Nell’articolo di oggi vedremo come funziona l’Assegno Unico per residenti AIRE, cioè per chi è iscritto all’anagrafe degli italiani all’estero (scopri le ultime notizie sull’Assegno Unico e sui bonus attivi in Italia. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Come funziona l’Assegno Unico per residenti AIRE?
L’Assegno Unico è il contributo economico che spetta ai nuclei familiari con figli a carico disabili o con meno di 21 anni. Alla prestazione hanno diritto tutti i nuclei familiari in queste condizioni, a prescindere dal reddito familiare. Tuttavia, la normativa stabilisce anche che per ottenerlo sia obbligatoria la residenza in Italia.
In sostanza quindi chi è iscritto all’AIRE, cioè è regolarmente registrato nell’anagrafe degli italiani all’estero, non ha diritto a richiedere all’Assegno Unico.
Secondo molti questo vincolo alla residenza in Italia potrebbe costituire una violazione dei principi fondamentali del diritto comunitario. In particolare, per quanto riguarda i cittadini italiani residenti all’interno dell’Unione Europea, questa normativa sembra entrare in conflitto con l’articolo 7 del regolamento n. 883/2004.
L’articolo afferma chiaramente che “le prestazioni in denaro dovute a titolo della legislazione di uno o più Stati membri non possono essere soggette ad alcuna riduzione, modifica, sospensione, soppressione o confisca per il fatto che il beneficiario o i familiari risiedono in uno Stato membro diverso da quello in cui si trova l’istituzione debitrice“.
Nonostante questo problema normativo, di fatto nel 2023 non è possibile richiedere l’Assegno unico se non si risiede in Italia.
Quali sono i requisiti di residenza per l’Assegno Unico?
I requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno che danno diritto alla prestazione sono sintetizzati nella pagina dell’Assegno Unico sul sito dell’INPS. Qui, si chiarisce che la richiesta è riservata a quanti risiedono in italia e pagano l’Irpef.
Ovvero, non basta la residenza, ma bisogna anche pagare le tasse in Italia per ottenere l’Assegno Unico. Nello specifico queste sono le condizioni richieste:
- essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, oppure essere titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi;
- essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
- essere residente e domiciliato in Italia;
- essere o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
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Come funziona l’Assegno Unico per un figlio maggiorenne all’estero?
La cosa a cui bisogna prestare attenzione è che la normativa dell’Assegno Unico stabilisce dei limiti di residenza solo per chi richiede la prestazione. Ovvero una famiglia che risiede all’estero non può ottenere l’Assegno Unico visto che non può richiederlo non avendo residenza in Italia.
Tuttavia, se un figlio risiede all’estero ed è iscritto all’AIRE, se egli è comunque a carico dei genitori, anche se maggiorenne, in molti casi la famiglia può ottenere l’Assegno Unico per lui.
Quando spetta l’Assegno Unico per i figli maggiorenni?
L’Assegno Unico spetta anche per i figli maggiorenni, entro i 21 anni, se questi sono fiscalmente a carico dei genitori, ovvero se:
- frequentano un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
- svolgano un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
- siano registrati come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
- svolgano il servizio civile universale.
Quando si può richiedere l’Assegno Unico per un figlio iscritto all’AIRE?
Se un figlio maggiorenne è iscritto all’AIRE e risiede all’estero, magari perché studia all’università, ma è comunque a carico fiscale dei genitori, alla famiglia spetta l’Assegno Unico.
Il figlio maggiorenne non potrà richiederlo in prima persona perché non risiede in Italia, ma fa comunque parte del nucleo familiare dei genitori se è a loro carico ai fini Irpef.
Inoltre, se analizziamo l’articolo 2 del decreto che introduce l’Assegno Unico (D.lgsl. n. 230/2021), questo richiede che il figlio sia iscritto a un corso di formazione scolastica o professionale o ad un corso di laurea. Ma non viene specificato che il figlio debba essere iscritto in una scuola o un’università italiana.
In questo caso, quindi, non ci sono ostacoli legali e la famiglia ha diritto a percepire la quota dell’Assegno Unico per il figlio, anche se questo studia e risiede all’estero.
Nel caso invece di un figlio che lavori all’estero e sia regolarmente iscritto all’AIRE, il diritto all’Assegno Unico dipende da fatto che egli sia o meno a carico dei familiari. Se non è a carico fiscale dei genitori, ad esempio perché supera i limiti di reddito, e non fa parte del loro nucleo familiare alla famiglia non spetta l’Assegno Unico per lui.

FAQ: Domande frequenti sull’Assegno Unico
Quale IBAN va indicato quando si compila la domanda per l’Assegno Unico?
L’IBAN da indicare deve essere per forza intestato al richiedente dell’Assegno Unico. Nel caso di conto corrente cointestato, il richiedente deve essere uno degli intestatari. Inoltre, si deve fare attenzione al fatto che codice fiscale e nome/cognome del richiedente, indicati nella domanda, corrispondano a quelli registrati dalla banca e associati all’IBAN.
Nel caso la prestazione sia divisa tra i genitori e ognuno riceva il 50% dell’importo, si possono indicare due diversi IBAN. Anche in questo caso però gli IBAN devono corrispondere ad un conto (o una carta) intestato ai rispettivi titolari dell’Assegno Unico, cioè uno a un genitore e uno all’altro.
Solo se si presenta domanda di Assegno Unico in qualità di tutore è possibile indicare un IBAN diverso da quello del richiedente e usarne uno intestato al soggetto tutelato.
Come viene pagato l’Assegno Unico?
L’Assegno Unico può essere pagato su:
- conto corrente bancario o postale;
- bonifico domiciliato presso sportello postale;
- libretto postale;
- conto corrente estero area SEPA;
- carta prepagata con IBAN.
Solo i titolari di Reddito di cittadinanza non devono richiedere l’Assegno Unico. Se ne hanno diritto per loro la prestazione scatta in automatico e ricevono il pagamento sulla carta del Rdc.
Se a richiedere l’Assegno Unico è un figlio maggiorenne come avviene il pagamento?
Sempre nelle modalità indicate nella FAQ precedente. L’IBAN però deve per forza essere intestato o cointestato al figlio maggiorenne che richiede l’Assegno Unico.
Se il figlio diventa maggiorenne o supera i 21 anni nel mese di competenza, il mese viene pagato?
Si! Ad esempio, se un figlio compie 22 anni il 1° agosto 2023 e non si ha più diritto all’Assegno Unico per lui, la mensilità di agosto sarà comunque regolarmente pagata.
Quando richiedere l’Assegno Unico per ottenere gli arretrati?
L’Assegno Unico spetta dal mese successivo a quello della presentazione della domanda. Ad esempio, richiedendo l’Assegno Unico ad agosto, la prestazione spetta dal mese di settembre. Solo nel caso in cui si presenti domanda entro il 30 giugno 2023 si potranno ricevere gli arretrati, calcolati a partire da marzo 2023.
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