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Aumento pensione 2023, il 7,3% si somma al 2% di ottobre?

Aumento pensione 2023: il 7,3% si somma al 2% previsto nell'ultimo trimestre del 2022, oppure no? Facciamo chiarezza in questo approfondimento.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

4' di lettura

Aumento pensione 2023: il 7,3% si sommerà al 2% della rivalutazione anticipata? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Aumento pensione 2023: il 7,3% si sommerà al 2% di ottobre?

L’aumento pensione 2023 è ufficiale: il ministro Giorgetti, lo scorso 9 novembre, ha firmato il decreto che attesta l’indice di rivalutazione che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.

È del 7,3%, un valore altissimo se si paragona a quello del 2022, quando le pensioni sono aumentate dell’1,9%.

Detto questo rispondiamo subito alla domanda che ci è stata posta da un nostro utente su Youtube: con l’aumento pensione 2023, il 7,3% va a sommarsi al 2% della rivalutazione anticipata erogata nell’ultimo trimestre dell’anno in corso?

La risposta, purtroppo, è negativa: il 7,3% di rivalutazione 2023 non verrà sommato al 2% già anticipato. Anzi, il 2% già incluso sulle pensioni previdenziali e di tipo assistenziali, erogate a partire da ottobre 2022, verrà sottratto al valore della rivalutazione 2023.

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Cosa significa? Che le prestazioni che hanno beneficiato della rivalutazione anticipata del 2%, aumenteranno del 5,3% lordo a partire dal 1° gennaio 2023.

Invece, le prestazioni escluse dalla rivalutazione anticipata, come l’indennità di accompagnamento ad esempio, aumenteranno in misura piena del 7.3% lordo.

Nessuna aggiunta, dunque, bensì una sottrazione: quanto già ricevuto viene sottratto dal futuro aumento pensione 2023.

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Aumento pensione 2023: la rivalutazione anticipata

Abbiamo visto che dal 1° gennaio 2023 è previsto un aumento pensione 2023 del 7,3%. Allo stesso modo, vi abbiamo riferito che, da questo valore, verrà sottratto il 2% della rivalutazione anticipata nell’ultimo trimestre del 2022, per volere del Governo Draghi.

La misura è stata inserita nel Decreto Aiuti bis, il piano d’azione messo in atto dal vecchio esecutivo nel tentativo di limitare i danni economici provocati dall’inflazione e dal caro-energia dovuto alla guerra in Ucraina.

Leggi anche: bozza decreto Aiuti 4, ecco cosa ci sarà

Dal mese di ottobre 2022, infatti, gli importi delle pensioni previdenziali e di tipo assistenziale, compreso l’assegno sociale, sono aumentati del 2% sul valore lordo dell’assegno.

Quindi chi percepisce una pensione di 1.000 euro, ha goduto e godrà di 20 euro lordi in più; chi ne prende 1.500 ha avuto e avrà un aumento di 30 euro, chi ne percepisce 2.000 ha ricevuto e riceverà 40 euro. Questo fino a dicembre 2022.

Prima di proseguire, ecco alcuni articoli interessanti che riguardano l’aumento pensione previsto a gennaio, in questi articoli:

Poi, dal 1° gennaio 2023, come detto, entrerà in vigore la rivalutazione effettiva del 2023: gli importi delle pensioni su cui è stata calcolato il 2% anticipato, aumenteranno del 5,3%; mentre le prestazioni che non hanno goduto dell’aumento nell’ultimo trimestre dell’anno in corso aumenteranno del 7,3%.

Aumento pensione 2023
Aumento pensione 2023: il 7,3% si somma al 2% già ricevuto?

Aumento pensione 2023: come funziona la rivalutazione?

Ricordiamo che la rivalutazione non spetta in eguale misura su tutte le prestazioni, ma questa varia in base all’importo dell’assegno corrisposto.

Spetta in misura piena per chi riceve una pensione inferiore a 2.101,52 euro. Quindi, ad esempio, chi percepisce 2.000 euro di pensione riceverà un aumento di 106 euro lordi al mese.

Sulle pensioni di importo compreso tra i 2.101,52 euro e i 2.626,90 euro spetta una rivalutazione al 90% (4,77%). Quindi, ad esempio, chi prende una pensione di 2.500 euro, riceverà un aumento di 119,25 euro lordi al mese.

Infine, sulle pensioni di importo superiore a 2.692,90 euro spetta una rivalutazione al 75% (3,97%). Quindi, ad esempio, chi prende 2.692 euro di pensione riceverà un aumento di 107 euro lordi al mese.

C’è pure una quarta fascia che vale per chi percepisce una pensione superiore ai 2.692 euro: a loro spetta una rivalutazione del 5,47%. Quindi, ad esempio, chi prende 3.500 euro di pensione riceverà un aumento di 191,45 euro lordi al mese.

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