Aumenta la Tari 2023, dove si paga di più

Aumenta la Tari 2023, dove si paga di più in Italia dopo che i Comuni hanno deciso di far lievitare l’imposta. La situazione è generalizzata, ma va peggio al Sud: dove la raccolta è meno efficiente costa di più. Super aumento a Napoli.

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5' di lettura

Aumenta la Tari 2023, sono molti i Comuni che hanno deciso di incrementare l’imposta per la raccolta dei rifiuti. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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Gli aumenti riguardano tutto il Paese, da Nord a Sud (ma nel Mezzogiorno la situazione è peggiore). I rincari non risparmiano molti piccoli centri. Da quest’anno i Comuni avranno nuovi obblighi, sono stati imposti da Arera. Sono chiamati infatti a garantire la regolarità, la continuità e la sicurezza del servizio.

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Ma si chiede di migliorare anche la qualità, in particolare:

  • una più efficiente gestione delle richieste di attivazione, variazione e cessazione del servizio;
  • una più efficace gestione dei reclami, delle richieste di informazioni e di rettifica degli importi addebitati;
  • diverse e nuove modalità e periodicità di pagamento, la rateizzazione e il rimborso degli importi non dovuti;
  • la possibilità di ritiro dei rifiuti su chiamata se non era ancora previsto;
  • la risoluzione di disservizi e riparazione delle attrezzature per la raccolta domiciliare.

Questi nuovi obblighi avranno inciso sugli aumenti? È probabile, ma non solo.

Vediamo dove e di quanto sarà aumentata la Tari, non si tratta di un elenco completo, ma di esempi indicativi che forniscono un quadro di quello che può verificarsi su tutto il territorio nazionale.

A Napoli gli aumenti sono del 20 per cento. Un incremento dei costi notevole per le famiglie. Il rincaro sarà fissato sull’ultima rata, avrà quindi un impatto sui cittadini a partire dal 2024.

Le tariffe saliranno anche a Torino, Perugia, Padova e Ancona.

Aumenta la Tari 2023: Perugia

Nel capoluogo umbro la giunta ha deciso di aumentare la Tari del 4,2 per cento per le utenze domestiche e del 4,7 per cento per le utenze non domestiche.

L’incremento serve a compensare l’aumento del servizio, costerà 49,9 milioni rispetto ai 48,9 dell’anno precedente. Un milione in più.

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Aumenta la Tari 2023: Torino

A Torino l’aumento della Tari sarà più contenuto, l’1,20 per cento. Mentre a Padova la giunta ha deliberato un incremento per il 2023 del 3,63 per cento per le utenze domestiche e del 2,89 per cento per quelle non domestiche.

Bisogna ricordare che a Padova il servizio è già cresciuto del 7 per cento nel 2022. Rispetto al 2021 c’è dunque un aumento che supera il 10 per cento per le famiglie.

Un aumento più lieve è stato invece deciso ad Ancona, la Tari sarà più cara dello 0,6 per cento rispetto al 2022.

Aumenta la Tari 2023: nel Sud

È nel Sud comunque che la Tari pesa di più a carico delle famiglie. Gli aumenti dovrebbero essere generalizzati. Ma non solo, nella classifica delle città più costose per la raccolta dei rifiuti, ben nove su dieci sono del Mezzogiorno.

Il motivo è semplice e paradossale: la raccolta dei rifiuti è più cara nei Comuni dove è meno efficiente, in pratica dove il ciclo integrato dei rifiuti non è stato completato.

Va meglio a Roma, una città che certo non si distingue per la qualità del servizio. Ma nella Capitale il prezzo della raccolta è stato diminuito del 6,5 per cento nel 2022 (per le utenze domestiche) grazie al recupero dell’evasione fiscale legato alla Tari. Senza quell’intervento il costo della Tari sarebbe lievitato inevitabilmente anche a Roma.

In calo il costo per le utenze domestiche anche a Milano (meno 3,6 per cento rispetto allo scorso anno).

Aumenta la Tari 2023: andamento

La tassa sui rifiuti è cresciuta in Italia del 6,7 per cento tra il 2017 e il 2021 (media nazionale).

Lo studio è stato effettuato dal Servizio lavoro coesione e territorio della Uil. Sono stati valutati i costi di tutti i capoluoghi di provincia.

La progressione dei costi è stata questa:

  • nel 2017: 290 euro;
  • nel 2020: 305;
  • nel 2021: 309.

Queste sono le città risultate più costose nel 2021:

  • Agrigento: 488 euro di spesa a famiglia;
  • Crotone: 475 euro;
  • Pisa: 473 euro;
  • Siracusa: 472;
  • Benevento: 471;
  • Brindisi: 465;
  • Trapani: 465;
  • Reggio Calabria: 460;
  • Salerno: 455;
  • Messina: 450.

Nelle città metropolitane è andata così:

  • Reggio Calabria: 460 euro;
  • Napoli: 440 euro;
  • Bari: circa 413 euro.
Aumenta la Tari 2023, dove si paga di più
Nella foto tre bidoni per la raccolta differenziata

Aumenta la Tari 2023: rateizzazione

Abbiamo accennato ai nuovi obblighi per i Comuni decisi d a Arera. Tra questi anche la possibilità di una maggiore rateizzazione per gli utenti, soprattutto in questi casi:

  • per rate di importo minimo pari a 100 euro;
  • se le rate superano del 30% il valore medio degli ultimi due anni.

Questa ulteriore rateizzazione può essere applicata a queste categorie di contribuenti:

  • per gli utenti che affrontano comprovate condizioni economiche disagiate che verranno stabilite con criteri specifici per ogni comune;
  • per chi beneficia del bonus sociale previsto per i settori elettrico, gas e idrico.

Tra gli obblighi dei Comuni c’è anche quello che prevede in caso di importi sbagliati o di reclami da parte dei cittadini, di fornire risposta entro 30 giorni lavorativi

Sarà invece di 60 giorni lavorativi il limite per la verifica del bollettino e la rettifica delle somme che sono state addebitate.

Se si accerta un addebito sbagliato il rimborso non deve avvenire oltre i 120 giorni.

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