Aumentano le pensioni minime fino a 600 euro, ma solo per la fascia più povera di anziani. È questa la direzione che intende seguire il governo, lo dimostrano anche gli emendamenti che la maggioranza sta preparando per la legge di bilancio. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Aumentano le pensioni minime: 1000 euro
- Aumentano le pensioni minime: si può fare di più
- Aumentano le pensioni minime: non si sono soldi
- Aumentano le pensioni minime: over 70
- Aumentano le pensioni minime e Opzione donne
- Aumentano le pensioni minime / Cartelle esattoriali
- Aumentano le pensioni minime / Superbonus
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Al momento, nella manovra, è prevista solo una rivalutazione più consistente per le pensioni minime. Ovvero un adeguamento all’inflazione pari all’8,7%, e quindi il 120% rispetto al valore Istat (7,3%) che è il riferimento base per tutti gli altri trattamenti pensionistici.
In pratica l’aumento previsto, senza un ulteriore intervento all’interno della manovra di bilancio, dovrebbe portare le pensioni minime da 523 a 570 euro.
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Con gli emendamenti si arriverà a 600 euro.
Su questo argomento potrebbe interessarti un post che spiega nel dettaglio perché l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro potrebbe slittare al 2024 (se non oltre); c’è poi una guida a maggiorazioni e incrementi per le pensioni minime; c’è anche un interessante post che mette a confronto gli aumenti dell’assegno sociale nel 2021, 2022 e 2023.
Aumentano le pensioni minime: 1000 euro
Il centrodestra durante la campagna elettorale ha più volte ripetuto che sarà necessario aumentare le pensioni minime fino a 1000 euro. Ma evidentemente non sarà un obiettivo da raggiungere domani. Ora è stato aggiustato il tiro, la promessa rimane, ma si conta di realizzarla entro la fine della legislatura.
L’incremento immediato sarà dunque di poco inferiore a 50 euro, che costa 210 milioni per il solo 2023. Poi si cercherà di andare oltre.
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Aumentano le pensioni minime: si può fare di più
Il partito che più si era speso per l’innalzamento delle pensioni minime a 1000 euro era stato Forza Italia. Ed è proprio il partito di Berlusconi che spinge in queste ore per portare il trattamento ad almeno 600 euro. Ovvero per andare oltre il semplice adeguamento dell’importo all’inflazione, che all’interno della manovra era l’unico incremento previsto dal governo.
Aumentano le pensioni minime: non si sono soldi
Per ottenere l’aumento a 600 euro non ci sono molti soldi. Il ministero del Tesoro ha messo a disposizione per eventuali modifiche alla legge di Bilancio 400 milioni e gli “aggiustamenti” non riguardano solo le pensioni minime (sul tema pensioni bisogna fare i conti anche con la conferma, non prevista, di Opzione donna nella sua versione originale).
Per questo motivo, l’aumento fino a 600 euro non sarà per tutte le pensioni minime. Vediamo chi dovrebbe beneficiare dell’incremento.
Aumentano le pensioni minime: over 70
L’ipotesi al momento più credibile è questa: saliranno a 600 euro solo i trattamenti erogati a pensionati con più di 70 anni con un Isee molto basso. In questo modo la platea dei possibili beneficiari verrebbe ristretta, consentendo un risparmio notevole della spesa.
Al momento si stanno effettuando dei calcoli per verificare il costo complessivo dell’aumento e per determinate le fasce di pensionati.
Si dovranno anche stabilire i criteri. Se quello anagrafico è chiaro (aver compiuto i 70), non è ancora certo il limite Isee al di sotto del quale si avrà diritto all’incremento dell’importo pensionistico.
Con pochi soldi a disposizione la soglia potrebbe essere bassa proprio per ridurre il numero dei beneficiari. Ma questo lo sapremo solo tra qualche giorno.
Aumentano le pensioni minime e Opzione donne
L’aumento degli importi delle pensioni minime si scontra, come accennato, con la discussione che sta animando il governo su Opzione donna.
La misura che consente l’uscita alle lavoratrici a 58/59 anni, con 35 anni di contribuzione, avrebbe dovuto essere ristretta aumentando l’età pensionabile (60 anni) e consentendo l’accesso a questa uscita anticipata solo alle donne invalide, alle caregiver e alle disoccupate (o dipendenti di aziende in stato di crisi).
Con quella “restrizione” si sarebbero liberati fondi per un aumento delle pensioni minime più allargato. Il governo si è però accorto che quei limiti a Opzione donna avevano ridotto la platea delle possibili beneficiarie a qualche migliaio (oltre ad accavallarsi in qualche modo all’Ape sociale).
Da qui la marcia indietro: Opzione donna dovrebbe restare com’è per almeno sei, otto mesi. Significa anche che non ci saranno risparmi sufficienti per finanziare l’aumento delle minime a tutti quelli che la ricevono.
Il classico caso di “coperta corta”.
Aumentano le pensioni minime / Cartelle esattoriali
Si discute anche dell’innalzamento a 1500 euro dei debiti azzerabili con il fisco. Una decisione che ha una sua logica di base ed è anche parte del ragionamento che si sta sviluppando all’interno dell’esecutivo.
Lo Stato deve riscuotere crediti per oltre mille miliardi. Una cifra mostruosa, che ridurrebbe in modo significativo il debito pubblico migliorando di fatto le condizioni economiche dell’intero Paese. Il punto è che il 93% di quel denaro non è più esigibile, tra fallimenti, decessi e prescrizioni. Inutile quindi impegnare uomini e risorse per riscuotere quello che è perso. L’obiettivo è un altro: ridurre in modo consistente gli arretrati e ripartire con un ente della riscossione che può agire con maggiore efficacia su debiti con il fisco che si possono effettivamente incamerare.

Aumentano le pensioni minime / Superbonus
L’altra questione aperta riguarda i superbonus. Al momento le ipotesi sono due, sostenute sia da Fratelli d’Italia, sia da Forza Italia (e quindi con buone possibilità di essere approvate, almeno una delle due):
- lo spostamento al 31 dicembre (era scaduto il 25 novembre) del termine per il deposito della Cila, fondamentale per continuare a usufruire del 110%;
- un intervento per sbloccare i crediti: si potrebbe usare lo strumento degli F24.
Insomma, su molti punti cruciali la manovra di Bilancio è ancora un cantiere aperto. Senza dimenticare che sono ancora in discussione altri due punti centrali, come l’innalzamento della soglia per il contante (5000 euro) e l’aumento a 60 euro del limite che impone di accettare pagamenti in digitale. Due norme che non piacciono all’Ue, a Bankitalia e alla Corte dei Conti, perché incidono sulla riduzione dell’evasione fiscale che proprio nell’ultimo anno aveva dato dei primi segnali incoraggianti.
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