Azzeramento delle vecchie multe con la sanatoria delle cartelle esattoriali: la parola passa ai Comuni. Non sarà dunque una scelta automatica. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Azzeramento vecchie multe, la modifica
- Azzeramento vecchie multe, documento dei Comuni
- Azzeramento vecchie multe, proposta alternativa
- Azzeramento vecchie multe, il 25%
- Azzeramento vecchie multe, scontro con i cittadini
- Azzeramento vecchie multe, la via di mezzo
- Azzeramento vecchie multe, bonus dipendenti
- Azzeramento vecchie multe, una tantum
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La decisione di eliminare le pendenza tra 1000 e 1500 euro (sulla cifra si deve attendere la manovra di Bilancio) spetta dunque ai sindaci.
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I primi cittadini potranno dunque aderire in modo volontario al condono che sarà introdotto dal governo per smaltire le vecchie e spesso inesigibili cartelle esattoriali. In caso contrario le multe resteranno lì, in attesa di essere pagate dal contribuente.
Su questo tema potrebbe interessarti un post che spiega come funziona la possibilità di azzerare le cartelle esattoriali fino a 1500 euro; in un altro articolo c’è un riferimento proprio alle multe e al bollo auto: le sanzioni saranno azzerate?; infine ti segnaliamo un focus sulla sentenza che ha sancito la nullità delle cartelle esattoriali notificate in ritardo.
Azzeramento vecchie multe, la modifica
La modifica all’attuale formulazione del condono è stata introdotta da un emendamento dello stesso governo alla manovra.
Perché questa decisione? Beh, i Comuni sono a secco, rinunciare a quelle entrate, anche se difficili da riscuotere, rischia di mettere in bilico bilanci degli enti locali, che sono già drammaticamente in rosso.
Infatti sia le multe, sia le cartelle esattoriali, sono inserite nei conti di Comuni e considerate dei residui attivi. Un’operazione contabile che consente agli enti locali di migliorare i bilanci. Si tratta comunque di un semplice “artifizio”, perché di fatto solo una piccola parte di quei vecchi crediti può realmente essere riscossa.
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Azzeramento vecchie multe, documento dei Comuni
In pratica l’azzeramento delle cartelle esattoriali che riguarda anche debiti di cittadini verso i Comuni mette a rischio la tenuta economica degli enti locali. Sembra un paradosso, soprattutto se poi si pensa che buona parte di quei crediti non sarà mai riscossa.
A chiedere l’introduzione di questo emendamento è stata l’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni.
In una nota l’Anci ha spiegato che «si tratta per la grande maggioranza di posizioni relative ad entrate potenziali comunali che vengono cancellate per circa 300 milioni di euro».
«Parte di tali cancellazioni – si legge nel documento – avrebbero ancora margini di riscuotibilità e, in molti casi, l’intervento determina l’abolizione di residui attivi che concorrono alla formazione degli equilibri per un numero significativo di Comuni».
Azzeramento vecchie multe, proposta alternativa
Si tratta dunque di 300 milioni in gran parte non recuperabili. E allora? I Comuni hanno proposto al governo una possibile strada alternativa: l’unico modo per consentire questa sanatoria senza causare problemi alla gestione economica degli enti locali è quello di uno stanziamento da parte del governo di 80 milioni per consentire ai Comuni di dare un po’ di sollievo ai bilanci.
Sì, avete capito bene: i sindaci chiedono 80 milioni subito per consentire la cancellazione di 300 milioni di credito che non potrebbero mai riscuotere. E tutto questo per salvare i bilanci.
Azzeramento vecchie multe, il 25%
In pratica quegli 80 milioni coprirebbero il 25% dei 300 milioni che i Comuni dovrebbero azzerare dai loro conti. Il governo quei soldi non li vuole sborsare: non se ne parla è stato detto all’Anci. La soluzione è stata trovata, ed è a costo zero per l’esecutivo, ma rischia di causare un bel po’ di confusione: infatti si è deciso di lasciare la decisione sulla sanatoria delle multe agli stessi sindaci.
In termini politici è stata definita una “adesione volontaria”.
Cosa potrebbe accadere? Semplice, i Comuni dove la riscossione è più efficiente e quindi le vecchie multe hanno molte possibilità di essere intascate, non ci sarà nessuna adesione alla sanatoria proposta dal governo.
Azzeramento vecchie multe, scontro con i cittadini
È anche vero però che i sindaci che decidono di aggirare la sanatoria e imporre il pagamento delle vecchie multe avranno qualche difficoltà a spiegare la scelta ai cittadini. Cosa ancora più complessa se il Comune è alla vigilia di qualche di una elezione amministrativa.
Azzeramento vecchie multe, la via di mezzo
Si potrebbe fare strada un’altra opzione: lasciare ai sindaci la libertà di scegliere la soglia al di sotto della quale azzerare le vecchie pendenze dei cittadini. A esempio, cancellare le cartelle con crediti non superiori a 500 euro.
In questo modo, sostiene l’Anci, il danno ai bilanci degli enti locali potrebbe essere più limitato rispetto all’attuale formulazione del governo (1000 euro, ma la Lega spinge per arrivare a 1500).
Senza dimenticare un altro passaggio rilevante: non tutti i Comuni hanno affidato la riscossione dei crediti all’Agenzia delle Entrate.
Azzeramento vecchie multe, bonus dipendenti
Sui bilanci già molto in bilico dei Comuni (e non sono pochi quelli già dissestati) pesa anche altro insieme allo stralcio delle vecchie multe. Bisognerà infatti anche finanziare l’aumento una tantum dei dipendenti pubblici.
Il governo ha infatti previsto un bonus pari all’1,5% dello stipendio. I sindaci sono in affanno, perché i soldi necessari per finanziare quell’aumento dovranno essere reperiti all’interno dei loro bilanci. Operazione non semplice.

Azzeramento vecchie multe, una tantum
E allora? Per l’Anci l’una tantum aggiuntiva 2023 dovrebbe essere finanziata con un contributo statale da versare a tutti gli enti territoriali (Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni). Si parla di 400 milioni. Su questa misura si sta ancora discutendo, ma i margini per una eventuale approvazione sono ridotti al minimo. Basta un dato: il governo ha stanziato 400 milioni per tutti gli interventi di modifica alla legge di Bilancio. Tutti, non solo per quello che chiede l’Anci per l’una tantum.
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