascare anche la Naspi.

Accompagnamento e legge 104: pensione diretta di invalidità
Chi però riceve l’assegno di invalidità non può godere anche della pensione diretta di invalidità o della pensione di invalidità per lavoro o di servizio. In questi casi l’assistito può decidere e scegliere il trattamento che ritiene più favorevole.
Chi beneficia dunque dell’assegno di invalidità (o anche l’accompagnamento) può comunque svolgere una attività lavorativa senza perdere il sostegno. E potrà iscriversi alle liste speciali per il collocamento mirato nei centri per l’impiego.