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Assegno Unico 2023 importi neonati

Parliamo di Assegno Unico e importi per i neonati: quanto ti spetta quando hai un figlio, cosa devi fare per ottenerlo.

Romina Cardìa è una scrittrice esperta in diritti delle persone con disabilità.
Conoscila meglio

10' di lettura

Cosa devo fare per ricevere l’Assegno Unico, se sono diventato da poco genitore? Cambia qualcosa se ho già altri figli? Cosa è previsto in merito ad Assegno Unico 2023 e importi per i neonati? (scopri le ultime notizie sull’Assegno Unico e sui bonus attivi in Italia. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Assegno Unico 2023 e importi per i neonati

Sia che tu abbia avuto il primo figlio e sia nel caso in cui il nuovo nato abbia già fratelli o sorelle per cui già ricevi l’AU, l’Assegno Unico 2023 e importi per i neonati sono gli stessi.

Non ci sono differenze tra neonati e bambini di altre fasce di età fino ai 18 anni (o 21 se ancora studiano, non lavorano e sono ancora nel tuo nucleo familiare).

La differenza sta soltanto nella procedura per l’ottenimento del beneficio, in base al fatto che si tratti di primo figlio o di figlio successivo al primo, ma di questo parleremo tra poco.

Qui puoi scaricare la tabella con gli importi dell’AU, che tengono conto dell’età dei figli a carico e di numerosi altri elementi.

Per farti un’idea, ti mettiamo a disposizione anche uno screen:

Screen della tabella con i valori ISEE, gli importi e le maggiorazioni dell’Assegno Unico

In particolare, è prevista:

  • una quota variabile modulata in modo progressivo (si va da un massimo di 189,2 euro per ciascun figlio minore con ISEE fino a 16.215 euro, a un minimo di 54,1 euro per ciascun figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 43.240 euro). Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), figli fino a un anno d’età, figli di età compresa tra 1 e 3 anni per i nuclei familiari con almeno tre figli, madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità;
  • una quota a titolo di maggiorazioni per compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’Assegno dovesse risultare inferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’Assegno al Nucleo Familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale), che si sarebbero percepite nel regime precedente la riforma.

Riassumendo, l’importo massimo dell’Assegno unico per un figlio neonato è di 189,2 euro al mese se hai un ISEE che non supera i 16.215 euro e non hai diritto a maggiorazioni.

Per calcolare l’importo che ti spetta, puoi usare il simulatore importo assegno mensile sul sito web INPS.

Entra nella community, informati e fai le tue domande su Youtube e Instagram.

Come usare il simulatore AU

Il simulatore importi assegno mensile è accessibile liberamente ed è consultabile da qualunque dispositivo mobile o fisso, senza la necessità di credenziali per il suo utilizzo.

È utile a calcolare l’importo dell’assegno spettante alle famiglie con figli a carico. Infatti, come abbiamo detto, la quota dell’assegno unico figli attivo dal 7° mese di gravidanza ai 21 anni di età.

Per calcolare l’importo dell’assegno teoricamente spettante, occorre inserire nel Simulatore Importo Assegno Unico INPS alcune semplici informazioni. Nello specifico:

  • composizione del nucleo familiare;
  • importo presunto ISEE;
  • madre under 21;
  • maggiorazione “transitoria”;
  • la maggiorazione per genitori con reddito da lavoro.

Ti spieghiamo nel dettaglio e passo dopo passo come usare il simulatore INPS per calcolare l’importo dell’AU che ti spetta.

Cosa fare quando nasce un figlio

Come anticipato, la procedura varia a seconda che si tratti di primo figlio o di figlio successivo al primo. In ogni caso, la prima cosa da fare è richiedere un nuovo ISEE in cui includere nel nucleo familiare anche il nuovo, o la nuova, componente.

L’aggiornamento dell’ISEE è infatti essenziale affinché l’INPS disponga di tutte le informazioni utili per procedere al calcolo dell’importo dell’assegno unico (altrimenti ne verrà riconosciuto l’importo minimo).

Ovviamente la richiesta della nuova DSU ai fini ISEE andrà presentata solo alla nascita del figlio, una volta ottenuto il codice fiscale.

Per quelle famiglie che per lo stesso anno avevano già ottenuto un ISEE in corso di validità, si tratterà di fare un piccolo aggiornamento che richiederà poco tempo: basterà copiare l’ultima DSU presentata, senza variare redditi e patrimoni visto che il periodo preso in esame è lo stesso, e aggiungere il codice fiscale del minore che ha appena fatto l’ingresso in famiglia (vale anche per gli affidamenti e adozioni ovviamente).

A questo punto basterà attendere qualche giorno per ottenere la nuova certificazione ISEE, la quale avrà una sorpresa: dal momento che redditi e patrimoni restano invariati, infatti, l’ISEE sarà più basso in quanto la nascita di un nuovo figlio porta all’aumento della scala di equivalenza. E più quest’ultima è elevata e tanto più l’ISEE si abbassa.

Vediamo in cosa consiste la nuova maggiorazione dell’Assegno Unico per genitori vedovi in vigore da giugno 2023.

Cosa fare quando nasce il primo figlio

Nel caso del primo figlio, una volta ottenuto l’ISEE bisognerà presentare una domanda di Assegno Unico: la richiesta è telematica e si può inviare direttamente dal sito dell’INPS o anche chiamando all’apposito numero verde, o in alternativa rivolgendosi a caf e patronati.

Cosa succede all’Assegno Unico durante il congedo con Legge 104? Si continua a ricevere il sussidio, comprensivo di maggiorazioni, se si chiede il congedo retribuito per assistere il proprio figlio con disabilità? Rispondiamo in questo approfondimento.

Cosa fare quando nasce un figlio successivo al primo

Laddove si tratti di figlio successivo al primo, invece, basta comunicare la variazione e aggiungere il codice fiscale del nuovo nato.

La procedura è la stessa: lo si può fare in autonomia sul sito dell’Inps, oppure chiamando il contact center o rivolgendosi a un patronato.

Nell’area personale MyInps, alla quale si può accedere con credenziali Spid, Cie o Cns, è disponibile infatti la funzione “aggiungi figlio alla domanda già presentata”.

Basterà cliccarci su, compilare gli appositi spazi – partendo dall’inserire il codice fiscale del minore, specificando poi se l’altro genitore è quello già indicato per gli altri figli – e aggiornare la domanda.

Gli importi dell’Assegno Unico cambiano in base a determinati requisiti e a seconda della disabilità. Molti nostri utenti ci chiedono: quale tipo di disabilità per l’Assegno Unico? Lo chiariamo in questo approfondimento, facendo una distinzione tra tipologia e grado di disabilità.

Il ricalcolo dell’importo per figli successivi al primo

Una volta effettuati entrambi i suddetti passaggi, l’INPS effettuerà un ricalcolo dell’assegno unico considerando appunto il nuovo minore a carico.

Intanto è importante sottolineare che questo sarà considerato già per il periodo successivo al 7° mese di gravidanza.

Con il primo pagamento – atteso nel mese successivo a quello in cui è stata aggiornata la domanda – dunque, l’INPS pagherà anche le mensilità riferite al periodo suddetto.

Come visto sopra, la nascita di un nuovo figlio comporta generalmente un abbassamento dell’ISEE.

Dopodiché, ricordiamo che al terzo e al quarto figlio scattano delle maggiorazioni dell’importo. Nel dettaglio, nel caso di figlio successivo al secondo è prevista una maggiorazione che va da 91,90 a 16,20 euro (a seconda dell’ISEE).

Per il quarto figlio, invece, si applica una maggiorazione forfettaria, che comprende tutti i figli, di 150 euro.

E ancora, si ricorda che la legge di Bilancio 2023 ha introdotto una maggiorazione del 50% fino al compimento del 1° anno. E nel caso dei nuclei con almeno 3 figli, la maggiorazione della metà vale fino al compimento dei 3 anni.

Quindi, con il primo pagamento successivo all’aggiornamento della domanda, l’INPS terrà conto anche del diritto a eventuali maggiorazioni.

Assegno Unico 2023 e importi per i neonati
Assegno Unico 2023 e importi per i neonati. Nella foto: una madre con il suo bambino

FAQ (domande e risposte)

Quali documenti servono per presentare la domanda di Assegno Unico?

Le informazioni richieste per presentare la domanda sono minime: dati dei figli (codice fiscale, eventuale disabilità), dati dell’altro genitore (se presente e solo il codice fiscale), dati per il pagamento, dichiarazioni di responsabilità e assenso al trattamento dei dati. Non vanno allegati documenti, se non in casi specifici di cui viene data comunicazione all’utente all’atto di presentazione della domanda.

L’Assegno unico come viene pagato per genitori separati, divorziati o non conviventi?

Nel caso di genitori separati, divorziati o comunque non conviventi, l’Assegno può essere pagato al solo richiedente o, anche a richiesta successiva, in misura uguale tra i genitori. Il richiedente deve dichiarare nella domanda che le modalità di ripartizione sono state definite in accordo con l’altro genitore e può indicare nella stessa domanda anche gli estremi dei conti dove pagare la quota di Assegno spettante all’altro genitore.  In mancanza di accordo, il richiedente deve indicare che chiede solo il 50% per sé. In questo caso, l’altro genitore dovrà successivamente integrare la domanda fornendo gli estremi dei propri conti. 

L’Assegno unico concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini IRPEF?

No, l’importo dell’Assegno unico non concorre alla formazione del reddito ai fini IRPEF, in quanto esente.

L’Assegno unico è compatibile con altri bonus?

L’Assegno è compatibile con la fruizione di altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali, ed è compatibile con il Reddito di Cittadinanza. È compatibile anche con il Bonus asilo nido.

Come avviene il pagamento dell’Assegno Unico?

Sul conto corrente bancario o postale, bonifico domiciliato presso sportello postale, libretto postale, conto corrente estereo area SEPA, carta prepagata con IBAN. Questi conti devono essere intestati al richiedente o all’altro genitore (se viene scelta la ripartizione dell’importo).

Quale IBAN va indicato nella compilazione della domanda di Assegno unico?

L’IBAN da inserire deve essere attivo e correttamente intestato o cointestato alla persona che fa domanda per l’Assegno Unico. L’INPS non può accreditare l’assegno sul conto corrente di una persona differente da chi presenta la domanda.

È possibile comunque chiedere l’accredito dell’Assegno Unico su un conto corrente cointestato al beneficiario che ha presentato la domanda. Non è invece sufficiente essere delegati alla riscossione su quell’IBAN.

È inoltre importante che il codice fiscale del richiedente, indicato nella domanda, e quello che risulta all’Istituto di Credito, come codice fiscale del titolare del conto corrente su cui si chiede l’accredito, corrispondano esattamente.

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