Bollette per gli ospedali troppo alte. Sanità al collasso per il caro energia: rischiano di chiudere numerose strutture (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Bollette per gli ospedali: i dati
- Bollette per gli ospedali: i casi
- Bollette per gli ospedali: le richieste
- Bollette per gli ospedali: le strutture
- Bollette per gli ospedali: lo scenario europeo
- Bollette per gli ospedali: le reazioni
- Ricevi tutte le news sempre aggiornate su bonus e lavoro
Bollette per gli ospedali: i dati
Bollette per gli ospedali troppo alte. Alcuni dati interessanti sono stati diffusi dalla Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, che ha promosso un’indagine tra 38 ospedali di diverse regioni italiane. Complessivamente, dicono i risultati, in tutto il 2022 le bollette supereranno i 2,2 miliardi di euro, quasi un miliardo in più rispetto allo scorso anno.
L’indagine, tuttavia, ha qualche limite: i risultati sono basati sul campione di 38 strutture sanitarie e si basano sui costi energetici relativi ai primi 6 mesi del 2022.
Per avere stime più precise bisognerebbe avere dati più rappresentativi (gli ospedali in Italia sono 992) e soprattutto capire come l’andamento dei prezzi influirà sulle bollette negli ultimi mesi, caratterizzati da rincari significativi: non è escluso che i risultati della Fiaso siano una sottostima e che alla fine dell’anno l’aumento delle bollette rispetto allo scorso anno sia maggiore.
Il confronto tra la spesa nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021 è un dato più affidabile e mostra che i timori delle regioni sono fondati.
Secondo le risposte citate nell’indagine, gli ospedali hanno pagato bollette più care del 72,2 per cento: il 75 per cento in più per l’elettricità e il 68,7 per cento per il riscaldamento. Nelle strutture sanitarie del Nord l’aumento è stato del 62,2 per cento, al Centro del 66,6 per cento e nelle regioni del Sud del 96 per cento.
«Si tratta di qualcosa di imprevisto e di imprevedibile che ha un impatto sovrapponibile a quello della pandemia», dice Giovanni Migliore, presidente della Fiaso. «Ricordo che il finanziamento 2021 per il Covid è stato di 1 miliardo e 700 milioni di euro».
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Bollette per gli ospedali: i casi
La bolletta della luce da 11 milioni di euro all’ospedale pubblico Cardarelli di Napoli non è un caso isolato. Il San Gerardo di Monza si è trovato in queste ore una bolletta da 4 milioni di euro in più. Il Papa Giovanni XXIII di Bergamo una che rispetto a quella precedente ha un aggravio di 3 milioni di euro da pagare.
Il gruppo San Donato denuncia da tempo un “aumento dell’890% per il gas e del 260% per l’elettricità“. In provincia di Cuneo ospedali e Asl pagheranno 10 milioni in più per le bollette. E la lista è lunga.
L’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, ha annunciato che solo nelle strutture sanitarie pubbliche vi sarà un aumento dei costi delle bollette per circa 100 milioni di euro, senza contare le strutture ospedaliere accreditate.
Per gli ospedali toscani si parla di un aumento dei costi per l’energia di 116 milioni di euro. L’ospedale Maggiore di Cremona ha ricevuto una bolletta da più di 10 milioni di euro, l’anno prima era della metà.
Bollette per gli ospedali: le richieste
Ospedali e Regioni hanno chiesto al governo di intervenire con aiuti economici per sostenere le maggiori spese impreviste.
Secondo la Fiaso servirebbe almeno un miliardo di euro, una cifra molto distante dal sostegno approvato a metà settembre dal Consiglio dei ministri: nel decreto Aiuti ter, il governo ha previsto 400 milioni di euro per far fronte ai rincari dell’energia. Tra le altre cose, questi soldi sono stati stanziati per tutte le strutture del servizio sanitario nazionale e non soltanto per gli ospedali.
Le soluzioni alternative portate avanti dalle aziende – chiusura di alcune linee di produzione, spostamento dei turni, fino alla cassa integrazione straordinaria – non sono percorribili per gli ospedali, dove l’energia è un grosso problema essenzialmente per due motivi: ne utilizzano tantissima e non possono farne a meno.
Bollette per gli ospedali: le strutture
I reparti più energivori sono la terapia intensiva e la chirurgia, dove oltre ad alimentare i macchinari sanitari è necessario mantenere condizioni ottimali con potenti impianti di riscaldamento, raffrescamento e ricambio dell’aria.
Molta energia viene consumata anche dalle apparecchiature presenti nei laboratori dove vengono fatti esami e analisi. Nei reparti di degenza, invece, i consumi sono prevalentemente legati al mantenimento della temperatura e dell’illuminazione. Secondo le stime, l’energia incide per circa il 5 per cento sulle spese.
Oltre a non incidere nel breve periodo, in molti ospedali gli interventi per limitare i consumi sono complicati perché edifici e padiglioni risalgono a decenni fa, con camere grandi e soffitti alti che disperdono calore e non aiutano a mantenere la temperatura stabile.
Negli ultimi anni, principalmente a causa della pandemia, sono stati rimandati molti interventi come il miglioramento dell’isolamento di pareti e coperture, la sostituzione degli infissi e della vecchia illuminazione.
Si tratta di interventi che possono essere fatti su larga scala soltanto con bandi di gara e grossi investimenti: anche se approvati in poco tempo sarebbero conclusi nel 2023, senza incidere sulle bollette del 2022.
Bollette per gli ospedali: lo scenario europeo
Gli ospedali belgi chiedono per il 2022 contributi per 300 milioni di euro in più. Il servizio sanitario nazionale del Regno Unito ha fatto sapere che a causa del caro carburanti dovrà pagare 2 milioni di sterline al mese in più.
Il governo tedesco acquisirà il 99% di Uniper gas, il suo più grosso importatore di gas. Il ministero dell’Economia tedesco ha confermato la nazionalizzazione alla quale sta dando vita l’esecutivo. Serve a salvare Uniper ma anche a garantire “l’approvvigionamento energetico per le aziende, i servizi pubblici e i consumatori”.
Gli ospedali sono strutture energivore e gasivore, servirebbe un intervento urgente per la tenuta del sistema sanitario, prima che sia troppo tardi e non si vada al collasso.
Bollette per gli ospedali: le reazioni
L’AIOP emiliano romagnolo che rappresenta le case di cura e degli ospedali privati italiani denuncia una situazione gravissima: 45 ospedali privati locali sono in brutte condizioni grazie all’aumento esponenziale delle bollette.
L’associazione chiede una risposta urgente alla Regione Emilia-Romagna: c’è stato “un aggravio di costi che si aggira al 10% per un settore fondamentale che al Sistema Sanitario Pubblico fattura circa 550 milioni”. L’ospedalità e il territorio (ambulatoriale per quanto compete all’AIOP), valgono circa il 50% del bilancio regionale.
«I bilanci delle nostre aziende sono in rosso», ha spiegato il presidente AIOP ER Luciano Natali, «occorre agire in fretta per scongiurare la chiusura degli ospedali a svantaggio delle cure e dell’assistenza ai pazienti».
Come già avanzato, fotografa una situazione drammatica Fiaso.
«Occorre un contributo adatto a garantire la copertura totale delle spese aggiuntive per la bolletta in maniera da poter sterilizzare nei bilanci gli effetti del costo extra dell’energia così come già fatto peraltro per l’emergenza Covid», ha spiegato il presidente Giovanni Migliore, «non si tratta semplicemente di semplici voci di uscita in un bilancio, ma di servizi per il cittadino e per i pazienti.
La stagione post-emergenziale richiede la disponibilità di tutte le risorse possibili per recuperare le prestazioni sospese e far fronte agli impegni presi con i cittadini, compresa la realizzazione di progetti previsti dal Pnrr. Oltre alle maggiori spese per l’energia, Asl e ospedali dovranno far fronte agli importi contrattuali lievitati da parte delle aziende fornitrici di servizi che, in qualche caso, stanno già chiedendo la revisione dei prezzi».
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