Assegno unico figli: cresce l’attesa per la circolare che ufficializzerà l’introduzione della misura a partire dal prossimo luglio. Quali sono le prossime tappe? Possibile lo slittamento dell’esordio? (entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Assegno unico figli: cosa si sa di certo?
L’assegno unico figli dovrebbe diventare la misura principale del welfare italiano: la platea potenziale è di più di 7 milioni e mezzo di famiglie.
L’esordio del contributo per famiglie è atteso a partire dal prossimo luglio, in base a quanto disposto dall’ultima Legge di Bilancio.
Tuttavia, mancano alcuni passaggi burocratici – diffusione di apposita circolare Inps compresa – per conoscere alcuni dettagli fondamentali sul meccanismo che ne regolerà l’erogazione (a cominciare dalla parametrazione dell’importo). Detto ciò, si può già affermare con certezza che:
- a poco a poco ingloberà praticamente tutte le misure al momento previste per i nuclei con figli (ANF, Bonus Bebè Bonus terzo figlio) e le detrazioni per i figli a carico
- sarà accreditato dal settimo mese di gravidanza in poi fino al compimento del 21esimo anno
- l’importo sarà diviso tra una quota fissa, cioè spettante a prescindere dalla condizione economica, e da una variabile a seconda dell’Isee
- è prevista una maggiorazione per ogni figlio successivo al primo, per ogni figlio disabile e per le madri con meno di 21 anni
- potrà essere erogato al compimento della maggiore età direttamente al figlio inserito in un percorso professionalizzante o formativo.
Potrebbe slittare al 2022?
Come si diceva, però, mancano alcuni passaggi burocratici perché si possa “ufficializzare” l’introduzione dell’assegno unico il prossimo 1 luglio.
Passaggi che attualmente non figurano nel calendario del Governo Draghi: questo fa pensare agli esperti che il governo stia valutando la possibilità di far slittare l’esordio della misura di qualche mese o, forse, a inizio 2022.
Infatti, secondo alcune indiscrezioni, si potrebbe prevedere l’erogazione di un Bonus una tantum di 200-250 euro in sostituzione, per alcuni mesi del 2021, del vero e proprio assegno unico.
Altra ipotesi che sarebbe in campo quella di far partire la misura con un sistema di calcolo che porti a cifre più “leggere” per le casse dello stato, tra l’altro, riservando la misura solo ad alcune categorie di cittadini (disoccupati o con redditi sotto gli 8mila euro) fino all’anno prossimo quando l’assegno unico sarebbe esteso a tutti.
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