Le pensioni relative al mese di novembre sono già state corrisposte per la maggior parte, mancano solo gli ultimi dell’elenco alfabetico che devono ritirare i trattamenti presso gli uffici postali. Nonostante le erogazioni procedano alla svelta, come di consueto, sono sorti dei problemi per il nuovo bonus 150 euro. Andiamo a scoprire di cosa stiamo parlando (scopri le ultime notizie sul bonus 150 euro e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice:
- Le pensioni di novembre arrivano, ma il bonus 150 euro che fine ha fatto?
- Bonus 150 euro non ricevuto sulla pensione, tre motivazioni
- Bonus 150 euro non arriva? Che fare
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Le pensioni di novembre arrivano, ma il bonus 150 euro che fine ha fatto?
Le pensioni di novembre sono arrivate per tutti coloro che le attendevano sui conti correnti e sui libretti postali, lo scorso 2 novembre e Poste Italiane sta continuando ad elargire il pagamento a coloro che devono riscuotere il proprio trattamento pensionistico direttamente negli uffici delle poste.
Ma nel frattempo è sorto un problema: in molti non si sono visti accreditare il bonus una tantum di 150 euro. Prima di scoprire il motivo di questo mancato pagamento ricordiamo che questo è un sussidio economico introdotto dall’esecutivo Draghi per la bellezza di 22 milioni di italiani.
L’indennità una tantum è stata inserita nel decreto legge aiuti ter, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 23 settembre 2022, in cui sono stati stanziati, solo per il bonus 150 euro, ben 3,2 miliardi di euro. Questo sostegno, però, a differenza delle due indennità precedenti ha abbassato il tetto massimo del reddito, portandolo da 35 mila euro a 20 mila euro.
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Secondo quanto stabilito dall’ultimo decreto aiuti ter, la nuova indennità una tantum contro il caro bollette deve essere corrisposta in maniera automatica, da parte dell’istituto previdenziale Inps, a tutti i pensionati in possesso dei requisiti necessari nel mese corrente. I requisiti in questione sono i seguenti:
- avere la residenza in Italia
- essere titolari di uno o più trattamenti pensionistici
- oppure essere titolari di pensione o assegno sociale
- di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti
- nonché titolari di trattamenti di accompagnamento alla pensione
- costoro dovranno avere un reddito personale assoggettabile ad Irpef che nel 2021 non risulti essere superiore a 21 mila euro
Nello specifico, sono stati stanziati ben 1,24 miliardi di euro per l’anno 2022 e la platea interessata è di 8,3 milioni di persone. Ma vendiamo a noi, come mai il bonus 150 euro non è arrivato a tutti? Andiamo a scoprirlo insieme.
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Bonus 150 euro non ricevuto sulla pensione, tre motivazioni
Il bonus 150 euro, partito all’inizio del mese corrente, non è stato corrisposto ad alcuni pensionati, perché? Scopriamo insieme le tre motivazioni plausibili per il ritardo degli accrediti o per il mancato pagamento della prestazione.
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Innanzitutto, possiamo tranquillizzare alcuni nostri lettori affermando che il bonus 150 euro è in ritardo. O meglio, Inps è in ritardo con gli accrediti. Lo stesso problema si è verificato a luglio con i versamenti del bonus 200 euro. Molti cittadini, infatti, attendevano di ricevere il sostegno già all’inizio del mese, ma poi il pagamento è stato corrisposto loro dopo giorni, o addirittura nei mesi dopo, ad agosto o settembre.
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È probabile, dunque, che se il sostegno una tantum contro il caro vita non vi sarà accreditato entro qualche giorno, vi arriverà nel mese di dicembre o addirittura a gennaio 2023.
La seconda motivazione, invece, riguarda coloro che sono titolari di più trattamenti previdenziali differenti e hanno già ricevuto il bonus 150 euro su un trattamento, ma lo attendono ancora sull’altro. Ricordiamo che Inps effettua il pagamento una sola volta per il sostegno e che anche ai titolari di due prestazioni differenti potrà arrivare una sola indennità.
Se, per errore, i 150 euro dovessero arrivare due volte allo stesso soggetto, Inps provvederebbe subito alla riscossione delle somme erogate in maniera indebita.
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La terza e ultima motivazione, infine, riguarda le false aspettative. In che senso? Molti pensionati che stanno attendendo il sussidio economico non ne hanno diritto. Alcuni, infatti, credono che avendo beneficiato del bonus 200 euro riceveranno in automatico quello da 150 euro.
Purtroppo, però, non funziona così, perché come abbiamo detto in precedenza, la soglia del reddito è stata abbassata e molti che aspettano l’accredito sono titolari di redditi che superano i 20 mila euro e, pertanto, non possono averlo.
Andiamo, ora, a vedere cosa fare se, pur avendone diritto, l’indennità una tantum da 150 euro non arriva.
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Bonus 150 euro non arriva? Che fare
Se il bonus 150 euro non vi è arrivato ma siete in possesso dei requisiti necessari e dunque ne avete diritto, allora potete:
- Inoltrare una mail all’istituto previdenziale Inps, oppure una PEC
- Contattare il servizio Inps risponde, offerto dallo stesso istituto
- Chiamare Inps ai numero 803 164 da rete fissa, gratuitamente, oppure allo 06 164 164 a pagamento secondo quanto previsto dal vostro piano tariffario gli orari sono i seguenti
- Dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00, mentre il sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
- Potrete, poi, scrivere sui canali social Inps, su Facebook e Twitter
- Infine, c’è la possibilità di prendere un appuntamento fisico o telefonico presso la sede di riferimento.
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In questo modo, potrete chiedere spiegazioni direttamente all’istituto su eventuali ritardi o mancati pagamenti e la risposta, a secondo del metodo di contatto scelto, vi sarà fornita in tempi più o meno brevi.
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