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Assegno di inclusione partita Iva

Assegno di inclusione e Partita Iva, vediamo se anche i lavoratori autonomi possono ricevere la nuova prestazione.

di Alda Moleti

Ottobre 2023

Oggi parleremo di Assegno di inclusione e Partita Iva e vedremo se e quando ai lavoratori autonomi spetta il beneficio (scopri le ultime notizie sul Rdc e sui bonus attivi in italia. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Che cos’è l’Assegno di inclusione?

L’Assegno di inclusione (Adi) costituisce una delle principali iniziative contemplate dal Decreto Lavoro (n. 48/2023, art. 1 ss) e prende il posto del precedente Reddito di cittadinanza (Rdc) a partire dal 1° gennaio 2024.

Questo sussidio è specificamente progettato per sostenere i nuclei familiari che includono individui considerati “non occupabili“. In termini più semplici, l’Assegno di inclusione è destinato alle famiglie che comprendono almeno uno dei seguenti membri: un minore, una persona con disabilità, un anziano di almeno 60 anni o una persona che è assistita dai servizi sociali a causa di una grave difficoltà bio-psico-sociale.

Nel caso dei nuclei familiari che non soddisfano queste condizioni, cioè quelli composti esclusivamente da individui “occupabili”, ovvero persone di età compresa tra 18 e 59 anni senza disabilità, l’Assegno di inclusione non è previsto. Per tali famiglie, il Decreto Lavoro ha introdotto una misura alternativa denominata “Supporto per la formazione e il lavoro“.

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Assegno di inclusione e Partita Iva: quando spetta?

L’Assegno di inclusione è una prestazione erogata a tutto il nucleo familiare. Un lavoratore autonomo con Partita Iva può richiedere l’Adi, ma solo se fa parte di un nucleo familiare che includa almeno un componente che rientra nei criteri di ammissibilità, ovvero:

Quali sono i requisiti per richiedere l’Adi?

L’Assegno di inclusione è un beneficio selettivo che richiede ai beneficiari di soddisfare una serie di condizioni contemporaneamente. Tra queste reddito familiare e valore ISEE sono fattori chiave, a cui si aggiungono requisiti legati al patrimonio e alla residenza.

Requisiti soggettivi, di cittadinanza, residenza e soggiorno

Per essere idonei all’Assegno di inclusione è essenziale adempiere a una serie di requisiti legati alla cittadinanza, alla residenza, al soggiorno e rispettare particolari condizioni soggettive:

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In foto, i requisiti dell’Adi elencati nel Decreto Lavoro (DL, 48/2023).

Requisiti ISEE e di reddito

I requisiti economici per richiedere l’Assegno di inclusione comprendono sia il valore dell’ISEE che il reddito familiare, in questo modo:

Requisiti patrimoniali (mobiliare e immobiliare)

Le condizioni riguardo il patrimonio, ossia i beni mobili e immobili, che influenzano l’idoneità all’Assegno di inclusione, sono queste:

Cosa succede se si apre la Partita Iva dopo aver richiesto l’Adi?

Nei casi in cui il beneficiario dell’Assegno di inclusione decida di avviare un’attività di lavoro autonomo, intraprendere un’impresa personale o associarsi a una cooperativa, è possibile richiedere un beneficio aggiuntivo.

Questo beneficio prevede un’estensione di 6 mensilità dell’assegno, con un limite massimo di 3.000 euro. Le modalità e i requisiti per richiedere questo beneficio aggiuntivo saranno definiti in un prossimo decreto emanato dal Ministero del Lavoro.

Quali sono gli importi dell’Assegno di inclusione per un lavoratore autonomo

L’Assegno di inclusione è progettato per incrementare il reddito familiare dei beneficiari. Questo sussidio consiste in 6.000 euro all’anno per single privi di reddito. Tuttavia, se il nucleo familiare è composto esclusivamente da individui con almeno 67 anni d’età e affetti da gravi disabilità o non autosufficienti, l’importo massimo può aumentare fino a 7.560 euro all’anno.

La presenza di membri che lavorano all’interno del nucleo familiare è un elemento chiave da considerare quando si calcolano gli importi dell’Assegno di inclusione. Questo perché i redditi familiari influiscono direttamente sulla misura dell’assegno.

Come si calcolano gli importi dell’Assegno di Inclusione

Per calcolare l’importo dell’Assegno di inclusione è necessario effettuare una semplice operazione matematica. Innanzitutto, moltiplicate l’importo massimo previsto per un individuo senza reddito, che può variare tra 6.000 euro e 7.560 euro all’anno a seconda della composizione del nucleo familiare, per un parametro noto come “della scala di equivalenza“. Questo parametro non fa altro che descrivere la composizione del nucleo familiare.

Il risultato ottenuto rappresenta l’importo annuale previsto dell’Assegno di inclusione per il nucleo familiare in questione. Tuttavia, se il nucleo familiare dispone di redditi, questi verranno sottratti dal totale per determinare l’importo effettivo.

Per ottenere l’importo mensile dell’Assegno di inclusione, basta dividere l’importo annuale per i 12 mesi dell’anno.

Calcolo del parametro della scala di equivalenza

Il parametro della scala di equivalenza è un coefficiente numerico che tiene conto della composizione del nucleo familiare. Si inizia assegnando 1 punto di base al nucleo familiare, poi il valore aumenta così:

La formula di calcolo degli importi dell’Adi

Ecco la formula utilizzata per calcolare gli importi mensili dell’Assegno di inclusione:

 [(6.000 euro x parametro scala di equivalenza) – reddito familiare] : 12 = Importo mensile

Per nuclei familiari in cui tutti gli individui hanno più di 67 anni o sono affetti da disabilità grave o non autosufficienza, la formula è invece questa:

[(7.560 euro x parametro scala di equivalenza) – reddito familiare] : 12 = Importo mensile

Esempio di calcolo degli importi dell’Adi

Consideriamo una famiglia composta da due genitori e due figli minorenni, di cui uno con meno di 3 anni, e un reddito da lavoro di 2.000 euro all’anno.

Per calcolare l’importo mensile previsto, dobbiamo prima determinare il parametro della scala di equivalenza.

Nella scala di equivalenza, per questa famiglia, ha un valore iniziale di 1 a cui vengono aggiunti: +0,15 per ogni figlio minorenne a carico e +0,40 a causa della presenza di un adulto con carichi di cura nei confronti di un bambino sotto i 3 anni.

Di conseguenza, il parametro della scala di equivalenza per questa famiglia specifica è 1,70 (= 1 + 0,15 + 0,15 + 0,40).

Moltiplicando l’importo massimo dell’Assegno di inclusione, che è di 6.000 euro, per il parametro della scala di equivalenza (1,70), otteniamo un totale di 10.200 euro all’anno.

Poiché la famiglia ha un reddito annuale di 2.000 euro, sottraiamo questa cifra dai 10.200 euro per ottenere un totale di 8.200 euro che la famiglia riceverà come Adi per un anno.

Per calcolare l’importo mensile basta dividere gli 8.200 euro per i 12 mesi dell’anno e avremo un importo mensile di circa 683 euro.

FAQ: Domande frequenti sull’Assegno di inclusione

Cosa è cambiato per l’Assegno di inclusione a giugno 2023?

A giugno 2023 sono state introdotte alcune modifiche all’Assegno di inclusione. È importante tenere presente che, a partire dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione prenderà il posto del Reddito di cittadinanza. Le modifiche riguardano l’obbligo per il percettore attivabile al lavoro di accettare la prima offerta congrua di lavoro.

Chi può beneficiare dell’Assegno di inclusione se ha più di 60 anni?

Le persone che hanno superato i 60 anni di età, hanno un ISEE di massimo 9.360 euro e rispettano i requisiti di reddito e patrimoni, possono beneficiare dell’Assegno di inclusione.

Ci sono differenze tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione?

Le differenze sostanziali tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione riguardano il calcolo degli importi spettanti. Per il resto i requisiti di età e le condizioni economiche restano pressoché invariati.

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