Ape Sociale: cosa cambia col Decreto Lavoro

Ape Sociale con il Decreto Lavoro: cosa cambia? Ecco le novità, i requisiti e gli importi dell'indennità erogata dall'INPS.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

6' di lettura

Ape Sociale con il Decreto Lavoro: cosa cambia? Vediamolo in questo articolo (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Ape Sociale con il Decreto Lavoro: cosa cambia?

Il Consiglio dei Ministri del 1° maggio ha dato il via libera all’entrata in vigore del Decreto Lavoro, che porta in dote importanti novità in tema di Reddito di cittadinanza (sostituito dall’Assegno di inclusione), lavoro (taglio del cuneo fiscale al 6 e al 7%, in base al reddito, modifiche al tempo determinato) e pensioni.

Proprio in ambito pensionistico vediamo quali sono le novità per l’Ape Sociale con il Decreto Lavoro.

La misura è stata confermata fino al 31 dicembre 2023 dall’ultima legge di bilancio. L’unica modifica apportata tramite Decreto Lavoro riguarda le finestre temporali entro cui presentare domanda per l’Ape Sociale: saranno tre, anziché due.

La prima finestra termina il 31 marzo (istanza tempestiva). Chi, in possesso dei requisiti richiesti (63 anni di età e un’anzianità contributiva di 30, 32 o 36 anni a seconda della categoria di beneficiari), non rispetta la scadenza a marzo può presentare domanda entro il 15 luglio (istanza intermedia).

Nel caso in cui la domanda non dovesse essere inoltrata neppure entro metà luglio, non rimane che presentarla entro il 30 novembre (istanza tardiva). Ma in questo caso, la richiesta verrebbe accolta soltanto se rimangono a disposizione risorse economiche per coprire la spesa.

Con il Decreto Lavoro non sono state apportate modifiche ai requisiti, agli importi e neppure alla modalità di richiesta dell’Ape Sociale.

Scopri la pagina dedicata all’Ape Sociale per conoscere altri diritti e agevolazioni.

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Ape Sociale con il Decreto Lavoro: requisiti per l’accesso

Abbiamo visto come cambia l’Ape Sociale con il Decreto Lavoro e che le modifiche riguardano soltanto le finestre temporali entro cui presentare domanda.

Introdotta il 1° maggio 2017, l’Ape Sociale è stata prorogata fino al 31 dicembre 2023. Si tratta di un’indennità erogata dall’INPS ai lavoratori iscritti all’AGO (lavoratori dipendenti), alle forme sostitutive ed esclusive dell’AGO, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi o alla Gestione Separata dell’INPS, che rientrano in determinate condizioni previste dalla legge.

Per accedervi è necessario aver compiuto 63 anni (condizione universale, a prescindere dalla categoria in cui si rientra). Per quanto riguarda l’anzianità contributiva questa varia a seconda della categoria.

Con 30 anni di contributi maturati, l’Ape Sociale può essere richiesta:

  • dai disoccupati (a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche se collettivo; per dimissioni per giusta causa; per risoluzione consensuale, per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato, che hanno lavorato come dipendenti per almeno 18 mesi nei 36 mesi precedenti alla domanda e che hanno concluso la prestazione per la disoccupazione
  • dai lavoratori caregiver che da almeno 6 mesi, al momento della domanda, assistono il coniuge o un familiare entro il 2° grado di parentela con disabilità grave;
  • dai lavoratori con una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%.

Con 32 anni di contributi versati, l’Ape Sociale spetta:

  • ai lavoratori edili, ai ceramisti e ai conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta (legge numero 197 del 2022).

Con 36 anni di contributi, l’Ape Sociale può essere richiesta:

  • dai lavoratori dipendenti che abbiano svolto una professione gravosa per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro o per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di lavoro.

    Ecco i lavori gravosi previsti dalla legge 234 del 2021:
  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi-qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi,ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Per le donne è previsto uno sconto sui contributi di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni (28, 30 e 34 anni di contributi anziché 30, 32 e 36 anni).

Ape Sociale con il Decreto Lavoro
Ape Sociale con il Decreto Lavoro: in foto un lavoratore in fabbrica.

Ape Sociale con il Decreto Lavoro: decorrenza e importi

Proseguiamo il nostro approfondimento sull’Ape Sociale con il Decreto Lavoro. L’Ape Sociale decorre a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso al beneficio, se in possesso di tutti i requisiti richiesti, previa la cessazione dell’attività lavorativa.

L’indennità viene erogata per 12 mesi l’anno (non è prevista la tredicesima) e ha un importo pari al valore della pensione maturata al momento della presentazione della domanda, in ogni caso non superiore a 1.500 euro lordi al mese.

L’Ape Sociale si trasforma in pensione di vecchiaia al compimento dell’età pensionabile (67 anni, fino al 31 dicembre 2024).

Abbiamo visto le novità previste per l’Ape Sociale con il Decreto Lavoro. Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sulle pensioni:

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