Assegno di inclusione sociale e variazioni, vediamo quali sono i dati da comunicare all’INPS per non perdere il beneficio (scopri le ultime notizie sul Rdc e sui bonus attivi in italia. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Come funziona l’Assegno di inclusione?
A partire dal 1° gennaio 2024, il Reddito di cittadinanza (Rdc) sarà sostituito da misure alternative, tra cui l’Assegno di inclusione (Ai). L’Ai sarà erogato ai nuclei familiari in cui almeno uno dei componenti sia minore, disabile, ultrasessantenne o preso in carico dai servizi sociali.
L’Assegno di inclusione (Decreto Lavoro 48/2023, art. 1 ss) è un beneficio mensile che si compone di due quote distinte.
La quota A rappresenta un’integrazione al reddito familiare e varia a seconda della composizione del nucleo familiare. La quota B, invece, è prevista solo per i nuclei familiari che hanno una casa in affitto allo scopo di coprire i costi del canone di locazione.
Visto che gli importi della quota A dell’Ai costituiscono un’integrazione del reddito familiare, calcolati sulla composizione del nucleo, eventuali variazioni in questi parametri vanno repentinamente comunicati all’INPS.
Una modifica infatti nel nucleo o nell’ISEE determina un ricalcolo degli importi spettanti di Assegno di inclusione e mette a rischio il diritto al beneficio.
Stessa cosa per la quota B, cioè la parte relativa all’affitto, poiché eventuali cambi di residenza o nel contratto di locazione vanno sempre comunicati all’Istituto di previdenza.
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Come si calcolano gli importi dell’Assegno di inclusione
La quota A dell’Assegno di inclusione costituisce un’integrazione del reddito familiare. Ai beneficiari viene erogata una somma mensile con l’obiettivo di portare il reddito familiare a un massimo di 6.000 euro all’anno.
Questa somma è calcolata per un nucleo composto da una sola persona a reddito zero. Gli importi poi salgono se ci sono altri componenti oltre al richiedente e scendono se il nucleo ha qualche tipo di reddito.
La quota B per l’affitto ha invece un importo fisso che copre l’intero costo del canone di locazione fino a un massimo di 3.360 euro all’anno.
Tuttavia, nel caso di nuclei familiari composti esclusivamente da persone di età pari o superiore a 67 anni e in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza, la soglia massima per la copertura dell’affitto scende a 1.800 euro all’anno.
Per ottenere una visione completa degli importi e comprendere come vengono calcolati, si possono consultare le informazioni dettagliate e un prospetto esaustivo nel nostro articolo dedicato all’Assegno di inclusione.
Assegno di inclusione sociale e variazioni: cosa comunicare all’INPS?
Riassumendo, il beneficiario dell’Assegno di inclusione è tenuto a comunicare all’Istituto di previdenza tutti i cambiamenti che in qualche modo possono incidere sul suo diritto all’Ai e sull’importo mensile assegnato. In dettaglio vanno comunicati all’INPS:
- i cambiamenti nella composizione del nucleo familiare;
- i cambiamenti nel valore ISEE del nucleo familiare, ad esempio i dati in relazione a redditi e patrimoni;
- eventuali modifiche nel contratto di locazione, se si percepisce anche la quota per l’affitto.
Le variazioni in merito alla composizione del nucleo familiare
L’Assegno di inclusione è destinato esclusivamente ai nuclei familiari che includono almeno uno dei seguenti membri: disabile, minorenne, ultrasessantenne o individuo che si trova in situazioni di grave disagio bio-psico-sociale ed è stato preso in carico dai servizi sociali.
Di conseguenza, se nella composizione del nucleo familiare c’è una variazione, ad esempio un figlio che da minorenne diventa maggiorenne, bisogna comunicarlo all’INPS.
Oltre ai requisiti relativi alla composizione del nucleo familiare i richiedenti devono rispettare anche determinate condizione economiche. L’INPS va informata per tempo di qualsiasi variazione della situazione economica perché può determinare la perdita del beneficio o una modifica negli importi spettanti.

Le variazioni nel reddito e nei patrimoni
In dettaglio, questi sono i requisiti economici che danno diritto all’Assegno di inclusione e di cui bisogna comunicare ogni variazione all’INPS:
- un valore dell’ISEE in corso di validità non superiore a 9.360 euro;
- un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di 6.000 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. La soglia di reddito familiare è invece fissata in 7.560 euro annui, moltiplicata secondo la stessa scala di equivalenza, se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza.
- un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini ISEE, diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini IMU non superiore a 150.000 euro, non superiore a 30.000 euro;
- un valore del patrimonio mobiliare, come definito ai fini ISEE, non superiore a una soglia di 6.000 euro, accresciuta di 2.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro, incrementato di ulteriori 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo; tali massimali sono ulteriormente incrementati di 5.000 euro per ogni componente in condizione di disabilità e di 7.500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite a fini ISEE, presente nel nucleo;
- nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., immatricolati la prima volta nei trentasei mesi antecedenti la richiesta, esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente;
- nessun componente deve essere intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto, nonché di aeromobili di ogni genere;
- nessun componente del nucleo familiare deve essere stato sottoposto a misura cautelare personale, a misura di prevenzione, nonché la mancanza di sentenze definitive di condanna o adottate ai sensi dell’articolo 444 e seguenti del codice di procedura penale intervenute nei dieci anni precedenti la richiesta.
Come comunicare all’INPS variazioni nell’ISEE o nel nucleo familiare?
Molto spesso per comunicare le variazioni nel nucleo o nell’ISEE, basta compilare nuovamente la DSU al fine di ottenere l’ISEE aggiornato.
Tuttavia, poiché l’Assegno di inclusione sarà in vigore solo a partire dal 2024, la modalità con cui comunicare queste variazioni all’INPS sarà resa nota solo in seguito, a ridosso dell’attivazione della misura.
FAQ (Domande e risposte) sull’Assegno di inclusione
Cosa è cambiato per l’Assegno di inclusione a giugno 2023?
A giugno 2023 sono state introdotte alcune modifiche all’Assegno di inclusione. È importante tenere presente che, a partire dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione prenderà il posto del Reddito di cittadinanza. Le modifiche riguardano l’obbligo per il percettore attivabile al lavoro di accettare la prima offerta congrua di lavoro.
Chi può beneficiare dell’Assegno di inclusione se ha più di 60 anni?
Le persone che hanno superato i 60 anni di età, hanno un ISEE di massimo 9.360 euro e rispettano i requisiti di reddito e patrimoni, possono beneficiare dell’Assegno di inclusione.
Ci sono differenze tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione?
Le differenze sostanziali tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione riguardano il calcolo degli importi spettanti. Per il resto i requisiti di età e le condizioni economiche restano pressoché invariati.
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