Assegno unico, INPS: «Pagati quasi tutti e pure in anticipo»

L'incredibile comunicato di Inps sull'assegno unico parla di pagamenti quasi completi e pure in anticipo, ma in realtà ci sono numerosi arretrati e importi sbagliati.

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Assegno unico – In una situazione di crisi economica e sociale come questa, con arretrati ancora da pagare e ritardo nelle pubblicazioni dei moduli, Inps pubblica un comunicato dove decide di auto-celebrarsi (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

L’istituto in un comunicato del 31 maggio ha tenuto a ribadire quanto sia stato efficiente dei pagamenti, elencando i dati delle domande e dei percettori.

Per evitare polemiche sterili, in questo articolo ci concentreremo sui dati contenuti nel comunicato, che meritano un commento per l’importanza che sta assumendo l’Assegno unico nella vita dei cittadini.

Evidenzieremo però anche gli arretrati non corrisposti e i ritardi nelle erogazioni dovuti alla lentezza dell’Inps. Proprio per questo riteniamo inopportuno pubblicare comunicati del genere, che non fanno altro che istigare le famiglie in attesa dei soldi o che hanno ricevuto qualche manciata di euro per «dati incompleti».

Assegno unico 2022 in numeri

L’Assegno unico ha rivoluzionato il sistema di welfare italiano, sostituendo buona parte degli Assegni al nucleo familiare ANF e quasi tutti i bonus per la famiglia precedentemente in vigore.

Al 30 maggio sono state inoltrate dalle famiglie italiane oltre 5 milioni di domande per più di 8 milioni di figli a carico.

Scopri la pagina dedicata all’Assegno unico per conoscere altri diritti e agevolazioni.

L’Assegno unico viene percepito anche dai beneficiari di Reddito di cittadinanza, per i quali già sono state versate oltre 320mila integrazioni.

In totale, gli assegni pagati dall’istituto sono a oggi più di 21 milioni.

Quasi la metà delle domande riguarda famiglie con un solo figlio e questo sottolinea ancora una volta la difficoltà degli italiani a decidere di crescere più di un figlio. Solo l’8% ha più di 3 figli e circa 13mila hanno 5 o più figli.

Il 6% delle domande comprende figli con disabilità (i colleghi di invaliditaediritti.it hanno scritto una guida interessante sull’invalidità civile permanente e a quali agevolazioni è collegata).

Dato allarmante sono gli ISEE, che evidenziano una situazione economica e patrimoniale tutt’altro che rosea: il 29% delle famiglie ha meno di 10.000 euro di ISEE, parliamo di circa un terzo del totale. Il 26% ne ha uno tra 10.000 euro e 20.000 euro. Il 13% ne ha uno tra 20.000 e 30.000. Il resto ha preferito non presentare l’ISEE e prendere il minimo per ciascun figlio.

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Assegno unico, INPS: arretrati e importi sbagliati

Quello che Inps non dice nel suo comunicato auto-celebrativo è che molti degli importi erogati sono sbagliati e ammontano a qualche decina di euro. Questi soldi sono stati versati per via di dati mancanti, che le famiglie avrebbero dovuto correggere.

Peccato che non si poteva fare, almeno fino alla settimana scorsa, e non potevano farlo neanche i CAF.

Infatti, da pochissimo è disponibile il nuovo modello Rdc-Com/Au che permetterà la rettifica degli importi e l’erogazione delle maggiorazioni, che molti non hanno ancora ricevuto.

A questa situazione si aggiungono le domande ancora in istruttoria, che secondo i dati dell’INPS sono soltanto lo 0,8%. Evidenziamo che su 5.049.157 domande si tratta di 40.393 famiglie, tutt’altro che poche o meglio: non così poche da permettersi di pubblicare un comunicato autocelebrativo di questo tipo.

Anche perché a queste 40.393 famiglie va aggiunto un altro 3% che dovrà rettificare i dati e parliamo di 151.474 famiglie con uno o più figli a carico.

La beffa sta proprio nel fatto che nel comunicato si dice esplicitamente che sono stati pagati quasi tutti e anche «in anticipo rispetto alle scadenze previste».

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