Assegno unico: arretrati per Rdc anche dopo il 30 giugno

Assegno unico: arretrati per Rdc anche dopo il 30 giugno, marcia indietro dell'Inps, eliminato il limite. La comunicazione dopo un parere del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Vediamo come funziona.

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5' di lettura

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I titolari di Rdc potranno infatti presentare il modello Rdc-Com/Au anche dopo il 30 giugno e questo ritardo non provocherà la perdita degli arretrati che sono stati maturati a partire dal primo marzo.

Lo ha comunicato l’Inps, nel messaggio numero 2537 del 2022 che modifica in modo parziale le informazioni che sono state fornite agli utenti il mese scorso.

Non si perdono gli arretrati

Come sapete il decreto legislativo numero 230 del 2021 stabilisce che l’erogazione dell’Assegno Unico per le famiglie che ricevono l’Rdc deve essere effettuata con le identiche modalità del Reddito di Cittadinanza. E quindi, senza che sia necessario presentare la domanda.

Ma in diversi casi l’ente previdenziale può richiedere un supplemento di informazioni.

Accade quando c’è una maggiorazione, che può spettare quando i due genitori sono titolari di altrettanti redditi da lavoro. (Quando si perde l’assegno unico, tutti i casi)

Senza dimenticare la maggiorazione che è riservata ai nuclei familiari che hanno un Isee fino a 25mila euro se uno dei componenti della famiglia abbia ricevuto nel 2021 l’assegno per il nucleo familiare.

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Chi ha ricevuto il pagamento

In linea di massima sono queste le famiglie che hanno già ricevuto un primo pagamento:

  • famiglie con entrambi in genitori, per la quota che spetta ai figli minorenni o maggiorenni con disabilità;
  • ai nuclei che sono formati da un solo genitore, per i figli minorenni o maggiorenni con disabilità (sempre se risultino a carico e con le regole Isee). In questo caso l’assegno spettante è nei limiti del 50%.

(Assegno unico più alto per i disoccupati: ecco come)

Assegno unico: come inviare il modello

L’Inps ha anche chiarito (in un precedente messaggio) che il modello Rdc/Com – Au, può essere presentato solo via telematica, collegandosi dal sito web dell’Inps.

Ma c’è anche una alternativa per chi non avesse dimestichezza con gli strumenti elettronici: si può andare al Patronato e chiedere la necessaria assistenza.

Assegno unico: il parere del Ministero

Ma perché l’Inps ha fatto marcia indietro rispetto al limite del 30 giugno per ricevere anche gli arretrati dell’assegno unico?

È stato decisivo un parere del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. In pratica il modello Rdc-Com/Au è stato ritenuto un elemento per l’acquisizione delle informazioni utili per il riconoscimento dell’integrazione Reddito di Cittadinanza/Assegno Unico. E non una domanda di accesso al trattamento. (L’Assegno Unico non arriva: come verificare l’istruttoria)

Una semplice integrazione non può quindi comportare in caso di ritardo la perdita di arretrati.

Proprio in conseguenza di questa valutazione, il modello può essere presentato dopo la scadenza del 30 giugno senza che il ritardo causi la perdita degli arretrati che erano stati maturati a partire dal primo marzo.

Ovviamente si immagina che a marzo fosse già attiva una domanda di Rdc in pagamento.

Assegno unico: conclusione

E dunque, in conclusione, l’ente previdenziale dovrà riconoscere gli importi che si riferiscono alle mensilità arretrate di integrazione tra Reddito di Cittadinanza e Assegno Unico.

Ma non solo: dovranno essere incluse anche le maggiorazioni (con decorrenza da marzo). E ribadiamo: a prescindere dalla data di presentazione del modello.

Assegno unico: cosa inserire nel modello

Vi ricordiamo cosa deve essere inserito nel modello Rdc-Au:

  • se c’è un figlio maggiorenne non disabile per attestare le condizioni che consentono l’erogazione dell’Assegno Unico Universale fino al compimento del 21esimo anno di età: come, ad esempio, nel caso della prosecuzione della formazione scolastica, professionale o l’eventuale iscrizione a un corso di laurea, frequenza di un tirocinio, e così via;
  • se il nucleo familiare è composto da un solo genitore (nel caso di genitori separati, divorziati o genitori naturali non conviventi);
  • dichiarare le condizioni che consentono di ricevere la maggiorazione temporanea dell’Assegno Unico (Isee non superiore a 25.000 euro e fruizione nel 2021 degli ANF da parte di almeno un componente del nucleo familiare);
  • dichiarare, eventualmente, che entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro.

Per i figli maggiorenni la presentazione di questo modello è necessaria, solo così sarà possibile la continuazione del beneficio. In questo caso il modello può essere trasmesso direttamente dal figlio maggiorenne.

Nel caso di un genitore unico questo modello è indispensabile per ricevere anche il restante 50% dell’integrazione, che altrimenti potrebbe essere erogato solo dopo la presentazione di una domanda.

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