Aumento pensione, stipendi e bonus: ma i soldi sono pochi. C’è il rischio che saltano? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
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INDICE:
- Aumento pensione, stipendi e bonus: situazione drammatica
- Aumento pensione, stipendi, bonus: alla ricerca di fondi
- Aumento pensione, stipendi e bonus: ci saranno?
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Aumento pensione, stipendi e bonus: situazione drammatica
Il nuovo Governo ancora non si è insediato, lo farà soltanto dopo le elezioni del 25 settembre, intanto l’attuale Governo Draghi sta provando a portare a termine un’impresa: trovare i fondi per l’aumento pensione, stipendi e bonus.
La situazione è drammatica, il caro-bollette preoccupa e non poco gli italiani. Il prezzo del gas oscilla sempre oltre i 250 euro al megawattora ed entro ottobre si prevedono nuovi rincari: quasi il doppio dei prezzi attuali di luce e gas. A patto che la Russia non decida di stoppare le forniture di gas al nostro Paese. A quel punto la situazione si aggraverebbe pesantemente.
Le famiglie italiane sono con l’acqua alla gola, quasi del tutto impossibilitati a pagare tasse e bollette, le imprese rischiano di chiudere per fallimento e il Governo Draghi, dimissionario, ma ancora al lavoro, è alla ricerca di soldi per fronteggiare lo tsunami economico.
Il decreto Aiuti bis è costato 17 miliardi di euro e ha praticamente polverizzato le riserve in cassa: ci sarà la possibilità di garantire le promesse fatte qualche settimana fa, per l’aumento pensione, stipendi e bonus? Oppure salterà tutto?
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Aumento pensione, stipendi, bonus: alla ricerca di fondi
Prima di varare un nuovo decreto legge, l’attuale Governo o quello che verrà fuori dalle prossime imminenti elezioni dovrà prima capire quante risorse avrà a disposizione.
In attesa del nuovo esecutivo, Mario Draghi, premier dimissionario, è al lavoro per individuare le risorse necessarie per fronteggiare il caro-prezzi e aiutare le famiglie italiane.
La prima ipotesi vedrebbe lo stanziamento di altri 5-10 miliardi di euro sotto forma di aiuti per famiglie e imprese, come ad esempio il prolungamento dello stop agli oneri di sistema in bolletta, il credito d’imposta per le aziende energivore o le forniture calmierate ad alcune imprese.
L’alternativa è l’emissione di un nuovo decreto, che andrebbe varato qualche giorno prima delle elezioni, la cui conversione in legge spetterebbe alle camere che andrebbero a formarsi dopo il voto del 25 settembre.
In questo lasso di tempo, poco più di 3 settimane, il Governo verificherebbe quelle che sono le entrate e le spese e come ridurre la spesa pubblica.
Se dovessero esserci le risorse economiche necessarie, si potrebbe procedere al rafforzamento del bonus sociale per le famiglie più in difficoltà, la riduzione dei costi (si pensa all’azzeramento dell’Iva sul gas) oppure la proroga degli sconti sulle accise, in scadenza il prossimo 20 settembre.
Aumento pensione, stipendi e bonus: ci saranno?
Ma a tenere banco è soprattutto l’aumento pensione: ci sarà nel 2023, oppure i pensionati italiani dovranno ingoiare un altro boccone amaro?
Nel decreto Aiuti bis era stata inserita anche la rivalutazione anticipata dell’importo delle pensioni, che aumenteranno del 2% a partire da ottobre, fino a dicembre, tredicesima compresa.
Ricordiamo che la rivalutazione anticipata spetta su tutti gli assegni previdenziali ad eccezione di quelli di importo superiore a 2.692 euro lordi al mese. Sono esclusi anche i titolari di assegno sociale e pensioni di invalidità.

A questa rivalutazione va ad aggiungersi la perequazione del 2023, automatica per tutte le pensioni. Questa è calcolata in base al tasso di inflazione registrato nel 2022: secondo i dati Istat di luglio era al 7,9%. Di conseguenza lo Stato potrebbe essere costretto a fare fronte a 6 miliardi di spesa in più.
Ma per coprire le spese dell’aumento pensione, taglio del cuneo fiscale (aumento stipendi) ed eventuali nuovi bonus, secondo il Sole 24 Ore serviranno circa 25 miliardi di euro, senza considerare le altre eventuali voci della manovra.
Solo per l’aumento degli stipendi, relativo ai redditi fino a 35.000 euro, si prevede una spesa di circa 4,5 miliardi di euro. A questo aggiungiamo bonus e proroghe sugli sconti per fronteggiare il costo delle bollette, in netto rialzo.
I fondi stanziati dal decreto Aiuti bis superano gli 8 miliardi di euro: di conseguenza, per prorogare la misura, ne occorrono altri 8 nel 2023.
Non è da sottovalutare neppure il rinnovo del contratto dei lavoratori statali relativo al triennio 2019-2021: è previsto un costo di circa 3,8 miliardi di euro, ma considerato l’indice dei prezzi al consumo indicato dal Def, la spesa per il nuovo contratto potrebbe essere pari a 10 miliardi di euro.
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