Il Bonus 150 euro fa reddito oppure no? Ecco come comportarsi al momento della dichiarazione dei redditi (scopri le ultime notizie sul bonus 150 euro e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Il Bonus 150 euro fa reddito?
- Il Bonus 150 euro fa reddito? Elenco prestazioni esenti IRPEF
- Il Bonus 150 euro fa reddito? A chi spetta?
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Il Bonus 150 euro fa reddito?
Rispondiamo subito alla domanda di apertura: il Bonus 150 euro fa reddito? La risposta è: assolutamente no.
Il sussidio introdotto dall’ex governo Draghi con il decreto Aiuti ter non costituisce reddito ai fini fiscali e neppure ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali.
L’indennità una tantum, dunque, non rientra nel calcolo del reddito da rispettare per richiedere e ottenere pensioni, come la pensione di invalidità, ad esempio. Inoltre, il Bonus 150 euro non è cedibile, non è pignorabile e neppure sequestrabile.
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Il Bonus 150 euro fa reddito? Elenco prestazioni esenti IRPEF
Il Bonus 150 euro fa reddito? No, e non è la sola prestazione a essere esente IRPEF.
L’indennità non va inserita nella dichiarazione dei redditi, al pari di :
- maggiorazione sociale dei trattamenti pensionistici (articolo 1 della Legge n. 544/1988);
- indennità di mobilità (articolo 7, comma 5, della Legge n. 223/1991), per la parte reinvestita nella costituzione di società cooperative;
- assegno di maternità (Legge n. 448/1998), per la donna non lavoratrice;
- assegni per la collaborazione ad attività di ricerca conferiti dalle Università, dagli osservatori astronomici, astrofisici e vesuviano, dagli enti pubblici e dalle istituzioni di ricerca;
- il lavoro autonomo occasionale per importi inferiori a 4.800 euro;
- le retribuzioni non percepite, neppure se presenti nel modello di Certificazione Unica;
- il TFR (Trattamento di fine rapporto) essendo assoggettati alla tassazione separata e non a quella ordinaria dell’IRPEF. Lo stesso discorso vale per le somme percepite una tantum a seguito della cessazione dei rapporti di lavoro dipendente.
- indennità di preavviso e le somme incassate per il patto di non concorrenza.
- le pensioni corrisposte ai cittadini divenuti invalidi e ai congiunti di cittadini italiani deceduti.
- le pensioni corrisposte ai cittadini italiani, agli stranieri e agli apolidi divenuti invalidi nell’adempimento del loro dovere o a seguito di atti terroristici o di criminalità organizzata;
- le pensioni tabellari spettanti per menomazioni subite durante il servizio di leva (allievo ufficiale e/o di ufficiale di complemento, sottufficiali).
- le pensioni tabellari corrisposte ai Carabinieri ausiliari e a chi assolve il servizio di leva nella Polizia di Stato, Guardia di Finanza, nel corpo dei Vigili del Fuoco e ai militari volontari.

Il Bonus 150 euro fa reddito? A chi spetta?
Una volta spiegato che il Bonus 150 euro non costituisce reddito e non va dichiarato, vediamo a chi spetta.
Come detto, il Bonus 150 euro è stato introdotto con il decreto Aiuti ter dall’ex governo Draghi, con l’obiettivo di sostenere economicamente le famiglie con redditi medio-bassi e fare fronte all’inflazione e ai rincari delle bollette di luce e gas.
L’indennità è stata rivolta a una platea piuttosto ampia di beneficiari (circa 22 milioni di persone), anche se inferiore a quella legata al Bonus 200 euro, la prima indennità una tantum riconosciuta dall’ex governo Draghi per il caro-vita.
Il Bonus spetta, tra le altre cose, se il reddito personale annuo percepito nel 2021 è stato inferiore a 20.000 euro.
Hanno potuto richiederlo e ottenerlo:
- lavoratori dipendenti pubblici e privati;
- pensionati;
- lavoratori domestici;
- percettori di Reddito di Cittadinanza;
- lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo;
- incaricati di vendite a domicilio;
- lavoratori autonomi e liberi professionisti;
- titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
- disoccupati percettori di NASpI, DIS-COLL e disoccupazione agricola;
- collaboratori sportivi;
- dottorandi e assegnisti di ricerca.
Entro il 30 aprile 2023 potranno presentare domanda per il Bonus 150 euro l’ultima categoria di lavoratori rimasta senza indennità: i lavoratori autonomi senza Partita Iva.
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