Il Decreto lavoro ha introdotto una novità per i beneficiari dell’Adi che avviano un’attività lavorativa in proprio. In questo approfondimento descriviamo nel dettaglio l’Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
L’Assegno di inclusione include alcune similitudini con il Reddito di cittadinanza e alcune differenze. Un elemento che distingue le due misure in modo evidente è la platea di beneficiari. L’Assegno di inclusione, infatti, spetta solo ai nuclei familiari non occupabili.
Un’altra novità del Decreto lavoro di cui si sta discutendo in questi giorni è un Bonus extra per chi avvia un’attività di lavoro in proprio. Tuttavia, alcuni cittadini hanno notato che non è molto diverso da quello già previsto dal Rdc.
Nei prossimi paragrafi cerchiamo di fare chiarezza su Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro.
Indice
- Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro: che bonus è?
- Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro: come il Rdc?
- Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro: incentivi per l’assunzione
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Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro: che bonus è?
In questi giorni alcuni utenti hanno espresso dei dubbi sull’Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro e si sono chiesti: come funziona e a chi spetta?
La notizia è arrivata dal testo ufficiale del Decreto lavoro 2023, pubblicato in Gazzetta lo scorso 4 maggio. Nella sezione dedicata all’Assegno di inclusione, si legge che chi fruisce della prestazione economica può anche avviare un rapporto di lavoro dipendente o un’attività in proprio.
In entrambi i casi, il reddito percepito dalla nuova attività non influisce sulla prestazione economica, ma solo se rientra in una soglia massima di 3.000 euro all’anno. Inoltre, in caso di lavoro dipendente, il reddito va comunicato all’INPS entro 30 giorni dall’inizio del rapporto di lavoro; invece, chi inizia un’attività autonoma deve comunicarlo all’INPS entro il giorno precedente all’inizio della stessa, pena la decadenza immediata del sussidio.
Per quanto riguarda il Bonus fino a 3mila euro, secondo l’Art. 10 del Decreto lavoro tutti i percettori di Assegno di inclusione che avviano un’attività lavorativa autonoma, o di impresa individuale, o una società cooperativa, hanno diritto a un contributo economico aggiuntivo rispetto all’importo dell’Assegno di inclusione. Questo Bonus è riconosciuto entro i primi 12 mesi dalla fruizione dell’Adi e consiste in un importo erogato in un’unica soluzione pari a sei mensilità, nel limite di 500 euro mensili.
Quindi, ciò vuol dire che chi inizia un’attività di lavoro in proprio riceverà fino a 6.000 euro di Bonus (500 euro x 6 mensilità) come incentivo ulteriore al sostegno già esistente.
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Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro: come il Rdc?
Nel paragrafo precedente abbiamo spiegato cosa si intende per Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro inserito nel Decreto lavoro. Come abbiamo visto, questo Bonus, che ha un valore massimo di 3.000 euro, spetta ai percettori dell’Adi che decidono di avviare un’attività in proprio.
Tuttavia, di fronte a questa notizia molti cittadini hanno notato una somiglianza con un altro incentivo erogato dal Reddito di cittadinanza.
In particolare, proprio sul sito ufficiale del Reddito di cittadinanza si legge che i beneficiari del sostegno anti-povertà hanno diritto a un ulteriore aiuto se intendono iniziare un’attività lavorativa autonoma, d’impresa o una società cooperativa nei primi 12 mesi dalla fruizione del Rdc.
Inoltre, questo beneficio aggiuntivo è “pari sei mensilità di Reddito di cittadinanza, nei limiti di 780 euro mensili, erogato in un’unica soluzione“. Quindi, il Bonus può arrivare a un importo massimo di 4.680 euro.
Anche in questo caso, l’attività deve essere comunicata dal giorno precedente al suo inizio, attraverso il modulo “RdC-Com Esteso”, ossia il modello destinato a tutti i beneficiari che iniziano un rapporto di lavoro (autonomo o dipendente).
Insomma, come si può notare l’Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro non è nulla di nuovo, ma esisteva già, e in misura maggiore, con il Reddito di cittadinanza.

Assegno di inclusione e Bonus fino a 3mila euro: incentivi per l’assunzione
Finora ci siamo concentrati sul Bonus destinato ai futuri beneficiari dell’Assegno di inclusione che iniziano un’attività di lavoro in proprio. Tuttavia, questo non è l’unico incentivo legato ai lavoratori che percepiscono l’Assegno di inclusione.
Il Decreto lavoro 2023, infatti, prevede anche alcuni incentivi destinati ai datori di lavoro che assumono chi riceve l’Adi ogni mese. Nello specifico, si fa una distinzione tra le aziende che assumono tramite un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (a tempo pieno o parziale) o anche mediante contratto di apprendistato, e quelle che procedono con un contratto di lavoro a tempo determinato o stagionale.
Nel primo caso, il beneficio vale per massimo 12 mesi e concede l’esonero del versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, tranne i premi e i contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di 8.000 euro annui. L’incentivo è riparametrato e applicato su base mensile.
Tuttavia, se il datore di lavoro licenzia il lavoratore assunto dopo appena 24 giorni, è tenuto a restituire dell’incentivo fruito maggiorato delle sanzioni civili.
Invece, in caso di contratto a tempo determinato o stagionale, l’incentivo viene riconosciuto per un periodo massimo di 12 mesi e comunque non oltre la durata del rapporto di lavoro. Il datore di lavoro ha diritto all’esonero del versamento del 50% dei contributi previdenziali, a esclusione dei premi e dei contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo annui pari a 4.000 euro. Come nel caso precedente, l’esonero è riparametrato e applicato su base mensile.
Inoltre, l’esonero contributivo spetta anche quando avviene la trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, nel limite di ventiquattro mesi complessivi, inclusi i periodi di esonero fruiti per l’assunzione con contratto a termine.
In ogni caso, è bene sapere che questa agevolazione spetta solo ai datori di lavoro che hanno inserito l’offerta lavorativa nel sistema informativo SIISL.
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