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Aumento stipendi 2024: ipotesi con esempi

Vediamo in cosa consiste l’aumento degli stipendi nel 2023 e quali sono le ipotesi per il 2024.

7' di lettura

Ci sarà un aumento degli stipendi nel 2023 per effetto del Decreto Lavoro, ma vediamo quali sono le novità in cantiere per il 2024 (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Aumento degli stipendi nel 2023: cosa cambierà nel 2024?

Una nuova riforma fiscale è dietro l’angolo e promette, almeno a parole, di portare ad un aumento di stipendio nel 2024. In particolare gli obiettivi sono tre:

  • prorogare lo sgravio contributivo previsto nel 2023 per i lavoratori dipendenti;
  • ridurre il numero di aliquote Irpef, portandole da quattro a tre;
  • introdurre una flat tax sulla tredicesima.

Lo scopo di queste misure, che tra pochissimo vedremo in dettaglio, è quello di ridurre il cuneo fiscale e portare ad una crescita dello stipendio netto per i lavoratori.

Il problema è che per attuare tutte queste riforme servono somme considerevoli. È stato stimato che, solo per prolungare lo sgravio contributivo, ci vorrebbero più di 10 miliardi di euro. Restano quindi dei dubbi su come le proposte nel complesso possano essere attuate.

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Aumento degli stipendi nel 2023: proroga dello sgravio contributivo

La legge di bilancio 2023 ha stabilito uno sgravio contributivo che riguarda i lavoratori dipendenti pubblici e privati. Tale sgravio si applica in misura percentuale diversa in base al reddito: del 2% per gli stipendi fino a 2.692 euro (35.000 euro all’anno) e del 3% per gli stipendi fino a 1.923 euro (25.000 euro all’anno).

Su questo beneficio è intervenuto però il più recente Decreto Lavoro (48/2023), che ha ampliato la misura. A partire da luglio e fino al 31 dicembre 2023 lo sgravio contributivo sarà infatti del 6% per gli stipendi fino a 2.692 euro (35.000 euro all’anno) e del 7% per gli stipendi fino a 1.923 euro (25.000 euro all’anno).

Il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che questo sgravio contributivo sarà prolungato anche nei prossimi anni. Tuttavia non è chiaro se le intenzioni siano di prorogare l’agevolazione con le percentuali previste dalla legge di bilancio 2023 (2% e 3%) o dal Decreto Lavoro (6% e 7%).

Se la seconda possibilità fa più gola ai lavoratori, questa richiederebbe un budget di oltre 10 miliardi di euro, che rendono complessa la sua attuazione.

Esempio di calcolo dell’Aumento degli stipendi nel 2023

Per fare un esempio pratico di come la scelta influenzerebbe gli stipendi si riportano i dati elaborati da De Fusco Labour & Legal e pubblicati dal Sole 24 Ore. La tabella illustra le differenze di stipendio con l’applicazione dello sgravio contributivo previsto della legge di bilancio (2% e 3%) e dal Decreto Lavoro (6% e 7%).

Retribuzione annua lordaaumento netto mensile con uno sgravio del 2% o del 3%aumento netto mensile con uno sgravio del 6% o del 7%
10.000 euro19,25 euro44,92 euro
12.500 euro24,06 euro56,15 euro
15.000 euro28,88 euro67,38 euro
17.500 euro28,81 euro67,22 euro
20.000 euro32,95 euro76,82 euro
22.500 euro37,04 euro86,42 euro
25.000 euro41,15 euro96,03 euro
27.500 euro30,18 euro90,54 euro
30.000 euro32,95 euro90,49 euro
32.500 euro30,51 euro91,52 euro
35.000 euro32,85 euro98,56 euro

Aumento degli stipendi nel 2023: come cambia l’Irpef?

Tra le proposte al vaglio del Governo vi è quella dell’ennesima riforma Irpef, che dovrebbe ridurre il numero degli scaglioni portando le aliquote dalle quattro attuali a tre. Non è chiaro però come saranno determinate le percentuali di queste aliquote per attuare la riduzione.

La tabella qui sotto riporta le due ipotesi più gettonate per la riforma dell’Irpef e un confronto con il sistema attuale, che invece prevede quattro scaglioni di reddito.

Aliquota Irpef in base al reddito secondo il sistema attuale (2023)Ipotesi 1 (aliquota Irpef in base al reddito)Ipotesi 2 (aliquota Irpef in base al reddito)
I scaglione23%, fino a 15.000 euro15%, fino a 15.000 euro23%, fino a 28.000 euro
II scaglione25%, da 15.000 a 28.000 euro28%, da 15.000 a 50.000 euro33%, da 28.000 a 50.000 euro
III scaglione35%, da 28.000 a 50.000 euro43%, oltre i 50.000 euro43%, oltre i 50.000 euro
IV scaglione43%, oltre i 50.000 euro

Non ci vogliono complessi calcoli per capire che la riforma non andrà a vantaggio dei redditi più bassi, ma a beneficarne maggiormente sarà il secondo scaglione. Ad ogni modo si tratta di ipotesi che scaturiscono da una discussione in fase embrionale, quindi è anche possibile che alla fine il Governo si orienti su scelte diverse.

Aumento-degli-stipendi-nel-2023-aliquote-Irpef
La tabella delle aliquote Irpef.

Aumento degli stipendi nel 2023: come funziona la flat tax sulla tredicesima?

Un’altra proposta al vaglio dell’esecutivo governativo è l’introduzione di una flat tax sulla tredicesima mensilità dello stipendio. Ovvero, a prescindere dallo scaglione Irpef di appartenenza, sulla tredicesima si pagherà una percentuale fissa e ridotta di Irpef.

L’aliquota di questa flat tax dovrebbe essere fissata al 15%, ma quest’agevolazione, se introdotta, spetterà solo a chi ha un reddito annuo entro i 35.000 euro.

Adesso forniremo un esempio pratico di come andrebbe ad incidere sullo stipendio la flat tax, tenendo conto che si tratta di un esempio a scopo illustrativo. Non si tengono conto infatti di eventuali detrazioni o del calcolo dei contributi, che determinano il vero stipendio netto.

Esempio di calcolo dell’Irpef con la flat tax sulla tredicesima

Per capire come funzionerà la flat tax immaginiamo una persona con un reddito di 24.700 euro all’anno, che percepisce uno stipendio lordo di 1.900 euro al mese, per 13 mensilità. Per le 12 mensilità regolari (senza tredicesima), riceverà quindi uno stipendio annuo di 22.800 euro (1.900 euro x 12 mesi), su cui pagherà l’Irpef secondo il suo scaglione di appartenenza.

Se consideriamo l’attuale sistema fiscale, su questi 22.800 euro, che rappresentano il reddito annuo meno la tredicesima, l’Irpef da pagare è:

  • del 23% per i primi 15.000 euro guadagnati (3.450 euro);
  • del 25% per la parte eccedente, ovvero i restanti 7.800 euro (1.950 euro).

Nel nostro esempio la cifra annua da pagare di Irpef per i 12 stipendi regolari è di 5.400 euro (3.450 euro + 1.950 euro). Volendo fare un calcolo, si tratta di 450 euro di Irpef detratti ogni mese dallo stipendio.

Per quanto riguarda i 1.900 euro di tredicesima, solo su questa somma si pagherà una flat tax, cioè una aliquota fissa di Irpef del 15%, che nel nostro caso corrisponde a 285 euro. Questa somma se confrontata alla tassazione mensile di 450 euro, porta al lavoratore nel nostro esempio un guadagno di 165 euro all’anno (450 euro – 285 euro).

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