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Sanzioni sulle pensioni più care: quando e quanto si pagherà

Sanzioni sulle pensioni: cosa accade in caso di evasione contributiva? Quanto e quando si pagano le sanzioni sulle pensioni? Ne parliamo in questo articolo.

di Carmine Roca

Settembre 2022

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INDICE:

Sanzioni sulle pensioni più care: il nuovo tasso di interesse

Dal 27 luglio 2022, su disposizione della BCE (Banca Centrale Europea) accolta dall’INPS con la circolare numero 98 del 2022, il tasso di interesse per il dilazionamento del versamento di debiti e sanzioni contributive è salito dal 6 al 6,5%.

La BCE ha, infatti, aumentato il tasso ufficiale di riferimento di 50 punti base (lo 0,5%), di conseguenza, a partire dallo scorso 27 luglio, alle domande di rateizzazione presentate dopo questa data verrà calcolato un tasso del 6,50% annuo.

Invece, i piani di ammortamento emessi e notificati prima del 27 luglio non subiranno variazioni: il tasso di interesse calcolato sarà quello precedentemente in vigore (6%).

Le sanzioni sulle pensioni, quindi, sono più care dopo l’aumento del tasso di interesse voluto dalla Banca Centrale Europea. Ma quand’è che scattano le sanzioni sulle pensioni? Ne parleremo nei prossimi paragrafi.

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Sanzioni sulle pensioni: contributi obbligatori e volontari

Sanzioni sulle pensioni. Il nostro ordinamento distingue i contributi obbligatori dai contributi volontari.

I contributi obbligatori devono necessariamente essere versati all’INPS per maturare il diritto alla pensione.

In base al contratto di lavoro, possiamo distinguere:

Invece, il versamento dei contributi volontari è finalizzato all’incremento degli anni di contributi, per accedere prima alla pensione o per ottenerla coprendo volontariamente i vuoti contributivi. E’ necessario il possesso di alcuni requisiti:

Sanzioni sulle pensioni: omissione ed evasione contributiva

Sanzioni sulle pensioni. La legge italiana (numero 662 del 1996) punisce l’evasione contributiva e sanziona il datore di lavoro o l’onerato committente in caso di omesso o mancato versamento dei contributi INPS.

Le sanzioni sono disciplinate dalla legge numero 388 del 2000 e la loro “asprezza” dipende a seconda dei casi in evidenza. Distinguiamo, dunque, l’omissione dall’evasione contributiva.

L’omissione contributiva si materializza quando il pagamento dei contributi avviene in ritardo rispetto alle date previste. In tal caso la liquidazione dei contributi è regolarmente avvenuta, seppure in ritardo, e risulta dalle registrazioni delle trattenute operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni versate al lavoratore.

Sanzioni sulle pensioni
Sanzioni sulle pensioni: quanto e quando si pagano?

Con l’omissione contributiva scatta la sanzione civilistica che, come abbiamo visto in apertura di articolo è aumentata di 0,50 punti, salendo al tasso ufficiale di riferimento del 6%.

Invece, l’evasione contributiva avviene quando le registrazioni non sono state effettuate o quando le denunce obbligatorie vengono omesse o addirittura falsificate, rendendole infedeli. Quando avviene questo? Ad esempio con il lavoro in nero o con un lavoro erroneamente qualificato (è l’esempio di un dipendente a tempo indeterminato, ma classificato come part-time).

La norma prevede il pagamento di una sanzione civile del 30% per un importo massimo del 60% dei contributi non corrisposti al lavoratore.

È prevista un’attenuazione della sanzione quando il datore di lavoro denuncia spontaneamente l’evasione prima della contestazione dell’INPS entro 12 mesi dal termine di pagamento dei contributi, a patto che il pagamento dei contributi avvenga entro 30 giorni dalla denuncia.

L’evasione dei contributi può comportare anche una responsabilità di tipo penale. Esistono delle soglie di punibilità. Per gli omessi versamenti di importi inferiori a 10.000 euro, al datore di lavoro si applica una sanzione pecuniaria che varia dai 10.000 ai 50.000 euro. Per le somme superiori ai 10.000 euro può scattare l’arresto e la reclusione fino a 3 anni, oltre a una multa fino a 1.032 euro.

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