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Badante convivente vitto e alloggio: come funziona

Badante convivente vitto e alloggio: cosa dice il Contratto Collettivo Nazionale e a quanto ammonta l'indennità sostitutiva? Vediamolo insieme in questo articolo.

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4' di lettura

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In questo approfondimento sul tema vedremo insieme cosa dice il Contratto Collettivo Nazionale dei lavoratori dipendenti.

Se sei interessato all’argomento e vuoi saperne di più, continua a leggere l’articolo.

Vitto e alloggio badanti conviventi: cosa dice il CCNL

Prima di parlare di retribuzione e indennità, iniziamo facendo chiarezza sul ruolo di “badante convivente vitto e alloggio“.

Il contratto di badante convivente viene spesso confuso con un accordo lavorativo di prestazione da effettuare indistintamente giorno e notte.

In realtà il collaboratore, pur vivendo nello stesso domicilio del suo assistito, ha tutto il diritto di alternare momenti di lavoro a momenti di riposo.

Su questo il Contratto Collettivo Nazionale dei lavoratori dipendenti (di cui abbiamo illustrato i punti principali in questo articolo) è molto specifico e va a individuare un turno lavorativo giornaliero di massimo 11 ore consecutive.

In materia di vitto e alloggio, il contratto stabilisce due regole:

  • il vitto per il lavoratore deve assicurare una alimentazione sana e sufficiente in un ambiente di lavoro che garantisca integrità fisica e morale;
  • l’alloggio messo a disposizione del collaboratore deve essere garantire dignità e riservatezza.

In sostanza, il contratto prevede che vitto e alloggio vengano corrisposti al collaboratore al di là della retribuzione mensile.

Normalmente il badante convivente vitto e alloggio vive nella stessa casa dell’assistito e consuma i suoi stessi pasti. Ma se le disposizioni sono diverse (ad esempio se il collaboratore è costretto a provvedere da sé per il vitto), allora il datore di lavoro dovrà pagare una somma aggiuntiva detta “indennità sostitutiva”.

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Badante convivente vitto e alloggio: calcolo indennità

I costi di vitto e alloggio badanti conviventi dovranno essere sommati alla retribuzione mensile e, nel caso in cui il contratto preveda particolari disposizione, andranno coperti con un'”indennità sostitutiva“.

Si tratta di una somma da pagare al collaboratore per coprire tutte le spese relative all’alloggio o al vitto che il datore di lavoro non può corrispondere in natura.

Se il contratto prevede una forma di pseudo convivenza, in cui però il collaboratore dovrà provvedere da sé per i pasti o pagare per una sistemazione che sia molto vicina alla casa in cui andrà a lavorare, il datore di lavoro dovrà garantirgli una cifra aggiuntiva rispetto alla retribuzione.

Come si calcola la cosiddetta indennità sostitutiva? È importante ricordare che l’indennità va sempre calcolata sulla base di ciò che non viene goduto in natura.

Tutto ciò che spetta al collaboratore e non viene coperto dalle spese di gestione della casa dell’assistito va pagato al badante in busta paga.

L’indennità si calcola moltiplicando il valore giornaliero di vitto e alloggio per il numero di giorni di lavoro. Tale valore è fisso e viene stabilito ogni anno dalle parti che hanno sottoscritto il contratto sulla base delle variazioni del costo della vita comunicate dall’ISTAT.

Per il 2021 è fissata una quota giornaliera di 5,61 euro divisi tra colazione e pranzo (1,96 euro), cena (1,96 euro) e alloggio (1,69 euro).

Speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza, ma se hai ancora dubbi su come funziona l’assunzione di una badante convivente vitto e alloggio non esitare a scriverci su Instagram.

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Badante convivente vitto e alloggio: come funziona?
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