Il bonus 150 euro fa reddito? Come comportarsi

Il Bonus 150 euro fa reddito? Vediamo se l'indennità va dichiarata oppure no, quali sono i redditi esenti IRPEF e chi ha ricevuto o riceverà il Bonus.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

4' di lettura

Il Bonus 150 euro fa reddito oppure no? Ecco come comportarsi al momento della dichiarazione dei redditi (scopri le ultime notizie sul bonus 150 euro e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Il Bonus 150 euro fa reddito?

Rispondiamo subito alla domanda di apertura: il Bonus 150 euro fa reddito? La risposta è: assolutamente no.

Il sussidio introdotto dall’ex governo Draghi con il decreto Aiuti ter non costituisce reddito ai fini fiscali e neppure ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali.

L’indennità una tantum, dunque, non rientra nel calcolo del reddito da rispettare per richiedere e ottenere pensioni, come la pensione di invalidità, ad esempio. Inoltre, il Bonus 150 euro non è cedibile, non è pignorabile e neppure sequestrabile.

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Il Bonus 150 euro fa reddito? Elenco prestazioni esenti IRPEF

Il Bonus 150 euro fa reddito? No, e non è la sola prestazione a essere esente IRPEF.

L’indennità non va inserita nella dichiarazione dei redditi, al pari di :

  • maggiorazione sociale dei trattamenti pensionistici (articolo 1 della Legge n. 544/1988);
  • indennità di mobilità (articolo 7, comma 5, della Legge n. 223/1991), per la parte reinvestita nella costituzione di società cooperative;
  • assegno di maternità (Legge n. 448/1998), per la donna non lavoratrice;
  • assegni per la collaborazione ad attività di ricerca conferiti dalle Università, dagli osservatori astronomici, astrofisici e vesuviano, dagli enti pubblici e dalle istituzioni di ricerca;
  • il lavoro autonomo occasionale per importi inferiori a 4.800 euro;
  • le retribuzioni non percepite, neppure se presenti nel modello di Certificazione Unica;
  • il TFR (Trattamento di fine rapporto) essendo assoggettati alla tassazione separata e non a quella ordinaria dell’IRPEF. Lo stesso discorso vale per le somme percepite una tantum a seguito della cessazione dei rapporti di lavoro dipendente.
  • indennità di preavviso e le somme incassate per il patto di non concorrenza.
  • le pensioni corrisposte ai cittadini divenuti invalidi e ai congiunti di cittadini italiani deceduti.
  • le pensioni corrisposte ai cittadini italiani, agli stranieri e agli apolidi divenuti invalidi nell’adempimento del loro dovere o a seguito di atti terroristici o di criminalità organizzata;
  • le pensioni tabellari spettanti per menomazioni subite durante il servizio di leva (allievo ufficiale e/o di ufficiale di complemento, sottufficiali).
  • le pensioni tabellari corrisposte ai Carabinieri ausiliari e a chi assolve il servizio di leva nella Polizia di Stato, Guardia di Finanza, nel corpo dei Vigili del Fuoco e ai militari volontari.
Il Bonus 150 euro fa reddito
Il Bonus 150 euro fa reddito? In foto un uomo con un punto interrogativo al posto della testa.

Il Bonus 150 euro fa reddito? A chi spetta?

Una volta spiegato che il Bonus 150 euro non costituisce reddito e non va dichiarato, vediamo a chi spetta.

Come detto, il Bonus 150 euro è stato introdotto con il decreto Aiuti ter dall’ex governo Draghi, con l’obiettivo di sostenere economicamente le famiglie con redditi medio-bassi e fare fronte all’inflazione e ai rincari delle bollette di luce e gas.

L’indennità è stata rivolta a una platea piuttosto ampia di beneficiari (circa 22 milioni di persone), anche se inferiore a quella legata al Bonus 200 euro, la prima indennità una tantum riconosciuta dall’ex governo Draghi per il caro-vita.

Il Bonus spetta, tra le altre cose, se il reddito personale annuo percepito nel 2021 è stato inferiore a 20.000 euro.

Hanno potuto richiederlo e ottenerlo:

  • lavoratori dipendenti pubblici e privati;
  • pensionati;
  • lavoratori domestici;
  • percettori di Reddito di Cittadinanza;
  • lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo;
  • incaricati di vendite a domicilio;
  • lavoratori autonomi e liberi professionisti;
  • titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • disoccupati percettori di NASpI, DIS-COLL e disoccupazione agricola;
  • collaboratori sportivi;
  • dottorandi e assegnisti di ricerca.

Entro il 30 aprile 2023 potranno presentare domanda per il Bonus 150 euro l’ultima categoria di lavoratori rimasta senza indennità: i lavoratori autonomi senza Partita Iva.

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