Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale? (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito). Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale? Quali sono le tempistiche di attesa dopo aver inviato la domanda? Scopriamo tutti i dettagli della normativa nell’approfondimento.
Indice
- Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale: le tempistiche
- Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale: requisiti per ottenerlo
- Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale: a quanto ammonta
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Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale: le tempistiche
I tempi di attesa per ricevere l’Assegno Sociale, dopo aver presentato la domanda, di solito non dovrebbero superare i 45 giorni, almeno secondo quanto dichiarato dall’INPS.
Il pagamento dell’assegno inizia dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.
Alcune volte, però, l’attesa può prolungarsi anche di qualche mese. Si consiglia in questo caso di contattare l’INPS attraverso il Contact Center o un messaggio nell’area MyInps, oppure tramite un confronto con il proprio Caf o Patronato di fiducia.
Il termine per la lavorazione del provvedimento, secondo il sito INPS, è stato fissato in 45 giorni.
Nella tabella allegata al Regolamento sono riportati sia i termini di definizione dei provvedimenti stabiliti dall’Istituto superiori a quello di norma di 30 giorni, che l’indicazione del relativo responsabile.
Per presentare la domanda Inps è necessario essere in possesso dello SPID e fare tutto online nella sezione “domanda di prestazioni pensionistiche” attraverso il sito ufficiale INPS.
Dopo aver inserito il proprio SPID, bisognerà cliccare su “Nuova prestazione pensionistica” – “Assegno sociale” e compilare tutti i riquadri richiesti.
Documenti da allegare:
- documento d’identità;
- permesso di soggiorno;
- stato di residenza storico.
Dopo aver inviato la domanda, bisogna attendere 30/60 giorni per la conclusione dell’istruttoria.
Il pagamento dell’assegno sociale Inps è provvisorio e parte dal primo giorno del mese successivo, dalla data di presentazione dell’istanza online Inps. Provvisorio perché l’INPS dovrà verificare i requisiti della domanda.
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Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale: requisiti per ottenerlo
L’assegno sociale è una prestazione assistenziale pensata per tutti coloro che si ritrovano in condizioni economiche disagiate.
Ecco i requisiti:
- 67 anni di età;
- cittadinanza italiana o di altro Paese europeo, o permesso di soggiorno;
- residenza effettiva, stabile e continuativa in Italia da almeno 10 anni;
- necessità economica di bisogno.
Le soglie reddituali vengono stabilite di anno in anno dall’INPS.
Secondo la circolare INPS n. 197/2021 e Circolare INPS n. 33/2022, l’assegno sociale si riconosce in misura piena a chi è senza lavoro e non è coniugato: 468,28 euro per 13 mensilità.
L’assegno sociale 2022 spetta invece in misura ridotta in caso di:
- redditi cumulati con il coniuge compresi fra 6.079,45 e 12.158,90 euro;
- reddito personale annuo fino a 6.079,45 euro per i non coniugati.
L’assegno sociale non è incompatibile con la pensione di cittadinanza: gli aventi diritto potranno così ottenere un assegno mensile di massimo 780 euro.
Aumento assegno sociale dopo il 70 anni
Dopo i 70 anni c’è una maggiorazione sull’assegno sociale che spetta in misura piena ai pensionati non coniugati senza reddito e in misura parziale ai pensionati coniugati, con redditi non superiori a 8.476,26 annui, 14.459,80 euro se coniugati.
L’assegno mensile può dunque arrivare dai 516,46 euro fino ai 659.85 euro al mese.
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Dopo quanto tempo pagano l’Assegno Sociale: a quanto ammonta
Le pensioni d’importo inferiore al minimo garantito dalla legge nel 2023 aumenteranno di un importo diverso rispetto alla rivalutazione dovuta all’inflazione.
Con la legge di Bilancio 2023 viene introdotto un bonus che aumenta le pensioni minime. Un bonus che si va ad aggiungere alla rivalutazione delle pensioni con una parte retributiva, che permetterà ai pensionati di vivere più dignitosamente.
Questo aumento sarà del 120% come aveva annunciato Giorgia Meloni? No, purtroppo questo non accadrà. Si tratterà di un incremento di circa 8 euro, molto poco per cambiare il tenore di vita dei pensionati.
Forza Italia, in campagna elettorale, aveva promesso di portare le pensioni minime a 1.000 euro, tra il 2023/2024.
Il tasso di rivalutazione stabilito dal Governo Meloni per le pensioni e gli assegni unici, sarà del 7,3%.
Sarà calcolabile e applicabile sulle pensioni che non superano le 4 volte l’assegno sociale INPS, che ad oggi è di 525,38 euro.
Da gennaio 2023, dunque, la pensione minima arriverà a 571,40 euro, con un importo annuale di 7.428,20 euro.
Bisogna utilizzare il condizionale, perché non basta che la pensione risulti inferiore al suddetto importo per avere diritto all’integrazione, in quanto bisogna soddisfare una serie di requisiti.
Il primo è il più importante requisito è il seguente: solo una pensione mista, calcolata con metodo retributivo e contributivo, potrà essere rivalutata.
Le pensioni completamente contributive non potranno godere di questo adeguamento, anzi ne saranno penalizzate.
I contributivi puri, infatti, per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età e 20 anni di contributi previdenziali devono soddisfare anche un requisito economico: la pensione maturata deve essere pari almeno a 1,5 volte il trattamento minimo di pensione.
Con la rivalutazione del 7,3%, questa soglia passa addirittura a 11.142,30 euro.
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