Ape sociale allargata nel 2024, la misura introdotta nel 2017 e rinnovata di anno in anno può ormai definirsi strutturale: sarà confermata anche per il 2024 ed è previsto l’inserimento di altre attività ritenute gravose in un elenco che già comprende diverse decine di lavori. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Ape sociale allargata nel 2024
La scelta del governo di puntare forte sull’Ape sociale per garantire la flessibilità in uscita negata dalla riforma Fornero, è obbligata: non ci sarà spazio infatti per una riforma estesa del sistema previdenziale.
Il motivo è semplice: non ci sono fondi necessari per finanziare una serie di misure in grado di superare definitivamente la Fornero (che era uno degli slogan elettorali dell’attuale governo).
Al momento il capitolo di spesa per la previdenza si aggira intorno a 1/1,5 miliardi. Una cifra molto ridotta: gran parte delle risorse saranno infatti utilizzate per indicizzare i trattamenti pensionistici all’inflazione (che dovrebbe aggirarsi al 5% per il 2023).
Quindi non resta che confermare l’Ape sociale, riproporre Quota 103 (in pensione a 62 anni con 41 di contribuzione) e rivedere Opzione donna, che potrebbe diventare come l’Ape sociale, o comunque diventare fruibile per tutte le lavoratrici (e non solo a caregiver, invalide e licenziate), ma aumentando il requisito dell’età anagrafica (63?).
Ape sociale, come funziona oggi
Se sei un lavoratore dipendente, autonomo o parasubordinato, potresti avere diritto all’Ape sociale, a meno che tu non sia un libero professionista iscritto ad ordini o collegi. Questo strumento, infatti, si estende agli iscritti all’assicurazione obbligatoria dei lavoratori e vari altri fondi correlati all’Inps.
Chi può accedere?
Devi essere residente in Italia e non avere un trattamento pensionistico diretto. Ci sono quattro categorie principali:
- Disoccupati
- 63 anni e 30 di contribuzione.
- Disoccupati per vari motivi, tra cui licenziamenti o scadenza di contratti a termine.
- Diverse regole si applicano a partire dal 2018 e 2022, rendendo il processo più flessibile.
- Caregivers
- 63 anni e 30 di contribuzione.
- Assistenza a familiari disabili da almeno 6 mesi.
- Invalidi Civili
- 63 anni e 30 di contribuzione.
- Devono avere una percentuale di invalidità civile del 74% o superiore.
- Lavori gravosi
- Lavoratori con 63 anni e contributi variabili tra 32 e 36 anni, a seconda del tipo di lavoro e dell’anno.
- Riguarda professioni specifiche e alcuni cambiamenti sono stati apportati nel 2022.
Elenco lavori gravosi
Questo è l’attuale elenco dei lavori gravosi che consentono l’accesso all’Ape sociale. La lista sarà allargata, comprendo molto probabilmente un’altra lunga serie di attività. L’intenzione del governo è quella di rendere la misura fruibile a un numero sempre più alto di lavoratori che desiderano anticipare la pensione.
Ecco l’elenco:
- professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
- tecnici della salute;
- addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
- professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
- operatori della cura estetica;
- professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
- artigiani, operai specializzati e agricoltori;
- conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
- operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
- conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
- conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
- conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- conduttori di mulini e impastatrici;
- conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
- operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare;
- conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi,ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
- portantini e professioni assimilate;
- professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
- professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Cumulabilità
Queste sono le regole per la cumulabilità dell’Ape sociale:
- l’indennità non si può cumulare con altre forme di sostegno al reddito legate alla disoccupazione involontaria, come la Naspi, o con compensi per la chiusura definitiva di un’attività commerciale;
- chi ha già una pensione diretta non può richiederla, ma si può combinare con pensioni per i superstiti o con prestazioni per invalidità civile;
- per ricevere l’indennità, non devi avere un’attività lavorativa, ma puoi comunque guadagnare fino a 8.000 euro all’anno da lavoro dipendente o parasubordinato, o 4.800 euro da lavoro autonomo;
- se il beneficiario dell’Ape Sociale inizia a ricevere un’altra pensione diretta, perde il diritto all’indennità.
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Perché il governo punta sull’Ape sociale
L’Ape sociale oltre a essere stata utilizzata da un numero consistente di lavoratori è una misura che il governo (così come quelli precedenti) ritiene sia sostenibile e consente di fornire una discreta flessibilità in uscita.
Bisogna ricordare che non si tratta di una vera pensione anticipata, ma di un trattamento che accompagna alla pensione di vecchiaia (che scatta a 67 anni).
Il sussidio verrà determinato con il calcolo contributivo ed erogato per 12 mesi (non è dunque prevista la tredicesima). L’importo non potrà superare i 1.500 euro al mese.
Quando partirà la pensione di vecchiaia si avrà diritto all’importo pieno (con un eventuale rideterminazione dell’importo con il calcolo misto, contributivo/retributivo).
Sostegno ai giovani
E dunque oltre all’Ape sociale allargata, alla conferma di Quota 103 e alla riproposizione modificata di Opzione donna, il governo non potrà certo ignorare una questione che è centrale per il futuro: la pensione per chi oggi è giovane.
Si pensa di una serie di provvedimenti per coprire i buchi contributivi (per chi ha attività non costanti) e alcune agevolazioni per la previdenza integrativa.
Si tratta di misure che dovranno fare da apripista a una più complessiva pensione di garanzia. Che per ora resta solo un obiettivo (sempre per mancanza di risorse economiche).
La prossima manovra e le pensioni
Sebbene non sia ancora definito il menù del pacchetto pensioni per la prossima legge di bilancio, sono in programma ulteriori incontri per affinare la proposta. In particolare, l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale, un organismo tecnico istituito dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, si riunirà con i sindacati il 5 e 18 settembre.
Le decisioni conclusive verranno prese a fine mese, con la presentazione della Nota di aggiornamento al Def, momento in cui saranno evidenti le risorse disponibili.
Tra le proposte in discussione, c’è l’introduzione di Quota 41 su base contributiva, potenzialmente limitata a una specifica categoria di lavoratori e, forse, solo per un anno.
Il super Contratto d’Espansione
Una novità in discussione è l’introduzione del super Contratto d’espansione. Si tratta di uno strumento per gestire gli esodi incentivati, collegato anche a nuove assunzioni e esteso alle PMI.
Integrerebbe e sostituirebbe gli attuali assegni ad personam derivanti da trattative aziendali, l’isopensione e il contratto di espansione attuale.
Il governo ha l’intenzione di includere questa misura nella prossima manovra.
FAQ (domande e risposte)
Come sarà la riforma delle pensioni nel 2024?
Nel 2024, il governo ha scelto di focalizzarsi sull’Ape sociale, vista come un modo per fornire flessibilità nella fase di uscita dal lavoro. Questa decisione è in parte dovuta alla mancanza di fondi per realizzare una riforma più estesa del sistema previdenziale. L’Ape sociale, introdotta nel 2017, viene confermata e rinnovata di anno in anno, e nel 2024 sarà ampliata per includere ulteriori attività considerate gravose. Altre misure che il governo prevede di adottare o rivedere includono Quota 103 (pensione a 62 anni con 41 anni di contribuzione) e Opzione donna, che potrebbe subire delle modifiche.
Quanto tempo dura l’Ape sociale?
L’Ape sociale non è una vera pensione anticipata ma un trattamento che accompagna alla pensione di vecchiaia. Questo sussidio viene determinato con il calcolo contributivo ed erogato per 12 mesi. Non viene prevista la tredicesima mensilità. A 67 anni si riceverà l’importo pieno della pensione e le 13 mensilità.
Quanti anni di contributi servono per accedere all’Ape sociale?
L’accesso all’Ape sociale varia in base alla categoria di appartenenza del lavoratore:
- Disoccupati: 30 anni di contribuzione.
- Caregivers: 30 anni di contribuzione.
- Invalidi Civili: 30 anni di contribuzione.
- Lavori gravosi: tra 32 e 36 anni di contribuzione, a seconda del tipo di lavoro e dell’anno.
Qual è il requisito anagrafico per l’Ape sociale?
Il requisito anagrafico per accedere all’Ape sociale dipende anch’esso dalla categoria di appartenenza:
- Disoccupati: 63 anni.
- Caregiver: 63 anni.
- Invalidi Civili: 63 anni.
- Lavori gravosi: 63 anni.
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