Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche, cosa devi sapere

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Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche imposti dai gestori e collegati all’inflazione dopo che è stata reintrodotta la fatturazione mensile. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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La decisione è stata adottata dall’Agcom il 4 aprile. con una delibera in risposta alle associazioni dei consumatori che hanno chiesto sulla questione l’intervento dell’autorità garante delle comunicazioni. 

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In pratica: è stato dato il via libera per i nuovi aumenti delle tariffe, ma l’Agcom ha imposto un freno alle compagnie telefoniche che aveva intenzione di aumentare le tariffe sia per cellulari, sia per Internet a casa, in automatico, seguendo l’incremento mensile dell’inflazione.

Una scelta, inutile sottolinearlo, che avrebbe inciso in modo pesante sui costi e a danno dei consumatori.

Potrebbe interessarti un articolo che spiega come aumenteranno le tariffe telefoniche nel 2023; in un altro articolo verifichiamo se e quanto aumenteranno i costi delle assicurazioni auto.

Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche, cosa cambia

Cosa cambia dunque dopo la decisione dell’Agcom? Diverse cose, vediamo:

  • i contratti già in corso che non prevedono l’automatismo, non possono essere modificati in modo unilaterale dagli operatori con una semplice comunicazione. Infatti in questo caso si tratta di un cambio contrattuale, il che significa che è indispensabile una accettazione scritta dell’utente che, ovviamente, deve anche essere libero di rifiutare;
  • se è prevista l’indicizzazione del contratto, il gestore è libero di cambiare le tariffe, ma solo se la modifica corrisponde alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo.

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Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche: attenzione

Bisogna dunque fare attenzione ai nuovi contratti: i consumatori faranno bene ad accertarsi se i gestori hanno inserito una clausola che consente di adeguare le tariffe all’inflazione.

L’aver imposto comunque che la variazione possa essere applicata solo in una misura che corrisponde all’indice annuale dei prezzi al consumo, significa anche che se l’inflazione scende devono diminuire di conseguenza e nella stessa misura anche le tariffe.

Questa precisazione dell’Agcom è stata accolta con scarso entusiasmo dalle compagnie telefoniche, che avevano invece un’altra pretesa: volevano introdurre solo gli aumenti ed escludere qualsiasi riduzione.

Sarebbe stata una scelta estremamente punitiva per i consumatori e tutta a vantaggio delle già ricche compagnie telefoniche.

Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche: trasparenza

L’Autorità garante per le comunicazioni ha anche messo in evidenza la necessità che gli operatori siano assolutamente trasparenti. E quindi:

  • c’è l’obbligo di informare gli utenti prima della variazione (con una lettera, via e-mail o sulla fattura);
  • pubblicare anche sul sito online la modifica del canone (due mesi prima che entri in vigore la variazione);
  • massima trasparenza, al momento della stipula del contratto, sulle clausole che riguardano l’indicizzazione delle tariffe, ma non solo: queste clausole devono essere evidenziate in modo adeguato e non nascoste all’interno di un muro di testo.

Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche: regolamento

Le direttive che sono state imposte dall’Agcom sono parte integrante della riforma (in via di definizione) che cambierà il Regolamento in materia di contratti tra i gestori e gli utenti.

Questo Regolamento è ora sottoposto alla procedura di consultazione pubblica.

L’Autorità garante ha un obiettivo preciso: applicare ai contratti tutte le novità che sono state inserite nel nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche. E quindi:

  • durata massima dei contratti non superiore a 24 mesi; 
  • proroga dei contratti; 
  • rateizzazione di servizi e apparecchiature terminali; 
  • modifica delle condizioni contrattuali (ius variandi); 
  • diritti degli utenti in caso di discrepanza delle prestazioni del servizio rispetto a quanto promesso nel contratto; diritto di recesso; 
  • cessazione del rapporto contrattuale e informazioni contrattuali sulle procedure di migrazione e portabilità del numero.

Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche: misure

Come abbiamo accennato il Regolamento è ora sottoposto a una consultazione pubblica. Tra le misure sulle quali si sta soffermando l’attenzione ci sono queste:

  • l’operatore deve riportare nelle proposte di contratto anche i termini entro i quali si attivano i servizi voce e Internet;
  • nel contratto dovranno essere riportati gli indennizzi che spettano agli utenti nel caso il gestore non rispetti gli obblighi di migrazione e portabilità del numero;
  • nel contratto devono anche comprendere all’interno della stessa proposta contrattuale uno o più servizi di comunicazione elettronica e apparecchiature terminali.

Il procedimento deve concludersi entro 120 giorni complessivi. Iniziano a decorrere dalla pubblicazione della delibera sul sito web dell’Autorità garante (45 giorni sono dedicati alla consultazione pubblica).

Ricordiamo che la bozza di Regolamento interessa in particolare le piccole imprese e le organizzazioni senza scopo di lucro.

Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche, cosa devi sapere
Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche, cosa devi sapere

Bloccati gli aumenti delle tariffe telefoniche: compagnie

Gli aumenti delle tariffe telefoniche dovrebbero riguardare in particolare:

  • per il mobile:
    • Tim e WindTre, aumento di 2 euro al mese;
    • PosteMobile, l’operatore virtuale di Poste Italiane, ha aumentato le tariffe di 1 euro al mese.
  • per la telefonia fissa:
    • Tim ha deciso di imporre lo stesso aumento anche agli utenti della telefonia fissa;
    • Vodafone ha aumentato di 1,99 euro al mese;
    • Fastweb, invece, ha stabilito un aumento fino a 5 euro in più al mese.

Riguardo a questi aumenti gli utenti avrebbero potuto reagire cambiando gestore, ma non è una operazione molto utile: gli incrementi hanno infatti riguardato tutte le compagnie che operano in Italia per la telefonia mobile e fissa.

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