Assegno sociale da restituire? In questo approfondimento vediamo in quali casi è necessario restituire la prestazione e forniamo un quadro completo su chi ne ha diritto (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Prima di procedere con la lettura di questo articolo ti suggeriamo di leggere come aumentare l’assegno sociale e qual è l’importo previsto nel 2023.
Indice
- Assegno sociale da restituire: a chi spetta
- Assegno sociale da restituire: requisiti reddituali
- Assegno sociale da restituire: quando è necessario?
- Assegno sociale da restituire: importo
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Assegno sociale da restituire: a chi spetta
Prima di addentrarci nel vivo della discussione e vedere i casi dell’assegno sociale da restituire, ricordiamo brevemente che cos’è l’assegno sociale e a chi spetta.
Dunque, l’assegno sociale è una prestazione assistenziale erogata, a prescindere dalla situazione contributiva, a tutte le persone di almeno 67 anni che si trovano in condizioni di disagio economico.
In particolare, per avere diritto all’assegno sociale è necessario:
- avere almeno 67 anni di età;
- avere la residenza continuativa in Italia da almeno 10 anni;
- avere la cittadinanza italiana, europea oppure, in caso di cittadini extra-comunitari bisogna avere un documento di soggiorno valido.
Oltre a questi requisiti anagrafici, bisogna rientrare anche in alcune soglie reddituali, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
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Assegno sociale da restituire: requisiti reddituali
Per quanto riguarda i limiti di reddito necessari ad accedere alla prestazione, si fa riferimento al reddito personale in caso di soggetti non coniugati e al reddito coniugale (quindi della coppia) in caso di cittadini coniugati.
Le soglie di reddito, come accade per altre prestazioni, cambiano di anno in anno. Attualmente, l’assegno sociale spetta in misura piena:
- a coloro che sono senza reddito, se non coniugati;
- a coloro che hanno un reddito massimo di 6.079,45 euro annui, se coniugati.
Invece, l’assegno sociale spetta in misura ridotta in caso di:
- redditi cumulati con il coniuge compresi tra 6.079,45 e 12.158,90 euro;
- reddito personale annuo fino a 6.079,45 euro per i non coniugati.
Inoltre, per calcolare i requisiti reddituali, si considerano i seguenti redditi del coniuge e del richiedente:
- i redditi assoggettabili all’IRPEF, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva;
- i redditi esenti da imposta;
- i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (vincite derivanti dalla sorte, da giochi di abilità, da concorsi a premi, corrisposte dallo Stato, da persone giuridiche pubbliche e private);
- i redditi soggetti a imposta sostitutiva come interessi postali e bancari, interessi dei CCT e di ogni altro titolo di stato, interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, emessi da banche e Società per Azioni, ecc.;
- i redditi di terreni e fabbricati;
- le pensioni di guerra;
- le rendite vitalizie erogate dall’INAIL;
- le pensioni dirette erogate da Stati esteri;
- le pensioni e gli assegni erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi;
- gli assegni alimentari corrisposti a norma del codice civile.
Al contrario, non sono da considerare questi redditi:
- i trattamenti di fine rapporto (TFR) e le anticipazioni sui trattamenti stessi;
- il reddito della casa di abitazione;
- le competenze arretrate soggette a tassazione separata;
- le indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili e le indennità di comunicazione per i sordi;
- l’assegno vitalizio erogato agli ex combattenti della guerra 1915-1918.
Proprio perché il requisito reddituale cambia leggermente ogni anno, è necessario prestare attenzione, perché si potrebbe rischiare di dover restituire la prestazione. Nel prossimo paragrafo vediamo in quali casi.

Assegno sociale da restituire: quando è necessario?
Ora che sappiamo in cosa consiste l’assegno sociale e quali sono i requisiti per ottenerlo, vediamo in quali casi l‘assegno sociale da restituire.
Dunque, secondo la Cassazione, in assenza di norme specifiche relative alla restituzione per intero di questa prestazione, l’assegno sociale da restituire in questi casi:
- solo a partire dal momento in cui interviene un provvedimento che accerta il venir meno delle condizioni di legge (e cioè non vengono rispettati alcuni requisiti);
- se viene accertato che chi ha fatto domanda ha omesso in malafede di dire che alcuni requisiti non sono stati rispettati.
Tuttavia, ci sono dei limiti alla restituzione dell’assegno sociale, che vengono applicati quando:
- il pagamento indebito non è stato eseguito per colpa del beneficiario;
- sussiste il legittimo affidamento di chi percepisce l’assegno sociale.
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Assegno sociale da restituire: importo
Ora che sappiamo i casi dell’assegno sociale da restituire, concludiamo questo approfondimento ricordando a quanto ammonta l’importo della prestazione.
Nel 2022, per effetto della perequazione, l’importo dell’assegno sociale è pari a 468, 11 euro per 13 mensilità.
Inoltre, è bene ricordare che l’assegno sociale è compatibile con la pensione di cittadinanza. Quindi, in presenza dei requisiti previsti per la Pdc, i destinatari dell’assegno sociale possono o ottenere un trattamento che può arrivare fino a un massimo di 780 euro.
Infine, un ultimo dettaglio da ricordare, ma non per importanza, è che l’assegno sociale è esentasse.
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