Aumento pensione a gennaio: sarà automatico o a sorpresa? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Leggi le ultime novità sul cedolino della pensione di settembre 2022 con tutte le cifre e le novità sugli importi.
INDICE:
- Aumento pensione: cosa accade a ottobre?
- Aumento pensione a gennaio: tre ipotesi
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Aumento pensione: cosa accade a ottobre?
La rivalutazione anticipata porterà una manciata di euro in più nelle tasche di molti pensionati, in attesa dell’aumento pensione previsto a gennaio.
Per l’ultimo trimestre del 2022, da ottobre a dicembre, è stato stabilito un aumento del 2% degli assegni previdenziali, per fare fronte all’inflazione che ha colpito il Paese negli ultimi mesi.
Non tutti i pensionati riceveranno l’aumento pensione, che non spetta ha chi ha redditi superiori ai 35mila euro l’anno (2.692 euro al mese) e neppure ai titolari di assegno sociale e delle pensioni di invalidità civile.
Alla rivalutazione anticipata del 2% si aggiunge lo 0,2% del conguaglio della perequazione effettiva 2022 (1,9%) rispetto a quella provvisoria (1,7%).
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Per fare un esempio, le pensioni di 1.000 euro verranno aumentate di 22 euro al mese; quelle di 1.500 euro di 33 euro al mese e gli assegni di 2.000 euro saranno incrementati di 44 euro al mese.
Tutti gli altri (pensione oltre i 2.692 euro al mese, più i titolari di assegno sociale e pensione di invalidità) riceveranno soltanto lo 0,2% in più, come da conguaglio. Per la rivalutazione degli importi dovranno attendere gennaio 2023, quando è atteso l’aumento pensione.
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Aumento pensione a gennaio: tre ipotesi
Abbiamo visto che da ottobre a dicembre, per effetto della rivalutazione anticipata voluta dal Governo e del conguaglio della perequazione 2022, gli importi di quasi tutti gli assegni previdenziali cresceranno del 2,2%.
Poi, a partire dal 1° gennaio 2023, sarà la volta dell’aumento pensione, che potrebbe avvenire secondo tre possibilità.
La prima ipotesi è una rivalutazione della pensione al 2% per tutti: quindi un’estensione della rivalutazione anticipata di cui beneficerebbero anche i pensionati esclusi dall’attuale provvedimento del Governo.
Ricordiamo che, la rivalutazione degli importi è:
- in misura piena (100%) per le pensioni di importo fino a 4 volte la pensione minima (2.092 euro);
- del 90% per le pensioni di importo fino a 5 volte la pensione minima (2.615 euro);
- del 75% per le pensioni di importo superiore a 5 volte la pensione minima (oltre i 2.615 euro).
La seconda ipotesi al vaglio è una riduzione della rivalutazione automatica delle pensioni all’1,9%, un indice fissato prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti Bis.

Per fare un esempio del ricalcolo degli importi, gli assegni di 1.000 euro verrebbero aumentati di 19 euro; quelli di 1.500 euro di 28,5 euro e le pensioni di 2.000 euro di 38 euro al mese.
La terza e ultima ipotesi prevede un aumento della rivalutazione delle pensioni per chi ha redditi bassi.
In pratica andrebbero sommati il 2% della rivalutazione anticipata del 2022 e l’1,9% del 2023, per una rivalutazione totale del 3,9%. Questa percentuale riguarderebbe soltanto i pensionati con redditi bassi (da quantificare), mentre a tutti gli altri pensionati spetterebbe una rivalutazione dell’1,9%.
Per fare un esempio, le pensioni di 600 euro al mese godrebbero di un aumento di 23,40 euro, mentre gli assegni di 1.000 euro beneficerebbero di un incremento di 39 euro al mese.
Insomma, ipotesi decisamente distanti dalle previsioni che vorrebbero il tasso di inflazione toccare l’8% e che permetterebbe alle pensioni di ricevere un aumento senza precedenti.
Ad esempio, gli assegni di 1.000 euro verrebbero incrementati di 80 euro; quelli di 1.500 euro di 120 euro e quelli di 2.000 euro di 160 euro al mese.
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