Nell’articolo di oggi vedremo quanto si perde con l’Assegno di inclusione e se è vero che la prestazione è meno generosa negli importi del Rdc (scopri le ultime notizie sull’Assegno di inclusione. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità su bonus, diritti del cittadino, ivnalidità e lavoro. Resta sempre aggiornato nel nostro gruppo Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
Che cos’è l’Assegno di inclusione e cosa cambia rispetto al Rdc?
L’Assegno di inclusione (Adi) è la misura che a partire dal 1° gennaio 2024 sostituirà il Reddito di cittadinanza (Rdc), ma con la differenza che questa spetta solo ai nuclei con all’interno almeno un componente, disabile, minorenne, ultrasessantenne o preso in carico dai servizi sociali.
Per il resto i requisiti economici delle due misure sono identici, cioè un ISEE familiare di massimo 9.360 euro, un reddito familiare non oltre i 6.000 euro e altre condizioni legate a reddito e patrimoni. Li trovate descritti in dettaglio nel nostro articolo di approfondimento sull’Assegno di inclusione.
Di base la differenza sostanziale tra le due misure risiede nella platea dei beneficiari, dove l’Assegno di inclusione è molto più selettivo del Reddito di cittadinanza.
Ricordiamo che dal 1° settembre 2023 sarà operativo anche il Supporto per la formazione e il lavoro, che sarà destinato ai nuclei familiari non idonei a ricevere l’Assegno di inclusione.
Questa misura sarà rivolta esclusivamente ai nuclei composti da membri con un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e privi di qualsiasi forma di disabilità. L’importo assegnato ai beneficiari è fisso e di 350 euro al mese per richiedente.
In questa sede ci concentreremo sull’Assegno di inclusione, per approfondimenti sull’altra misura che sostituirà il Rdc potete consultare l’articolo dedicato al Supporto per la formazione e il lavoro.
Aggiungiti al gruppo WhatsApp e al canale Telegram di news. Entra nella community di TheWam per ricevere tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook. Scopri le ultime offerte di lavoro sempre aggiornate nella tua zona.
Quanto si perde con l’Assegno di inclusione rispetto al Rdc?
Molti si chiedono se gli importi dell’Assegno di inclusione saranno più bassi rispetto a quelli erogati dal Reddito di cittadinanza. La risposta a questa domanda è: dipende!
Ovvero, la differenza negli importi delle due misure sta nel fatto che l’importo del Rdc sale se in famiglia ci sono componenti oltre il primo, a prescindere dall’età o dalle condizioni di salute.
Gli importi dell’Assegno di inclusione invece salgono solo in presenza di minori nel nucleo o di disabili e ultrasessantenni oltre il primo.
Il Rdc, in linea di massima, è più generoso dell’Assegno di inclusione, soprattutto per il fatto che ha una platea di beneficiari più vasta. Ad esempio due adulti di 40 anni hanno diritto al Rdc, ma non all’Assegno di inclusione.
Diversamente però, un nucleo familiare dove, per esempio, ci sono più membri in condizione di disabilità potrebbe invece beneficiare di importi più alti con l’Assegno di inclusione.
Per capire davvero se e quanto si perde con l’Assegno di inclusione rispetto al Rdc, dobbiamo prima capire come si calcolano gli importi delle due misure e poi fare degli esempi pratici.
Come si calcolano gli importi di Assegno di inclusione e Reddito di cittadinanza
Partiamo dal presupposto che sia l’Assegno di inclusione che il Reddito di cittadinanza rappresentano un’integrazione al reddito familiare. Ovvero un sussidio mensile il cui scopo è portare il reddito familiare a 6.000 euro, calcolati per un nucleo formato da una sola persona a reddito zero.
L’Asi però sostituirà anche la Pensione di cittadinanza, se il nucleo familiare è composto solo da componenti con 67 anni compiuti, in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza. In questo caso gli importi sono maggiori poiché integra il reddito familiare fino a portarlo 7.560 euro all’anno.
È importante notare che gli importi massimi possono essere percepiti solo se il nucleo familiare ha reddito zero.
Più precisamente, per un single a reddito zero, l’importo annuale massimo di Adi e Rdc è di 6.000 euro (500 euro al mese). Nel caso in cui il nucleo familiare sia composto solo da persone con più di 67 anni in condizione di disabilità grave o non autosufficienza, sempre a reddito zero, l’importo massimo che un single può percepire è di 7.560 euro all’anno.
L’importo spettante diminuisce se il nucleo familiare ha un qualche tipo di reddito, mentre aumenta se ci sono altri membri oltre al primo.
Per calcolare l’importo spettante sia di Adi che di Rdc/Pdc, si moltiplica il beneficio massimo assegnabile a un single a reddito zero (cioè 6.000 euro o 7.560 euro) per il parametro della scala di equivalenza. Il parametro scala di equivalenza altro non è che un numero che descrive la composizione del nucleo familiare e nel prossimo paragrafo vedremo come calcolarlo.
Ad ogni modo risultato della moltiplicazione fornirà l’importo annuale spettante, poi se il nucleo familiare ha redditi, l’ammontare del reddito familiare deve essere sottratto da questo risultato finale.
Infine, per determinare l’importo mensile delle due prestazioni, basta dividere l’importo annuale (meno il reddito familiare) per i 12 mesi dell’anno.
Che cos’è la scala di equivalenza e che differenza c’è tra quella dell’Adi e del Rdc
La scala di equivalenza è un numero che descrive la composizione del nucleo familiare, quindi di base il metodo di calcolo degli importi è lo stesso per Assegno di inclusione e Reddito di cittadinanza.
Quello che però cambia è proprio come si determina questo parametro della scala di equivalenza, da cui dipende il calcolo degli importi.
La scala di equivalenza del Reddito di Cittadinanza assegna inizialmente 1 punto al richiedente e successivamente tutti gli altri membri del nucleo familiare contribuiscono ad aumentare questo valore.

Nel caso dell’Assegno di inclusione, 1 punto di partenza viene assegnato all’intero nucleo familiare come “base di garanzia di inclusione per le fragilità che lo caratterizzano”. Ciò significa che il parametro della scala di equivalenza sale solo a condizione che ci siano in famiglia minorenni o almeno un membro ultrasessantenne o disabile oltre al primo.

In pratica, il primo membro ultrasessantenne o disabile viene conteggiato nel primo punto attribuito al nucleo per la condizione di fragilità. Per quanto riguarda i minori, invece, anche la presenza di un solo minorenne contribuisce ad aumentare il valore del parametro della scala di equivalenza dall’Adi.
Assegno di inclusione e Reddito di cittadinanza: scala di equivalenza a confronto
Per calcolare la scala di equivalenza di equivalenza di Adi e Rdc si assegna 1 punto al nucleo familiare, poi incrementato in base alla sua composizione.
La tabella qui sotto mostra un confronto di come sale la scala di equivalenza delle due misure a partire dal primo punto assegnato al nucleo.
Ricordiamo che la scala di equivalenza del Rdc è pubblicata sul sito ufficiale della misura. Per l’Assegno di inclusione bisogna far riferimento alle indicazioni del Decreto Lavoro (n. 48/2023, art. 2, comma 4).
Scala di equivalenza dell’Assegno di inclusione | Scala di equivalenza del Reddito di cittadinanza |
+ 0,50 per ciascun altro componente con disabilità grave o non autosufficiente | + 0,4 per ogni componente maggiorenne oltre al richiedente |
+ 0,40 per ciascun altro componente con età pari o superiore a 60 anni | + 0,2 per ogni minorenne presente nel nucleo |
+ 0,40 per un componente maggiorenne con carichi di cura | |
+ 0,30 per ciascun altro componente adulto in condizione di grave disagio bio-psico-sociale e inserito in programmi di cura e di assistenza certificati dalla pubblica amministrazione | |
+ di 0,15 per ciascun minore di età, fino a due | |
+ di 0,10 per ciascun minore di età, dopo il secondo |
Esempi di calcolo degli importi di Assegno di inclusione e Rdc
Adesso procederemo con degli esempi di calcolo degli importi che mostrano quando si possono ottenere cifre maggiori con il Rdc e quando con l’Assegno di inclusione.
Quando gli importi del Rdc sono più alti di quelli dell’Assegno di inclusione
Prendiamo una famiglia composta da due adulti e due minorenni sotto i 3 anni che ha reddito zero. Immaginiamo prima che la nostra famiglia percepisca il Rdc e poi l’Assegno di inclusione, quindi procediamo al calcolo degli importi per entrambe le misure.
Con il Reddito di cittadinanza il parametro sulla scala di equivalenza del nucleo è 1,8 (1 per il richiedente + 0,4 per l’altro genitore + 0,2 per il primo figlio minorenne + 0,2 per il secondo figlio minorenne).
Quindi per calcolare quanto spetta all’anno di Rdc dobbiamo moltiplicare 6.000 euro, cioè l’importo massimo assegnabile ad un single a reddito zero, per 1,8 che è il parametro della scala di equivalenza.
Tirando le somme, una famiglia così composta percepirà 10.800 euro all’anno di Rdc (= 6.000 euro x 1,8), che corrispondono a 900 euro al mese (10.800 euro / 12 mesi dell’anno).
Immaginiamo adesso che la stessa famiglia composta da due adulti e due minori sia beneficiaria dell’Assegno di inclusione. In questo caso il parametro della scala di equivalenza è solo 1,7 (1 per il richiedente + 0,4 perché c’è un maggiorenne con carichi di cura verso figli con meno di 3 anni + 0,15 per il primo figlio minorenne + 0,15 per il secondo figlio minorenne).
Moltiplichiamo sempre 1,7 per 6.000 euro e otteniamo un importo annuale di Adi di 10.200 euro, cioè di 850 euro al mese.
In questo caso il Reddito di cittadinanza assegna importi maggiori rispetto all’Assegno di inclusione, seppur di poco.
Quando gli importi dell’Assegno di inclusione sono più alti di quelli del Rdc
Immaginiamo adesso una famiglia che invece è composta da un adulto di 60 anni e un figlio maggiorenne disabile.
In questo caso, se la nostra famiglia percepisce il Rdc, avrà un parametro sulla scala di equivalenza di 1,4 (1 per il richiedente + 0,4 per il figlio maggiorenne). Se ripetiamo il calcolo fatto prima e moltiplichiamo 1,4, cioè il parametro della scala di equivalenza, per 6.000 euro, otteniamo 8.400 euro all’anno di Rdc, cioè 700 euro al mese.
La stessa famiglia invece avrebbe con l’Assegno di inclusione un parametro della scala di equivalenza di 1,9 (1 per il richiedente + 0,4 perché il sessantenne ha anche carichi di cura verso il figlio disabile + 0,5 perché il figlio è disabile). Moltiplichiamo sempre 1,9 per 6.000 euro e otteniamo un importo annuale di Adi di 11.400 euro, cioè 950 euro al mese (11.400/12).
In questo caso, per la nostra famiglia sono gli importi dell’Assegno di inclusione ad essere più alti rispetto a quelli del Reddito di cittadinanza.

Cosa cambia nella quota per l’affitto tra Assegno di inclusione e Rdc?
L’Assegno di inclusione e il Reddito di cittadinanza sono due sussidi suddivisi in due quote. La quota A, di cui abbiamo appena parlato, rappresenta un’integrazione del reddito familiare.
C’è poi la quota B che spetta solo se il nucleo familiare è in affitto e serve per coprire i costi del canone di locazione.
L’importo della quota A, relativa all’integrazione del reddito familiare, differisce tra Rdc e Assegno di inclusione e si basa sulla composizione del nucleo familiare, come abbiamo appena illustrato.
La quota B per l’affitto, invece, è fissa e identica per l’Assegno di inclusione e il Reddito di cittadinanza. Questa copre l’intero costo dell’affitto fino a un massimo di 3.360 euro all’anno.
Solo nel caso di Pensione di cittadinanza, cioè di nuclei familiari composti esclusivamente da persone di età pari o superiore a 67 anni, in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia massima scende a 1.800 euro.
Per concludere quindi in questo aspetto tra Rdc e Adi non c’è alcuna differenza: la quota per l’affitto ha gli stessi medesimi importi.
FAQ (Domande e risposte) sull’Assegno di inclusione
Cosa è cambiato per l’Assegno di inclusione a giugno 2023?
A giugno 2023 sono state introdotte alcune modifiche all’Assegno di inclusione. È importante tenere presente che, a partire dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione prenderà il posto del Reddito di cittadinanza. Le modifiche riguardano l’obbligo per il percettore attivabile al lavoro di accettare la prima offerta congrua di lavoro.
Chi può beneficiare dell’Assegno di inclusione se ha più di 60 anni?
Le persone che hanno superato i 60 anni di età, hanno un ISEE di massimo 9.360 euro e rispettano i requisiti di reddito e patrimoni, possono beneficiare dell’Assegno di inclusione.
Ci sono differenze tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione?
Le differenze sostanziali tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione riguardano il calcolo degli importi spettanti. Per il resto i requisiti di età e le condizioni economiche restano pressoché invariati.
Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sull’Assegno di inclusione:
- Supporto per la formazione e il lavoro, nuovo Rdc: come funziona
- Assegno di inclusione e bonus affitto per case popolari
- Esclusi dall’assegno di inclusione
- assegno di inclusione: i requisiti
- Assegno di inclusione: il dramma dei poveri di serie B
Entra nei gruppi offerte di lavoro, bonus, concorsi e news
Ricevi ogni giorno gratis i migliori articoli su offerte di lavoro, bandi, bonus, agevolazioni e attualità. Scegli il gruppo che ti interessa:
Seguici anche su YouTube | Google | Gruppo Facebook | Instagram
Come funzionano i gruppi?
- Due volte al giorno (dopo pranzo e dopo cena) ricevi i link con le news più importanti
- Niente spam o pubblicità
- Puoi uscire in qualsiasi momento: la procedura verrà inviata ogni giorno sul gruppo
- Non è possibile inviare messaggi sul gruppo o agli amministratori
- Il tuo numero di cellulare sarà utilizzato solo per inviarti notizie