Assegno unico non pagato da mesi? Purtroppo, sono ancora molti gli utenti che ci segnalano i gravi ritardi dell’assegno unico, addirittura c’è chi non lo riceve da marzo. In questo articolo descriviamo in quali modi si può procedere per risolvere questo disagio (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
L’INPS ha già annunciato alcune date dell’assegno unico di ottobre sia per chi beneficia del Reddito di cittadinanza sia per chi ha fatto domanda e non riceve il Rdc.
Ricordiamo che le date di accredito cambiano da persona a persona e vanno controllate periodicamente sul fascicolo previdenziale del cittadino, area riservata del sito INPS, accessibile tramite le credenziali digitali SPID, CIE o CNS.
Eppure, c’è ancora un gran numero di destinatari che non ha ricevuto neanche una mensilità dell’assegno unico, pur avendo tutte le carte in regolare per ottenere il sussidio. Ecco perché nei prossimi paragrafi vedremo insieme quali sono le possibili strade da intraprendere per “farsi sentire”.
Indice
- Assegno unico non pagato da mesi: possibili date di ottobre
- Assegno unico non pagato da mesi: come avvertire l’INPS
- Assegno unico non pagato da mesi: le vie legali
- Assegno unico non pagato da mesi: quando e come fare causa all’INPS
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Assegno unico non pagato da mesi: possibili date di ottobre
Prima di addentrarci nel comportamento da adottare in caso di assegno unico non pagato da mesi, ricordiamo brevemente quali sono le date di pagamento possibili dell’assegno unico per il mese di ottobre.
La prima data di accredito annunciata corrisponde al 5 ottobre 2022, quindi due giorni fa, e faceva riferimento al mese di settembre 2022, quindi a coloro che non avevano ancora ricevuto l’importo dell’assegno universale del mese precedente.
Pur non essendoci ancora delle date precise sui prossimi giorni, possiamo affermare che l’assegno unico arriverà in queste finestre temporali:
- dal 1° al 13 ottobre 2022 sono attesi gli arretrati dell’assegno unico, a partire da quelli riferiti a settembre, per chi non li ha ricevuti e non percepisce il Reddito di cittadinanza;
- tra il 13 e il 31 ottobre 2022 sono attesi i pagamenti dell’assegno unico riferiti al mese di ottobre per chi non riceve il Reddito di cittadinanza e ha fatto domanda del sussidio;
- dal 17 ottobre 2022 sono attesi i pagamenti degli arretrati dell’assegno unico su Rdc;
- dal 28 al 31 ottobre 2022, come abbiamo visto poco fa, sono attesi i pagamenti dell’assegno unico su Rdc riferiti a settembre e anche ai mesi precedenti, se saranno elaborati gli arretrati.
Scopri la pagina dedicata all’Assegno unico per conoscere altri diritti e agevolazioni.
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Assegno unico non pagato da mesi: come avvertire l’INPS
Se sei tra le persone che hanno l’assegno unico non pagato da mesi, ci sono diverse strade da percorrere per porre fine a questo disagio. Innanzitutto, bisogna assicurarsi di avere tutte le carte in regole per ricevere il sussidio. Per esempio, in caso di assegno unico su Rdc per le famiglie in condizioni particolari, per esempio con figli maggiorenni o in caso di madre fino a 21 anni, è necessario compilare il modulo Rdc Com Au e aspettare gli arretrati dei mesi scorsi.
Se invece hai già controllato di non avere problemi relativi alla documentazione e non hai mai ricevuto l’assegno unico pur avendone diritto, dovresti segnalare questa mancanza all’Istituto di previdenza sociale.
Per segnalare un problema all’INPS esistono diversi modi. In particolare, è possibile avvertire l’INPS così:
- contattare il numero verde dell’INPS e cioè il numero 803 164 da rete fissa oppure 06 164 164 da rete mobile;
- chiamare il Contact Center dell’Inps dall’estero, digitando i numeri di riferimento in base alla Nazione in cui ti trovi;
- chiamare l’INPS da internet attraverso il servizio VoIP Parla con noi. In questo caso, parlerai con un operatore INPS direttamente dal PC;
- utilizzare il servizio INPS Risponde dalla tua area personale del sito INPS;
- scrivere una e-mail alla PEC Inps. Qui trovi tutti gli indirizzi in base alla sede interessata;
- contattare l’Istituto sulle pagine social, come la pagina Facebook Inps per la famiglia;
- in ultima analisi, andare in sede territoriale dell’INPS. Puoi decidere di recarti direttamente in sede oppure prenotare un appuntamento chiamando i numeri del Contact Center.
Se hai già provato tutte queste modalità senza avere una risposta chiara o soluzione, un’altra alternativa è quella di procedere per vie legali. Vediamo in che modo nel prossimo paragrafo.
Tutti i dettagli su come segnalare un problema all’INPS e contattare l’Ente sono descritti in questo articolo.
Assegno unico non pagato da mesi: le vie legali
Come dicevamo, l’ultima alternativa per far valere i tuoi diritti in caso di assegno unico non pagato da mesi è procedere per vie legali, facendo causa all’INPS per le sue mancanze.
Ovviamente, per fare ciò è necessario ponderare bene la situazione e soprattutto capire quanto ti verrebbe a costare. Infatti, per fare causa all’Istituto dovrai rivolgerti a un professionista legale come un avvocato di fiducia oppure un avvocato di un ente di Patronato o Caf.
Dal punto di vista dei costi, l’ideale sarebbe rivolgersi all’avvocato di un patronato, poiché fornisce un servizio più economico. In ogni caso, il consiglio è di chiedere un preventivo a entrambe le figure professionali e valutare in termini di costi e tempistiche cosa sia meglio.
Una volta che avrai preso una decisione, non ti resta che farti assistere nel corso del processo amministrativo. Nel prossimo paragrafo descriviamo brevemente cosa significa in poche parole fare causa all’INPS.
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Assegno unico non pagato da mesi: quando e come fare causa all’INPS
Quando si riscontra una grave mancanza da parte dell’INPS, come l’assegno unico non pagato da mesi, la prima azione da svolgere, facendosi assistere dal proprio legale di riferimento, è intraprendere un ricorso amministrativo.
In particolare, il ricorso amministrativo preliminare è una condizione necessaria per procedere successivamente alla causa contro l’INPS. Se il ricorso ha esito negativo, perché viene rifiutato dall’INPS o perché non vengono rispettati i tempi previsti per la risposta (90 giorni), si può procedere con la causa. In alcuni casi, tuttavia, la fase del ricorso amministrativo non è necessaria e si può andare direttamente in causa.
Nello specifico, per fare causa all’INPS si intraprende il cosiddetto ricorso giudiziale, il quale va inoltrato a seconda dei casi:
- al Giudice previdenziale (si tratta del Tribunale in funzione di giudice unico di primo grado del lavoro, che applica il rito del lavoro con alcune particolarità collegate alla specialità della materia), per le controversie in materia di:assicurazioni sociali a favore di lavoratori dipendenti e di lavoratori autonomi e professionisti (incluse le casse professionali);
- infortuni sul lavoro e malattie professionali;
- assegni per il nucleo familiare e assegni familiari;
- qualsiasi prestazione di previdenza ed assistenza obbligatoria (ad esempio disoccupazione, mobilità o maternità);
- inosservanza degli obblighi del datore di lavoro di assistenza e previdenza derivanti da contratti e accordi collettivi;
- risarcimento danni per errore dell’Inps nella comunicazione delle informazioni sulla posizione contributiva: è il caso in cui il dipendente viene indotto a dimettersi prima della maturazione del diritto alla pensione a causa di informazioni sbagliate dell’Inps;
- costituzione forzosa di una rendita vitalizia (per mancato pagamento dei contributi da parte del datore di lavoro);
- alla Corte dei conti, per le controversie in materia di:
- pensioni;
- assegni o indennità civili, militari o di guerra;
- al Tribunale ordinario, per le controversie in materia di previdenza complementare;
- al Giudice di Pace, per le controversie in materia di interessi e accessori;
- al Tar, per le controversie in materia di interessi legittimi.
In caso di prestazioni come l’assegno unico, la competenza di riferimento è il Giudice previdenziale, il quale si occupa degli assegni per il nucleo familiare e degli assegni familiari, tra cui l’assegno unico.
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