Addio insalata in busta? Cosa può succedere

Addio insalata in busta? Cosa può succedere. Scopri a cosa si riferisce questo divieto e cosa potrebbe cambiare in futuro.

Immacolata Duni è un'avvocato e copywriter, specializzata in welfare.
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5' di lettura

Addio insalata in busta? Cosa può succedere. Scopri nell’approfondimento a cosa si riferisce questo divieto e cosa potrebbe succedere in futuro (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Addio insalata in busta: cosa dice il regolamento

Secondo una denuncia presentata da Coldiretti, pare che l’Unione Europea abbia deciso di eliminare dal mercato dei Paesi membri le buste di plastica utilizzate per le insalate pronte, per i cestini di fragole, per i pomodori e anche per le reti che contengono le arance.

Il regolamento europeo, come afferma Il Sole 24 ore, prevede lo stop alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore ad un chilo e mezzo. Con questo limite, addio insalata in busta.

Ma il rischio potrebbe riguardare anche il vino. I prodotti orto-frutticoli e il vino sono una parte principale del mercato italiano, secondo Coldiretti questo regolamento potrebbe mettere a rischio questa fetta importante di commercio.

Secondo un sondaggio, infatti, l’81% degli italiani compra insalate in busta, il 40% ciotole di insalata, il 30% la frutta lavata e tagliata. Si tratta di un giro di affari di circa un miliardo di euro, fortemente a rischio.

A livello mondiale, il settore del vino italiano vale 8 miliardi di euro. Per l’ortofrutta il valore è stato di 5,7 miliardi. Ecco perché la Coldiretti sta chiedendo all’Europa di eliminare questo divieto per le confezioni monouso per frutta e verdura, e per il vino.

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Addio insalata in busta: quali sono i motivi

Addio insalata in busta, dunque? Il Regolamento Packaging and Packaging Waste, presentato dalla Commissione europea, ha l’ambizioso obbiettivo di prevenire i rifiuti da imballaggio, promuovendo alternative riciclabili.

Secondo l’UE, entro la fine del 2025, il 65% di tutti i rifiuti di imballaggio dovrebbe essere riciclato.

Le associazioni come la Coldiretti, invece, chiedono un cambio di rotta, e di spostare la data al 2030.

Per raggiungere questi obiettivi, bisognerebbe incentivare la restituzione degli imballaggi riutilizzabili, in modo da farli arrivare ad una percentuale del 90%.

Oppure si potrebbero definire pesi massimi relativi al packaging: ad esempio, una bottiglia di vino in vetro non deve pesare più di 350 grammi. Ed è proprio su questo che è contraria la Coldiretti, perché verrebbe meno la vendita delle confezioni di vino magnum.

La direttiva europea sugli imballaggi 94/62/CE impone ai paesi dell’UE di adottare misure per ridurre la quantità di rifiuti di imballaggio e il relativo impatto sull’ambiente. Adempiere a questi obblighi come produttore, rivenditore o importatore può portare a numerosi ostacoli e sfide che possono rallentare il mercato.

La massima priorità europea è evitare gli sprechi. In caso contrario, l’imballaggio dovrebbe essere riciclabile.

Inoltre, il regolamento UE sugli imballaggi 2021 pone determinati requisiti sull’imballaggio: dovrebbe essere riutilizzato in modo rispettoso dell’ambiente e allo stesso tempo non pregiudicare la sicurezza alimentare e la salute del consumatore.

Le materie plastiche contenenti metalli pesanti e sostanze chimiche vengono quindi sostituite da imballaggi più ecologici realizzati con materiali naturali.

Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.

Addio insalata in busta
Addio insalata in busta. In foto un’insalata in busta.

Addio insalata in busta: cosa accadrà da adesso in poi

Il regolamento UE sugli imballaggi sostituisce la legge nazionale sugli imballaggi. A differenza della direttiva UE sugli imballaggi attualmente in vigore, il regolamento previsto non deve essere recepito nella legislazione nazionale, ma sarebbe direttamente applicabile in tutti gli Stati membri immediatamente dopo la sua entrata in vigore.

Questo regolamento, quindi, avrebbe la precedenza sulle normative nazionali in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggio.

È quindi essenziale che le aziende che utilizzano l’imballaggio come parte delle loro attività commerciali affrontino le questioni legate al regolamento europeo e le relative modifiche, per non trovarsi in difficoltà.

Dal 2030 gli imballaggi saranno progettati pensando al successivo riciclo, e dal 2035 anche in modo tale che il riciclo sia possibile su larga scala.

I criteri specifici che determinano quando l’imballaggio è destinato al riciclaggio saranno stabiliti in un regolamento in una fase successiva.

Per gli imballaggi in plastica, il regolamento contiene anche obiettivi per la percentuale di materiale riciclato, che sono in graduale aumento.

L’ordinanza contiene anche indicazioni relative alle dimensioni e al peso degli imballaggi. In futuro.

L’obiettivo è impedire l’imballaggio il cui volume è artificialmente aumentato da doppie pareti o doppi fondi.

Un’eccezione si applica solo ai modelli di imballaggi soggetti a denominazioni di origine controllata, che sono particolarmente protetti dal diritto dell’Unione.

Il regolamento UE sugli imballaggi prevede anche l’obbligo di dotare in futuro l’imballaggio di un’etichetta che contiene informazioni sulla sua composizione materiale.

Mentre il puro imballaggio per il trasporto è esente da tale obbligo, il regolamento afferma che anche l’imballaggio per il commercio elettronico è coperto dall’obbligo.

Gli imballaggi soggetti a sistema di deposito e restituzione devono inoltre contenere un’etichetta armonizzata che faccia riferimento al sistema di deposito.

In un secondo momento, l’imballaggio dovrà contenere anche un codice QR o un supporto dati digitale comparabile che contenga informazioni su come possa essere riutilizzato. Tuttavia, per l’adempimento di tali obblighi avverrà in tempi più lunghi.

Abbiamo parlato del possibile addio insalata in busta a livello europeo. Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sul Reddito di cittadinanza:

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