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Cosa non può prendere il Fisco: beni non pignorabili (2023)

Beni non pignorabili nel 2023: scopriamo quali sono e perché.

di Alda Moleti

Febbraio 2023

Ecco l’elenco di tutti i beni non pignorabili nel 2023 (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Beni non pignorabili: beni mobili assolutamente non pignorabili

Quando un debitore è inadempiente verso un creditore, cioè quando non gli restituisce quello che gli spetta, questi può muovere un’azione legale che può terminare con il pignoramento dei beni.

I beni si dividono in due categorie, beni immobili e beni mobili, e non tutti sono pignorabili.

A stabilire quali beni si possano pignorare e in quali circostanze è il codice di procedura civile. Nell’articolo 514 (Lib. III, Tit. II, Capo II, sez. I) definisce i beni mobili assolutamente impignorabili, cioè quelli che non possono mai essere pignorati e sono:

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Beni non pignorabili: beni mobili relativamente non pignorabili

Oltre questi beni mobili che sono sempre pignorabili, ce ne sono alcuni che l’Art. 515 del codice di procedura civile definisce cose mobili relativamente non pignorabili.

Si tratta di beni mobili che possono essere pignorati solo in alcuni casi e sono:

Beni non pignorabili: beni mobili pignorabili solo in alcune circostanze

L’Art. 516 del codice di procedura civile definisce invece quali sono le cose pignorabili in particolari circostanze di tempo e sono:

Beni non pignorabili: beni immobili

I beni immobili, cioè le proprietà che si posseggono, sono sempre pignorabili se sono coinvolti due privati, in teoria anche la prima casa.

Tuttavia, la procedura di pignoramento della prima casa è complessa e si tende a non applicarla.

Per quanto riguarda eventuali debiti relativi a cartelle esattoriali, della riscossione si occupa l’Agenzia delle Entrate che può pignorare somme, beni mobili e immobili.

La riscossione forzata scatta se il titolare della cartella dopo un anno dalla notifica non ha saldato il debito.

Quando l’azione di recupero dei crediti è tra l’Agenzia delle Entrate e un cittadino, per i beni mobili si fa sempre riferimento a quanto detto nei paragrafi precedenti. Mentre la normativa per i beni immobili è diversa e si possono pignorare sono in alcuni casi.

Nello specifico, non è possibile pignorare i beni immobili che rispettano tutte queste condizioni allo stesso tempo:

Negli altri casi il bene immobile è pignorabile solo se si verificano queste condizioni:

La normativa completa si trova sul sito dell’Agenzia nella pagina dedicata alle procedure esecutive.

Scopri la pagina dedicata alla gestione dei debiti e a metodi per evitare il pignoramento.

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Beni non pignorabili. In foto il codice di procedura civile online.

Beni non pignorabili: limite massimo pignorabile sullo stipendio

Se si hanno debiti con il Fisco può essere pignorato anche lo stipendio, ma entro un certo limite.

In dettaglio il limite massimo pignorabile dipende dall’ammontare dello stipendio in questo modo:

Beni non pignorabili: minimo vitale non pignorabile sulle pensioni

Per le pensioni si applicano invece regole diverse e viene fissato un minimo vitale non pignorabile, cioè un importo minimo dell’assegno pensionistico che non può mai essere pignorato.

La Conversione in legge del decreto Aiuti bis ha alzato il minimo vitale, che ora è uguale a due volta l’importo dell’assegno sociale.

L’assegno sociale nel 2023 è di 503,27 euro, perciò il minimo vitale è di poco sopra i 1.000 euro. Le pensioni sotto questa cifra non sono pignorabili in nessun caso.

Se la pensione è più alta, la quota da pignorare si applicherà al netto del minimo vitale, cioè all’importo dell’assegno ma dopo aver sottratto i 1.000 euro del minimo vitale.

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