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Assegno di inclusione: il percorso lavorativo

Parliamo di cosa prevede l’Assegno di inclusione e percorso lavorativo, quali sono i componenti del nucleo familiare che hanno l’obbligo e qual è la procedura da seguire.

Romina Cardìa è una scrittrice esperta in diritti delle persone con disabilità.
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9' di lettura

Chi è obbligato a seguire il percorso lavorativo ai fini dell’erogazione dell’Assegno di inclusione al nucleo familiare? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie sull’Assegno di inclusioneRicevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità su bonus, diritti del cittadino, ivnalidità e lavoro. Resta sempre aggiornato nel nostro gruppo Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Assegno di inclusione e percorso lavorativo: a chi si rivolge

Dei requisiti, importo, durata e beneficiari dell’Assegno di inclusione abbiamo ampiamente parlato in questo articolo: Requisiti Assegno di inclusione.

Qui ci concentreremo su cosa prevede l’Assegno di inclusione e percorso lavorativo, ovvero a chi spetta l’obbligo e qual è la procedura.

Il percorso lavorativo è obbligatorio per tutti i componenti del nucleo familiare, di età compresa tra i 18 e i 59 anni, con un valore dell’ISEE familiare non superiore a 6000 euro annuo, che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione.

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Supporto per la formazione e il lavoro

Tutti i componenti del nucleo familiare, con le caratteristiche di cui abbiamo parlato, a partire da settembre del 2023 avranno accesso al supporto per la formazione e il lavoro.

Si tratta di una misura di attivazione al lavoro, che permetterà la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento e di accompagnamento al lavoro, e di politiche attive del lavoro, tra cui il servizio civile universale.

Per accedere alle proposte sulle offerte di lavoro, corsi di formazione e tirocini, sarà necessario registrarsi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) sul sito del Ministero del Lavoro.

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Come si accede al supporto per la formazione e il lavoro

I componenti del nucleo familiare tra i 18 e i 59 anni che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione, perché considerati “occupabili”, dovranno inviare istanza telematica e rilasciare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

Nello stesso momento, dovranno inviare l’autorizzazione alla trasmissione dei dati relativi alla richiesta ai centri per l’impiego, alle agenzie per il lavoro e agli enti autorizzati all’attività di intermediazione ai servizi per il lavoro.

Tra i requisiti per l’Assegno di inclusione, ci sono determinati obblighi da rispettare. Ne parliamo in questo articolo.

Cosa succede dopo l’invio dell’istanza telematica

Dopo l’invio dell’istanza telematica, il richiedente verrà convocato entro 120 giorni presso dai servizi sociali per la stipula del Patto di servizio personalizzato (di cui all’art. 6 del Decreto Lavoro), in cui deve indicare di essersi rivolto ad almeno tre agenzie per il lavoro o enti intermediari.

Il richiedente è tenuto ad aderire alle misure di formazione e di attivazione lavorativa indicate nel Patto di servizio personalizzato, dando conferma, almeno ogni 90 giorni, dell’avvenuta partecipazione alle attività.

È inoltre possibile individuare progetti di formazione utili alla collettività in maniera autonoma.

In questo ultimo caso, per tutta la durata del progetto, si avrà diritto a ricevere un beneficio economico di supporto pari a un importo mensile di 350 euro, per tutta la durata del progetto e comunque non oltre 12 mesi.

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Offerta di lavoro non rifiutabile

Il componente del nucleo familiare beneficiario dell’Assegno di inclusione, attivabile al lavoro, è tenuto ad accettare un’offerta di lavoro:

  • a tempo indeterminato, senza limiti di distanza nell’ambito del territorio nazionale;
  • a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno;
  • che preveda la corresponsione di una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi;
  • a tempo determinato, anche in somministrazione, qualora il luogo di lavoro non disti più di 80 chilometri dal domicilio del soggetto.

Se l’offerta di lavoro riguarda un rapporto di lavoro di durata compresa tra uno e sei mesi, l’Assegno di inclusione è sospeso d’ufficio per la durata del rapporto di lavoro.

Al termine del rapporto di lavoro, il beneficio continua a essere erogato per il periodo residuo di fruizione e non si computa ai fini della determinazione del reddito per il mantenimento del beneficio.

In questo articolo spieghiamo come effettuare il calcolo dell’Assegno di inclusione 2023 e determinare gli importi.

Come cambia l’importo dell’Assegno di inclusione in caso di attività lavorativa di un componente del nucleo familiare

In caso di avvio di un’attività di lavoro dipendente da parte di uno o più componenti il nucleo familiare, il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi annui, mentre il reddito da lavoro eccedente tale soglia concorre alla determinazione del beneficio economico a decorrere dal mese successivo a quello della variazione.

Entro 30 giorni dall’avvio dell’attività lavorativa, il lavoratore dovrà darne comunicazione all’INPS, che comunque acquisisce i dati delle assunzioni dalla banca dati delle comunicazioni obbligatorie.

L’erogazione del beneficio è sospesa fintanto che tale obbligo non è ottemperato e, comunque, non oltre tre mesi dall’avvio dell’attività, decorsi i quali il diritto alla prestazione decade

L’avvio di un’attività d’impresa o di lavoro autonomo, svolta sia in forma individuale che di partecipazione, da parte di uno o più componenti il nucleo familiare nel corso dell’erogazione dell’Assegno di inclusione, è comunicato all’INPS entro il giorno antecedente all’inizio della stessa a pena di decadenza dal beneficio.

A titolo di incentivo, il beneficiario fruisce senza variazioni dell’Assegno di inclusione per le due mensilità successive a quella di variazione della condizione occupazionale, ferma restando la durata complessiva del beneficio.  

Il beneficio è successivamente aggiornato ogni trimestre avendo a riferimento il trimestre precedente e il reddito concorre per la parte eccedente 3.000 euro lordi annui.

A tale fine, il beneficiario è tenuto a comunicare entro il quindicesimo giorno successivo al termine di ciascun trimestre dell’anno, il reddito conseguito come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio dell’attività.

Assegno di inclusione e percorso lavorativo
Assegno di inclusione: in foto due donne parlano davanti a un computer

Esclusi dall’obbligo del percorso lavorativo

Sono esclusi dagli obblighi di partecipazione al percorso:

  • i beneficiari dell’Assegno di inclusione titolari di pensione diretta o comunque di età pari o superiore a 60 anni;
  • i componenti inseriti nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere e le donne vittime di violenza, con o senza figli, prese in carico da centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni o dai servizi sociali nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere.

I componenti del nucleo familiare con disabilità o di età pari o superiore a 60 anni o inseriti nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere possono comunque richiedere l’adesione volontaria a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo o all’inclusione sociale.

È previsto un aumento dell’importo dell’Assegno di inclusione per disabili gravissimi. Vediamo cosa si intende per disabilità gravissima, a chi spetta questo aumento e a quanto ammonta.

Motivi di decadenza dell’Assegno di inclusione al nucleo familiare

In sintesi, il nucleo familiare decade dal beneficio economico concesso se un componente:

  • non si presenta presso i servizi sociali o il servizio per il lavoro competente nel termine fissato, senza un giustificato motivo;
  • non sottoscrive il patto per l’inclusione o il patto di servizio personalizzato, , salvi i casi di esonero;
  • non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione, comunque denominate, nei quali è inserito dai servizi per il lavoro, secondo quanto previsto dal patto di servizio personalizzato, ovvero non rispetta gli impegni concordati con i servizi sociali nell’ambito del percorso personalizzato, ovvero non frequenta regolarmente un percorso di istruzione degli adulti di primo livello, o comunque funzionale all’adempimento dell’obbligo di istruzione;
  • non accetta, senza giustificato motivo, una offerta di lavoro che abbia le caratteristiche i cui all’art. 9 del decreto lavoro;
  • non rispetta le previsioni di cui all’articolo 3, commi 7, 8, 10 e 11 ovvero effettua comunicazioni mendaci in modo da determinare un beneficio economico maggiore;
  • non presenta una dichiarazione sostitutiva unica (DSU) aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
  • viene trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro, senza aver provveduto alle prescritte comunicazioni.

Se il nucleo familiare è decaduto per mancata partecipazione alle politiche attive da parte di un componente, può fare nuova domanda solo dopo 6 mesi dalla revoca o decadenza.

Questo è tutto quello che prevede l’Assegno di inclusione e percorso lavorativo.

FAQ (domande e risposte)

Posso chiedere l’Assegno di inclusione se sono single?

L’Assegno di inclusione è un beneficio economico previsto per sostenere le persone con disabilità grave o non autosufficienti. La condizione di essere single o avere un partner non influisce sulla possibilità di richiedere l’Assegno di inclusione. Ciò che conta è il livello di disabilità e l’autosufficienza della persona.

Se sono disabile posso chiedere l’Assegno di inclusione e lavorare?

Assolutamente sì! Se sei una persona con disabilità e hai o vuoi intraprendere un percorso lavorativo, puoi sicuramente richiedere l’Assegno di inclusione. L’obiettivo di questa misura è proprio quello di offrire un sostegno finanziario alle persone con disabilità grave o non autosufficienti, indipendentemente dal fatto che abbiano un lavoro o meno.

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