Approvato il Def, cosa cambia per i cittadini

Approvato il Def, il documento di economia e finanza: quali misure avranno un impatto sui cittadini. Le misure che il governo intende adottare nei prossimi mesi e anni. Dalla riforma fiscale al lavoro, dalle pensioni alle bollette. Con un occhio al deficit.

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7' di lettura

E’ stato approvato il Def, il documento di economia e finanza, vediamo cosa prevede e cosa cambia per i cittadini. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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Il Def è uno strumento importante, perché contiene la programmazione economico-finanziaria (per almeno tre anni) del Paese e stabilisce quali sono gli obiettivi da raggiungere, gli interventi necessari e le previsioni.

Una sorta di bussola economica del governo, insieme al Nadef (nota di aggiornamento al Def) e alle Linee Programmatiche, che offre anche la possibilità ai cittadini di verificare quali sono le misure immediate e prossime che l’esecutivo intende adottare.

Nel Def gli scenari previsti dal governo sono distinti:

  • tra quadro tendenziale (previsioni di leggi e finanza pubblica);
  • e quadro programmatico: le misure che il governo intende adottare nella Legge di Bilancio.

Il documento si basa anche sulle previsioni economiche: per il 2023 la crescita dovrebbe attestarsi all’1 per cento, con il deficit stimato al 4,5 per cento.

Vediamo nel dettaglio tutte le misure che sono contenute nel testo che è stato approvato il 28 aprile.

Qui sotto puoi scaricare il testo integrale del documento

Potresti essere interessato a un articolo che spiega se con le nuove detrazioni Irpef per pensionati ci saranno più soldi nel 2023; abbiamo anche chi visto chi potrà avere benefici se nella riforma fiscale ci saranno meno tasse e aiuti.

Approvato il Def, aliquote Irpef

Il governo è al lavoro per la riforma fiscale. Dal 2024 è prevista la riduzione delle aliquote Irpef, da 4 a 3. Una misura che dovrebbe, in teoria, dare benefici soprattutto ai redditi fino a 35.000 euro.

Il provvedimento dovrà però superare l’esame del Parlamento e potrebbe subire delle ulteriori modifiche nei decreti legislativi necessari per la riforma fiscale complessiva che il governo intende approvare entro la fine dell’anno.

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Approvato il Def, bonus Ires

Il governo intende anche introdurre il bonus Ires, una riduzione delle aliquote sull’Imposta sui redditi delle società. Ora è al 24 per cento, si conta di farla scendere al 15 per cento. Potrebbero essere inclusi in questo sconto fiscale gli imprenditori che si impegnano a fare nuove assunzioni o investimenti.

Approvato il Def, taglio detrazioni

Il governo ha annunciato da tempo la decisione di sfoltire in modo consistente le detrazioni e le deduzioni a disposizione dei contribuenti. Un passo che l’esecutivo ritiene necessario per ridurre e rimodulare le aliquote Irpef.

Ricordiamo che detrazioni e deduzioni (che sono tantissime) hanno un costo complessivo di 150 miliardi circa.

La sforbiciata dovrebbe riguardare soprattutto i redditi più alti. Non saranno comunque cambiate quelle su sanità, famiglia, scuola e casa, che sono anche le più utilizzate.

Approvato il Def, inflazione

L’esecutivo Meloni ha anche annunciato nel Def una serie di misure per contrastare l’inflazione e ridurre quindi l’erosione del potere di acquisto degli stipendi.

Sono previsti:

  • nuovi aumento delle pensioni minime:
  • l’incremento dei fringe benefit per i lavoratori con figli;
  • si punta ad azzerare l’Iva sui prodotti di prima necessità (pane, pasta, latte e così via);
  • una semplificazione dell’Iva, che consenta di allineare il sistema delle aliquote ai criteri che sono previsti dall’Unione Europea.

Approvato il Def, il Pil in aumento

Il governo prevede che il Pil (prodotto interno lordo) sarà in crescita nel triennio 2024/2026 (più alto è il Pil e maggiore è lo spazio di manovra per l’esecutivo).

Le stime sono queste:

  • aumento dello 0,9 per cento nel 2023 (in aumento dello 0,3 per cento rispetto alle previsioni di novembre);
  • aumento dell’1,4 per centi nel 2024 (la stima precedente era dello 0,5 per cento);
  • dell’1,3 per cento nel 2025;
  • dell’1,1 per cento nel 2026.

Approvato il Def, cuneo fiscale

Il governo ha intenzione di introdurre subito un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori, in particolare quelli che hanno redditi medio bassi. 

Un provvedimento che ha un costo complessivo, per il solo 2023, di tre miliardi di euro. Questa misura potrebbe consentire ai lavoratori e alle famiglie di ridurre l’impatto dell’inflazione sull’aumento del costo della vita. Ma non solo: consentirà all’esecutivo di frenare l’aumento dei salari, che potrebbe innescare un nuovo incremento dell’inflazione.

Approvato il Def, pressione fiscale

La pressione fiscale dovrebbe gradualmente ridursi. Il governo ha stimato che entro il 2026 dovrebbe sarà al 42,7 per cento (oggi il dato è fermo al 43,3 per cento).

Approvato il Def, debito pubblico

Il governo si impegna a ridurre il rapporto debito-Pil che nel 2022 è stato del 144,4 per cento (in calo dell’1,3 per cento rispetto al precedente Def).

Ricordiamo che l’Europa ritiene che quel rapporto non debba essere superiore al 70 per cento.

Nello scenario programmatico il rapporto debito-Pil dovrebbe continuare a scendere nei prossimi anni, in questo modo:

  • 2023: 142,1 per cento;
  • 2024: 141,4 per cento;
  • 2026: 140,4 per cento.

La riduzione avrebbe potuto essere più consistente – ha spiegato l’esecutivo – se non ci fosse stato il Superbonus, che ha avuto impatti significativi sui conti pubblici.

Dovrebbe gradualmente scendere l’indebitamento netto dello Stato, seguendo questa progressione:

  • 2023: 4,5 per cento;
  • 2024: 3,7 per cento;
  • 2025: 3 per cento;
  • 2026: 2,5 per cento.

Approvato il Def, investimenti

Nelle intenzioni del governo il Paese dovrà diventare  più dinamico, inclusivo e innovativo. Per raggiungere questo obiettivo non saranno sufficienti solo i fondi del Pnrr (se riusciamo a spenderli), saranno infatti necessari altri investimenti che migliorino la capacità produttiva nazionale (siamo posizionati agli ultimi posti nell’Unione).

Un progetto, quello dell’esecutivo, che ha un arco temporale più lungo. Si punta in questo modo a ridurre nuove spinte verso l’alto dell’inflazione che, come abbiamo visto in questi mesi, rischiano di destabilizzare la bilancia economica.

Su questo secondo aspetto sarà determinante però un confronto con gli altri Paesi Ue.

Approvato il Def, pensioni (rinvio Quota 41)

Nel Def si delinea un nuovo rinvio per Quota 41, la misura di pensionamento anticipato che dovrebbe consentire l’uscita a qualsiasi età per chi ha versato 41 anni di contribuzione. La misura inciderebbe in modo significativo sui costi.

È molto probabile per il 2024 una conferma di Quota 103 (62 anni e 41 di contribuzione).

Approvato il Def, cosa cambia per i cittadini
Approvato il Def, cosa cambia per i cittadini

Approvato il Def, bonus sociale

Con ampiamente annunciato saranno confermate le misure per contrastare il caro bollette di luce e gas. Saranno in vigore per altri sei mesi (fino alla fine dell’anno). La speranza dell’esecutivo è che sul mercato energetico il prezzo delle materie prime continui il suo calo, così da non dover più riproporre questa misura (che non ha un costo irrilevante).

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