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Assegno Unico, dove inserire l’ISEE nella domanda

Dove inserire l'ISEE nella domanda per l'Assegno Unico? Scopriamolo insieme.

8' di lettura

Oggi vedremo se e dove inserire l’ISEE nella domanda per l’Assegno Unico e approfondiremo quali sono gli importi della misura (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Dove inserire l’ISEE nella domanda per l’Assegno Unico?

L’Assegno Unico è il contributo mensile che spetta alle famiglie che hanno figli a carico disabili o con meno di 21 anni. Tutti i nuclei in queste condizioni hanno diritto all’Assegno Unico a prescindere dal reddito familiare.

Tuttavia, gli importi assegnati variano in base alla composizione e all’ISEE del nucleo familiare, dove più alto è il reddito più bassa la somma che si riceve. Nello specifico gli ISEE più bassi hanno diritto ad un importo base di circa 189 euro per figlio minorenne, gli ISEE più alti di soli 54 euro.

Dunque, per capire dove inserire l’ISEE nella domanda per l’Assegno Unico, chiariamo che l’ISEE non va indicato da nessuna parte. Quando si compila la domanda di Assegno Unico non è necessario indicare il valore dell’ISEE familiare.

Infatti, dopo che il nucleo ha compilato la DSU e ottenuto l’ISEE in corso di validità, invia la domanda di Assegno Unico. In seguito, sarà l’INPS in modo del tutto automatico ad estrapolare le informazioni sull’ISEE del nucleo dai suoi database e assegnare l’importo spettante di Assegno Unico in base al reddito.

Ricordiamo però che se non si compila la DSU e non si ottiene l’ISEE in corso di validità l’INPS assegnerà al nucleo direttamente gli importi minimi, cioè quelli assegnati alla fascia più alta di reddito e senza maggiorazioni del caso.

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Come richiedere l’Assegno Unico 2023?

Per ottenere l’Assegno Unico è necessario presentare una richiesta attraverso la pagina dedicata sul il sito dell’INPS. Una volta approvata la domanda, l’importo viene accreditato ogni mese sul conto corrente del beneficiario.

Tuttavia, c’è un’eccezione per i percettori di Reddito di cittadinanza (Rdc), che come confermato dal Decreto Lavoro sarà abrogato nel 2024. Per quelli che hanno diritto al Rdc, l’Assegno Unico viene erogato in modo automatico, senza bisogno di una specifica richiesta.

In pratica, i percettori di Rdc non devono presentare una domanda separata per l’Assegno Unico, poiché l’importo spettante viene accreditato automaticamente sulla carta del Rdc se ne hanno diritto.

Trovate una guida completa nel nostro articolo che spiega come inviare la domanda per l’Assegno Unico.

È necessario l’ISEE per rinnovare l’Assegno Unico dopo la scadenza?

L’Assegno Unico 2023 scadrà il 28 febbraio del 2024, poiché l’annualità della misura va da marzo al marzo dell’anno successivo.

Per chiedere il rinnovo dell’Assegno Unico non sarà necessaria nessuna domanda, ma i beneficiari dovranno compilare la nuova DSU 2024 tra il 1° gennaio e il 28 febbraio 2024. Anche in questo caso sarà l’INPS poi a calcolare eventuali variazioni di importo e ad assegnare al nucleo la cifra giusta di Assegno Unico 2024.

Se l’ISEE non viene rinnovato i beneficiari non perdono il diritto all’Assegno Unico, ma potrebbero vedere una riduzione di importo. Senza l’ISEE aggiornato al nucleo vengono infatti assegnati gli importi minimi spettanti ai redditi alti.

Chi non rinnova l’ISEE entro la fine di febbraio potrà comunque farlo entro il 30 giugno 2024, così da aver diritto ad eventuali arretrati per le somme non percepite.

Come cambia l’importo dell’Assegno Unico in base all’ISEE?

I percettori dell’Assegno Unico ricevono un pagamento mensile dall’INPS, il quale varia in base all’ISEE del nucleo familiare.

È importante sottolineare che le fasce ISEE sono numerose e una differenza di soli 100 euro nell’ISEE può influenzare, anche se di poco, l’importo dell’Assegno Unico.

In breve, ogni volta che l’ISEE aumenta di circa 100 euro, l’importo dell’Assegno Unico diminuisce di 1 euro. Questo significa che anche piccole variazioni nell’ISEE possono avere un impatto sulle somme erogate di Assegno Unico.

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In foto, lo screen della pagina web dedicata al servizio di ISEE precompilato.

Tabella con le fasce ISEE dell’Assegno Unico 2023

È possibile scaricare le tabelle complete in formato PDF, contenenti gli importi dell’Assegno Unico in base alle fasce ISEE, cliccando sul pulsante download alla fine del paragrafo.

Di seguito, è presente una tabella riassuntiva che illustra le variazioni dell’importo base ogni volta che l’ISEE aumenta di circa 5.000 euro.

ISEEAssegno figli minori e disabiliAssegno figli 18-20 anni
fino a 16.215,00 euro189,2 euro91,9 euro
da 19.998,51 a 20.106,60 euro169,7 euro82,6 euro
da 24.214,41 a 24.322,50 euro148,6 euro 72,4 euro
da 30.051,81 a 30.159,90 euro119,5 euro58,4 euro
da 35.024,41 a 35.132,50 euro94,6 euro46,5 euro
da 40.429,41 a 40.537,50 euro67,6 euro33,5 euro
oltre i 43.240,00 euro54,1 euro27,0 euro
Tabella con le fasce ISEE dell’Assegno Unico 2023

Quali sono le maggiorazioni dell’Assegno Unico 2023?

Oltre agli importi base dell’Assegno Unico, che dipendono dall’ISEE, dal numero e dall’età dei figli, sono previste anche delle maggiorazioni. In dettaglio, l’importo mensile spettante aumenta nel seguente modo:

  • Nuclei con figli da 0 a 1 anno: + 50% dell’importo (a prescindere dall’ISEE) per ogni figlio con meno di 1 anno di età;
  • Nuclei con figli da 1 a 3 anni e con 3 o più figli a carico: + 50% dell’importo per ogni figlio entro da 1 a 3 anni di età (per livelli di ISEE fino a 40.000 euro);
  • Nuclei con 4 o più figli a carico: aumento della maggiorazione forfettaria che da 100 euro passa a 150 euro;
  • A fini degli importi i figli maggiorenni e disabili a carico saranno considerati come i figli minorenni;
  • Per ciascun figlio dopo il secondo: un aumento compreso dai 16 euro (ISEE sopra i 40.000) fino a 91 (ISEE fino a 15.000);
  • Ulteriore maggiorazione per i figli con disabilità fino ai 21 anni: 91,9 euro, se affetto da disabilità media; 102,7 euro, se affetto da disabilità grave; 113,5 euro se in condizione di non autosufficienza;
  • Una maggiorazione che si applica se nel nucleo entrambi i genitori lavorano.

FAQ (Domande e Risposte) sui dell’Assegno Unico

Quale IBAN va indicato quando si compila la domanda per l’Assegno Unico?

L’IBAN da indicare deve essere per forza intestato al richiedente dell’Assegno Unico. Nel caso di conto corrente cointestato, il richiedente deve essere uno degli intestatari. Inoltre, si deve fare attenzione al fatto che codice fiscale e nome/cognome del richiedente, indicati nella domanda, corrispondano a quelli registrati dalla banca e associati all’IBAN.

Nel caso la prestazione sia divisa tra i genitori e ognuno riceva il 50% dell’importo, si possono indicare due diversi IBAN. Anche in questo caso però gli IBAN devono corrispondere ad un conto (o una carta) intestato ai rispettivi titolari dell’Assegno Unico, cioè uno a un genitore e uno all’altro.

Solo se si presenta domanda di Assegno Unico in qualità di tutore è possibile indicare un IBAN diverso da quello del richiedente e usarne uno intestato al soggetto tutelato.

Come viene pagato l’Assegno Unico?

L’Assegno Unico può essere pagato su:

Solo i titolari di Reddito di cittadinanza non devono richiedere l’Assegno Unico. Se ne hanno diritto per loro la prestazione scatta in automatico e ricevono il pagamento sulla carta del Rdc.

Se a richiedere l’Assegno Unico è un figlio maggiorenne come avviene il pagamento?

Sempre nelle modalità indicate nella FAQ precedente. L’IBAN però deve per forza essere intestato o cointestato al figlio maggiorenne che richiede l’Assegno Unico.

Se il figlio diventa maggiorenne o supera i 21 anni nel mese di competenza, il mese viene pagato?

Si! Ad esempio, se un figlio compie 22 anni il 1° luglio 2023 e non si ha più diritto all’Assegno Unico per lui, la mensilità di luglio sarà comunque regolarmente pagata.

Quando richiedere l’Assegno unico per ottenere gli arretrati?

L’Assegno Unico spetta dal mese successivo a quello della presentazione della domanda. Ad esempio, richiedendo l’Assegno Unico ad agosto, la prestazione spetta dal mese di settembre. Solo nel caso in cui si presenti domanda entro il 30 giugno 2023 si potranno ricevere gli arretrati, calcolati a partire da marzo 2023.

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