Agevolazioni prima casa, benefici fino a ottobre

Agevolazioni prima casa, benefici fino a ottobre: è stata prorogata la sospensione dei termini che erano stati imposti durante il Covid. Il provvedimento nel Decreto Milleproroghe. Esteso fino a giugno il fondo di garanzia prima casa per gli under 36.

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6' di lettura

Agevolazioni prima casa, la sospensione dei termini per accedere ai benefici è stata prorogata fino al 30 ottobre. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Il provvedimento è stato inserito nel decreto Milleproroghe che, dopo il passaggio alla Camera, sarà definitivamente approvato nelle prossime ore. La questione riguarda in particolare chi ha operato le transazioni prima o durante il covid e che proprio per l’emergenza sanitaria non è riuscito a rispettare le condizioni imposte per avere diritto all’agevolazione fiscale.

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Agevolazioni prima casa,  di cosa si tratta

Le agevolazioni prima casa si applicano al momento dell’acquisto di una abitazione. Riguardano in particolare:

  • riduzione dell’imposta di registro (se si acquista da privati) e dell’IVA (se si acquista da imprese);
  • esenzione da imposta di bollo, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie sugli atti assoggettati all’imposta di registro e quelli necessari per effettuare gli adempimenti presso catasto e registri immobiliari.

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Le agevolazioni si applicano per l’acquisto di questi immobili:

  • A/2 (abitazioni di tipo civile);
  • A/3 (abitazioni di tipo economico);
  • A/4 (abitazioni di tipo popolare);
  • A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare);
  • A/6 (abitazioni di tipo rurale);
  • A/7 (abitazioni in villini).

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Agevolazioni prima casa, a chi serve la proroga

Durante gli anni le maglie della normativa si sono allargate. Se prima il beneficio fiscale era indirizzato solo a chi non aveva altri immobili, è stato poi reso accessibile anche per chi era già in possesso di un altro appartamento. Ma solo a una condizione: avrebbe avuto un anno di tempo per rivenderlo.

Tra i requisiti iniziali c’era anche questo: l’immobile acquistato doveva trovarsi nello stesso Comune dove il compratore ha fissato la residenza. Poi sono stati concessi 18 mesi dall’acquisto per perfezionare questa condizione. La dichiarazione di voler effettuare il cambio di residenza doveva essere contenuta nell’atto di acquisto (pena la decadenza).

E infine, altre due condizioni:

se si vende e si acquista entro un anno, si conserva quello che è già stato pagato sotto forma di credito di imposta;

e c’è un anno di tempo anche quando per acquistare un altro immobile se n’è venduto un altro e non si vuole perdere l’agevolazione fiscale.

Durante il covid si è creata una ovvia difficoltà per acquirenti e compratori nel rispettare questi termini. Infatti per quasi un anno è stato quasi impossibile concludere delle transazioni.

Una difficoltà che ha imposto al governo di decidere una prima sospensione dei termini, proprio durante i mesi caldi della pandemia.

La sospensione è stata poi prorogata al 31 marzo del 2022. Con l’ultimo decreto Milleproroghe i tempi sono stati ulteriormente congelati fino al 30 ottobre 2023.

Questo significa che dopo questo periodo di sospensione, chi ha acquistato una “prima casa” potrà utilizzare i mesi che non sono stati consumati per perfezionare i requisiti che consentono di avere diritto alle agevolazioni.

Un esempio per maggiore chiarezza: chi ha acquistato la prima casa nell’ottobre del 2019, ha “consumato” cinque mesi prima della sospensione per covid. Per raggiungere l’anno entro il quale dovrà, ad esempio, vendere l’altro mimmobile, ne avrà a disposizione altri sette a partire dal primo novembre. Quindi potrà arrivare a maggio 2024.

Agevolazioni prima casa, se si è mossa l’Agenzia delle Entrate

C’è una questione da valutare e riguarda l’Agenzia delle Entrate. L’ente della riscossione potrebbe aver già avviato il recupero delle somme che corrispondono ai benefici che non sarebbero più spettati.

In questo caso se le persone interessate hanno già versato la somma richiesta, non potranno ottenere il rimborso.

Se invece l’Agenzia delle Entrate non ha inviato atti, i contribuenti potranno stare tranquilli e perfezionare le condizioni richieste.

Agevolazioni prima casa, anche per gli under 36

Sempre sul tema prima casa nel decreto Milleproroghe c’è anche un’altra importante proroga: il rinnovo del fondo di garanzia per i giovani under 36

Il beneficio che era in scadenza il 31 marzo è stato esteso fino al 30 giugno.

Si tratta di un’agevolazione importante e che ha avuto un enorme successo nei mesi scorsi contribuendo in modo sostanziale alla ripresa del mercato immobiliare nazionale.

Cosa prevede questa misura? Vediamo:

  • la garanzia pubblica fino all’80 per cento per l’acquisto di un immobile per giovani coppie;
  • e una serie di benefici fiscali: 
    • (vendite immobiliari non soggette a IVA) esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale; 
    • (vendite immobiliari soggette a IVA) esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale e riconoscimento di un credito d’imposta pari all’IVA pagata; 
    • esenzione dall’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo.
Nell’immagine l’interno di una abitazione

Agevolazioni prima casa, anche per gli under 36 (requisiti)

I requisiti sono rimasti gli stessi:

  • l’età inferiore ai 36 anni (per almeno uno dei componenti della coppia);
  • un Isee non superiore a 40.000 euro;
  • non essere proprietari di altri immobili;
  • destinare la casa ad uso abitativo;
  • acquistare un immobile non di lusso;
  • stipulare un mutuo di importo non superiore a 250.000 euro.

Negli ultimi mesi le banche hanno avuto maggiori difficoltà a concedere questi mutui per l’aumento dei tassi di interesse. La situazione dovrebbe essere cambiata, almeno si spera, anche perché la spinta inflattiva sembra aver rallentato e ci dovrebbe essere una volatilità minore, da qui alla fine dell’anno, rispetto a tassi. Anche se non si può escludere qualche ulteriore aumento imposto dalla Bce nel tentativo di riportare l’inflazione a livelli normali, intorno al 2 per cento (oggi è poco al di sotto del 10 per cento).

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