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Il governo annuncia: aiuti alle famiglie con 3 figli

Aiuti alle famiglie con 3 figli: l’intenzione del governo è chiara, saranno introdotte misure a vantaggio dei nuclei familiari numerosi per incentivare la natalità. Senza la crescita della popolazione, questo il concetto, non ci sarà spazio per nessuna riforma a medio e lungo termine e il Paese è destinato al declino. Vediamo quali sono le ipotesi.

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9' di lettura

Per il governo il futuro dell’Italia dipende dall’aumento delle nascite e proprio per questo saranno previsti aiuti alle famiglie con tre figli. Le discussioni sulla manovra di Bilancio 2024 sono solo all’inizio, ma su questa misura non ci sono dubbi: senza l’aumento delle nascite non c’è spazio per nessuna riforma, compresa quella delle pensioni. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Aiuti alle famiglie con 3 figli

Per i responsabili economici del governo l’aumento delle nascite è dunque un punto preliminare: il tema dei temi, l’argomento base dal quale partire per qualsiasi riforma.

Perché un Paese che non cresce è destinato inesorabilmente al declino. Per fare un piccolo esempio: il decremento della natalità comporterà solo nella scuola la cancellazione di 125mila cattedre entro 10 anni.

Dopo le parole del ministro Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia («Il tema della natalità è un tema fondamentale: non c’è nessuna riforma previdenziale che tiene nel medio-lungo periodo con i numeri dei nati che abbiamo oggi in questo paese» ), è stato il vice ministro Maurizio Leo ha ribadire il concetto e chiarire quali sono le intenzioni del governo Meloni: «Dovremo fare in modo di aiutare le famiglie che hanno tre figli, che non sono numerosissime. Il tema della natalità è per noi fondamentale, e per questo dovremo cercare di individuare delle risorse per sostenere le famiglie, soprattutto quelle che mettono al mondo figli e quelle che hanno più figli».

Su Lavoroepensioni.it un articolo che spiega il nesso tra la diminuzione delle nascite e le pensioni.

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Il quoziente familiare e sconti per chi assume mamme

Una delle ipotesi è quella di introdurre il quoziente familiare nella riforma fiscale. Ma si dovrà lavorare per cercare le risorse sufficienti per poter mettere in pratica questo intervento.

 In particolare si può pensare, ha continuato il vice ministro «alle misure che possono essere fatte per le imprese attraverso forme di detassazione». 

In pratica, ripetendo uno slogan del governo: «Chi più assume meno paga». 

Tra le ipotesi c’è la riduzione del carico fiscale Ires, per dare dei benefici aggiuntivi soprattutto alle mamme, in particolare quelle con più figli. E quindi dare ulteriori benefici alle imprese che assumono delle donne con nuclei familiari numerosi. 

Per il lavoro dipendente l’esecutivo ha invece intenzione di introdurre interventi sui premi di produttività.

L’esecutivo punta poi a detassare le tredicesime, soprattutto per le fasce di reddito più basse, e gli straordinari che superano un certo importo. 

Senza dimenticare i fringe benefit: quando vengono erogati per le famiglie, verranno messe a disposizione maggiori risorse e l’imprenditore potrà portare le quote in deduzione.

Cos’è il quoziente familiare

Il “quoziente familiare” è un metodo di calcolo delle tasse basato sul reddito complessivo della famiglia e sul numero dei suoi componenti. 

In pratica, si uniscono i redditi di tutti i membri della famiglia e si divide il totale per il numero di persone. Con questo sistema, la pressione fiscale tende a diminuire all’aumentare dei componenti della famiglia.

Vediamo chi paga meno tasse con l’introduzione del quoziente familiare.

Questo metodo è già utilizzato in alcuni paesi europei come la Francia. In Italia, se ne discute da anni. È stato applicato a livello locale dal comune di Parma nel 2009, in quel caso è stato considerato non solo il reddito, ma anche il numero di figli e altre variabili come la presenza di anziani o disabili.

Il sistema del quoziente familiare punta a garantire che ogni membro della famiglia abbia le stesse risorse, prima e dopo il pagamento delle tasse. 

Il coefficiente usato nel calcolo varia in base alla composizione della famiglia. Secondo un progetto di legge, il coefficiente varia:

  • da 1 per single e vedovi con un figlio;
  • a 0,5 per il primo e secondo figlio;
  • fino a 1 per ogni figlio a partire dal terzo. 

Questo significa che ci sono aiuti maggiori per le famiglie con tre figli o più.

Questo sistema, però, potrebbe favorire famiglie con redditi più alti. Ad esempio, in una famiglia senza figli, il coniuge con reddito più alto beneficerebbe di un’aliquota fiscale inferiore, mentre il coniuge con reddito più basso potrebbe finire per pagare di più.

Riforma fiscale e Legge di Bilancio

Nel frattempo si accelera sulla riforma fiscale. L’obiettivo è quello di fornire in tempi stretti al presidente del Consiglio e al governo un quadro completo dell’intera manovra, dalle imposte dei redditi, all’Ires, l’Iva, ai procedimenti. Insieme ai provvedimenti saranno stabilite anche le risorse che devono essere previste per consentire che le misure siano adottate ed entrino in vigore. 

Si tratta di provvedimenti connessi alla Legge di Bilancio. «Ecco perché – ha continuato il vice ministro Leo – vogliamo consegnare alla Presidenza del Consiglio l’intero scenario della riforma tributaria per vedere quali possono entrare in vigore subito e quali dovranno entrare in vigore nel corso della legislatura».

I passaggi della delega fiscale

La delega fiscale è stata pubblicata in Gazzetta il 14 agosto e entro fine mese entrerà in vigore. A partire da quel momento bisognerà rispettare una precisa tempistica: 

  • 24 mesi per l’elaborazione dei decreti legislativi;
  • altri 24 per interventi correttivi e modificativi. 

In pratica l’intera legislatura, anche se c’è l’intenzione di accelerare. Proprio per questo sono state istituite 13 commissioni di esperti. A loro spetta il compito di analizzare le singole proposte incluse nella delega fiscale e formulare al governo delle proposte che saranno valutate per elaborare i decreti legislativi.

Gli aiuti alle famiglie con 3 figli e il sostegno alla natalità più in generale saranno un punto cruciale di questi provvedimento. 

Saranno invitate alla discussione anche le associazioni più importanti delle famiglie. «Abbiamo bisogno del loro supporto – ha dichiarato Leo – per costruire norme fiscali effettivamente efficaci per la famiglia».

Aiuti alle famiglie: in attesa dei conti

Il Nadef, documento di economia e finanza, determinerà quali sono gli spazi finanziari per le nuove misure. 

Il vice ministro Leo suggerisce possibili sgravi fiscali per le famiglie con almeno tre figli. 

Il ministro dell’Economia Giorgetti aveva proposto di eliminare le tasse dal secondo figlio con una detrazione di 10 mila euro, ma la proposta non ha avuto seguito. 

Potrebbe essere riconsiderata con la soglia per lo sconto, prevedendo il beneficio solo per chi ha tre o più figli. 

Lo Stato spende quasi 20 miliardi per l’assegno unico figli, ma questa misura suscita qualche dubbio e l’Europa ha aperto una procedura d’infrazione. 

È stata avanzata una richiesta di modifica per rendere l’assegno più inclusivo. Inoltre, la ministra Roccella ha presentato un provvedimento per aiutare le neo-mamme, mettendo in evidenza l’assenza di una rete informativa famigliare. L’obiettivo è fornire assistenza domiciliare alle nuove madri e promuovere politiche trasversali per la natalità

Il governo ha già introdotto alcune misure l’anno scorso, come un mese aggiuntivo di congedo retribuito, aiuti per i mutui e finanziamenti per centri estivi.

Il governo annuncia: aiuti alle famiglie con 3 figli
Nella foto una famiglia con 3 figli.

FAQ (domande e risposte)

Cosa spetta a chi ha 3 figli?

Il governo italiano ha riconosciuto la necessità di incrementare il tasso di natalità nel paese. In questo contesto, è emerso chiaramente che saranno previsti aiuti specifici per le famiglie con tre figli. Il vice ministro Maurizio Leo ha chiarito l’intenzione del governo Meloni di fornire sostegno a queste famiglie. Inoltre, una delle ipotesi per incentivare la natalità è quella di ridurre il carico fiscale, in particolare l’Ires, per beneficiare principalmente le madri con più figli e le aziende che assumono donne con famiglie numerose.

Quali sono i nuovi aiuti previsti per le famiglie numerose?

Il governo sta considerando diverse misure:

  • Introduzione del quoziente familiare nella riforma fiscale.
  • Riduzione del carico fiscale per le aziende, in particolare per quelle che assumono madri con famiglie numerose.
  • Detassazione delle tredicesime per le fasce di reddito più basse e degli straordinari che superano un determinato importo.
  • Fornire maggiori risorse per i fringe benefit destinati alle famiglie.
  • La ministra Roccella ha proposto servizi di assistenza a domicilio per le neo-mamme e l’incremento delle politiche trasversali per la natalità, come l’estensione del congedo retribuito, aiuti per i mutui e finanziamenti per centri estivi.

Quali sono i pro e i contro del quoziente familiare?

Il quoziente familiare è un metodo di calcolo delle tasse che tiene conto del reddito complessivo della famiglia e del numero dei suoi componenti. Il sistema tende a ridurre la pressione fiscale all’aumentare dei componenti della famiglia.

Pro:

  • Favorisce le famiglie numerose riducendo la loro pressione fiscale.
  • Assicura che ogni membro della famiglia abbia risorse simili prima e dopo il pagamento delle tasse.
  • È un sistema già utilizzato con successo in alcuni paesi europei come la Francia.

Contro:

  • Potrebbe beneficiare in modo sproporzionato le famiglie con redditi più alti. Ad esempio, in una famiglia senza figli, il coniuge con reddito più alto potrebbe beneficiare di un’aliquota fiscale inferiore, mentre l’altro potrebbe finire per pagare di più.

Perché la denatalità è un problema per l’Italia?

La denatalità rappresenta una significativa sfida per l’Italia, in particolare per le riforme a medio e lungo termine. La continuità generazionale è fondamentale per sostenere le future riforme previdenziali e per garantire un equilibrio demografico. Se il tasso di natalità non aumenta, ciò potrebbe avere gravi ripercussioni sulla sostenibilità delle pensioni e sulle prospettive economiche del paese. La denatalità, quindi, non solo influisce sull’equilibrio demografico, ma anche sul benessere economico e sociale del paese.

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