Assegno Unico: sono previsti arretrati? Vediamo insieme a chi spettano e come si richiedono gli arretrati della prestazione (scopri le ultime notizie sull’Assegno Unico e sui bonus attivi in Italia. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Assegno Unico: sono previsti arretrati?
L’Assegno Unico è la prestazione che l’INPS eroga ad i nuclei con figli a carico disabili o entro i 21 anni di età.
Sostanzialmente possiamo dire che ci sono tre casistiche in cui ai percettori spettano gli arretrati dell’Assegno Unico:
- se hanno fatto domanda per il beneficio entro il 30 giugno, gli spettano gli arretrati calcolati da marzo precedente;
- se hanno rinnovato l’ISEE in ritardo, tra marzo e giugno, e perciò hanno subito una riduzione temporanea di importi;
- se ancora attendono eventuali somme dovute al conguaglio che l’INPS ha effettuato, tenendo conto degli importi erogati a partire da marzo 2022.
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Gli arretrati per chi ha presentato domanda di Assegno Unico entro il 30 giugno
La domanda di Assegno Unico può essere presentata ogni anno in qualsiasi momento. Tuttavia, solo i percettori che presentano la domanda entro il 30 giugno di ogni anno hanno diritto agli arretrati calcolati da marzo precedente.
Nello specifico di quest’anno, quanti hanno presentato domanda per l’Assegno Unico, entro il 30 giugno 2023, con la mensilità di luglio 2023 avrebbero dovuto vedere anche gli arretrati relativi alle rate di marzo, aprile, maggio e giugno di quest’anno. Se così non fosse, a causa di ritardi dell’INPS, l’accredito degli arretrati avverrà comunque ad agosto 2023.
Gli arretrati per chi ha rinnovato l’ISEE per l’Assegno Unico entro il 30 giugno
L’annualità dell’Assegno Unico non segue l’anno solare, ma va da marzo a marzo dell’anno successivo. Nello specifico l’annualità dell’Assegno Unico 2023, va da marzo 2023 a marzo 2024.
I percettori ogni anno non devono inviare una domanda per rinnovare l’Assegno Unico, ma è sufficiente aggiornare l’ISEE entro il 28 febbraio dell’anno. Chi non rinnova l’ISEE non perde il beneficio, ma subisce un taglio negli importi, poiché gli vengono assegnati in automatico gli importi minimi, senza maggiorazioni.
Tuttavia, c’è tempo fino al 30 giugno di ogni anno per aggiornare l’ISEE e ricevere gli arretrati delle somme mancanti non percepite. L’ISEE aggiornato dopo il 30 giugno non da più diritto agli arretrati.
Nello specifico di quest’anno quanti hanno rinnovato l’ISEE entro il 30 giugno 2023, a luglio 2023 avrebbero dovuto ricevere anche gli arretrati relativi alla riduzione degli importi. Come sempre, se a luglio gli arretrati non sono arrivati, potrebbero arrivare con la ricarica di agosto 2023.
Gli arretrati dovuti al conguaglio dell’Assegno Unico in arrivo ad agosto 2023
Per quanto riguarda la rata di Assegno Unico di agosto 2023 alcuni percettori, insieme alla normale ricarica, potrebbero vedere anche il versamento di alcuni arretrati, senza che abbiano fatto richiesta o rinnovato il beneficio di recente.
In questo caso, si tratta di arretrati dovuti al conguaglio dell’INPS, cioè il ricalcolo degli importi percepiti a partire da marzo 2022.
La gran parte dei percettori a cui spettano gli arretrati dovuti al conguaglio dovrebbe aver già ricevuto gli importi a giugno o luglio 2023. Quanti sono invece ancora in attesa potrebbero vedere questi arretrati con la mensilità di Assegno Unico di agosto 2023.
Perché l’INPS ha effettuato il conguaglio dell’Assegno Unico
La ragione per cui è stato necessario effettuare questo conguaglio deriva dal fatto che, dopo l’introduzione dell’Assegno Unico, alcune persone hanno ricevuto importi diversi da quelli che avrebbero dovuto percepire effettivamente.
Per questo motivo, l’INPS da maggio ha fatto partire dei controlli per individuare coloro che hanno ricevuto somme diverse da quelle spettanti. Come ad esempio chi avrebbe dovuto ottenere una maggiorazione dell’Assegno Unico 2023 ma non l’ha ricevuta. Perciò l’Istituto sta procedendo con la restituzione delle cifre mancanti come arretrati.
Come richiedere gli arretrati dell’Assegno Unico?
Gli arretrati dell’Assegno Unico non vanno richiesti con un’apposita domanda. Ma basta inviare la domanda di richiesta per la prestazione o aggiornare l’ISEE per il rinnovo entro il 30 giugno e sarà l’INPS a calcolare ed erogare in automatico gli arretrati.
Anche l’erogazione degli arretrati dovuti al conguaglio dell’Assegno Unico avviene senza che il beneficiario debba fare alcuna richiesta, ma sono calcolati in automatico dall’Istituto di previdenza.

Come sapere se l’accredito dell’Assegno Unico si riferisce agli arretrati?
Per sapere se l’importo ricevuto dall’INPS come Assegno Unico si riferisce ad eventuali arretrati basta consultare la disposizione di pagamento.
Le disposizioni di pagamento dell’Assegno Unico possono essere facilmente verificate accedendo al fascicolo previdenziale del cittadino.
Questo fascicolo raccoglie in modo completo tutta la storia previdenziale di una persona, consentendo di controllare le disposizioni di pagamento per l’Assegno Unico o per un’altra prestazione ricevuta dall’INPS.
Come consultare le disposizioni di pagamento nel fascicolo previdenziale
Per consultare le disposizioni di pagamento dell’Assegno Unico, basta visitare il sito dell’INPS, nella pagina del fascicolo previdenziale del cittadino, e poi fare clic sul pulsante “Utilizza lo strumento“.
A questo punto, per accedere al fascicolo, si dovrà effettuare l’autenticazione utilizzando SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
Una volta dentro il fascicolo, nel menu laterale a sinistra, sarà necessario fare clic prima su “Prestazioni” e poi su “Pagamenti“.
Nella schermata successiva, si potrà selezionare l’anno di riferimento (ad esempio, 2023) e poi la specifica prestazione, nel nostro caso, l’Assegno Unico. In questo modo, sarà possibile visualizzare e controllare tutte le disposizioni di pagamento, inclusi gli arretrati.
Come è fatta una disposizione di pagamento dell’Assegno Unico
Dal punto di vista visivo una disposizione di pagamento dell’Assegno Unico è una tabella composta in questo modo:
Agenzia INPS | Importo Pagato | Prestazione | Data disponibilità | Ufficio Pagatore | Note |
XXXXXX | 54,00 | ASSEGNO UNICO | 18/03/2022 | Banca xxxxxx | ASSEGNO UNICO PER 2 FIGLI/O PER IL PERIODO DA 01-04-2023 A 30-04-2023 – NUMERO PRATICA xxxxxxxx |
Come leggere la disposizione di pagamento dell’Assegno Unico
Una volta aperta la disposizione di pagamento dell’Assegno Unico le varie colonne forniscono queste informazioni:
- Agenzia INPS – nella prima colonna è contenuti il nome della sede territoriale che si occupa dell’erogazione dei pagamenti;
- Importo Pagato – la seconda colonna contiene l’informazione relativa all’importo del versamento.
- Prestazione – in questa colonna viene specificato che si tratta di pagamenti relativi all’Assegno Unico.
- Data disponibilità – indica la data effettiva in cui l’INPS farà partire l’accredito.
- Ufficio Pagatore – contiene l’informazione sul conto o la carta ricaricabile su cui arriverà l’accredito.
- Note – in questa colonna ci sono forse le informazioni più importanti e cioè per quanti figli viene pagata la prestazione e a che periodo si riferisce il pagamento.
In conclusione, se, consultando il proprio fascicolo previdenziale, si nota una disposizione di pagamento relativa a mesi precedenti e diversi da quello corrente, ciò indica che si tratta di arretrati dell’Assegno Unico.
FAQ: Domande frequenti sull’Assegno Unico
Quale IBAN va indicato quando si compila la domanda per l’Assegno Unico?
L’IBAN da indicare deve essere per forza intestato al richiedente dell’Assegno Unico. Nel caso di conto corrente cointestato, il richiedente deve essere uno degli intestatari. Inoltre, si deve fare attenzione al fatto che codice fiscale e nome/cognome del richiedente, indicati nella domanda, corrispondano a quelli registrati dalla banca e associati all’IBAN.
Nel caso la prestazione sia divisa tra i genitori e ognuno riceva il 50% dell’importo, si possono indicare due diversi IBAN. Anche in questo caso però gli IBAN devono corrispondere ad un conto (o una carta) intestato ai rispettivi titolari dell’Assegno Unico, cioè uno a un genitore e uno all’altro.
Solo se si presenta domanda di Assegno Unico in qualità di tutore è possibile indicare un IBAN diverso da quello del richiedente e usarne uno intestato al soggetto tutelato.
Come viene pagato l’Assegno Unico?
L’Assegno Unico può essere pagato su:
- conto corrente bancario o postale;
- bonifico domiciliato presso sportello postale;
- libretto postale;
- conto corrente estero area SEPA;
- carta prepagata con IBAN.
Solo i titolari di Reddito di cittadinanza non devono richiedere l’Assegno Unico. Se ne hanno diritto per loro la prestazione scatta in automatico e ricevono il pagamento sulla carta del Rdc.
Se a richiedere l’Assegno Unico è un figlio maggiorenne come avviene il pagamento?
Sempre nelle modalità indicate nella FAQ precedente. L’IBAN però deve per forza essere intestato o cointestato al figlio maggiorenne che richiede l’Assegno Unico.
Se il figlio diventa maggiorenne o supera i 21 anni nel mese di competenza, il mese viene pagato?
Si! Ad esempio, se un figlio compie 22 anni il 1° luglio 2023 e non si ha più diritto all’Assegno Unico per lui, la mensilità di luglio sarà comunque regolarmente pagata.
Quando richiedere l’Assegno unico per ottenere gli arretrati?
L’Assegno Unico spetta dal mese successivo a quello della presentazione della domanda. Ad esempio, richiedendo l’Assegno Unico ad agosto, la prestazione spetta dal mese di settembre. Solo nel caso in cui si presenti domanda entro il 30 giugno 2023 si potranno ricevere gli arretrati, calcolati a partire da marzo 2023.
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