Oggi vi parliamo di Bonus ristrutturazione al 50%: ecco le ultime notizie e cosa rimane dell’agevolazione fiscale (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Bonus ristrutturazione al 50%: cosa è rimasto?
È ancora possibile usufruire del Bonus ristrutturazione al 50%: l’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia è disciplinata dall’articolo 16-bis del Dpr 917/86, che in origine fissò la detrazione al 36%, con un limite di spesa non superiore a 48.000 euro.
Per le spese sostenute a partire dal 26 giugno 2012 fino al 31 dicembre 2024, spetta una detrazione dall’IRPEF al 50%, entro un limite massimo di spesa di 96.000 euro, spalmabile in 10 quote annuali di pari importo.
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Bonus ristrutturazione al 50%: cessione del credito e sconto in fattura
Non è, però, più possibile ricorrere alla cessione del credito e allo sconto in fattura, previsto fino al decreto legge “in materia di cessione di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali”, disposto dal governo Meloni, per i lavori avviati dopo il 16 febbraio (data in cui è entrato in vigore il decreto legge).
Lo sconto in fattura e la cessione del credito possono essere applicati solo per gli interventi realizzati al 16 febbraio 2023, per un totale di 5 cessioni di credito.
Bonus ristrutturazione al 50%: chi può richiederlo?
Il Bonus ristrutturazioni 2023 può essere richiesto da:
- il proprietario o nudo proprietario dell’abitazione da ristrutturare;
- il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
- l’inquilino o il comodatario;
- i soci di cooperative divise e indivise;
- i soci delle società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati;
- gli imprenditori individuali e le imprese familiari, ma solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.
Possono anche richiederlo, ma a patto che sostengano le spese e siano intestatati di fatture e bonifici:
- il familiare convivente del possessore o del detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) e il componente dell’unione civile;
- il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
- convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi e neppure titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.
La detrazione IRPEF fino a un massimo di spesa di 96.000 euro spetta anche a chi acquista fabbricati a uso abitativo ristrutturati.
Come riporta l’Agenzia delle Entrate, “la detrazione spetta nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro 18 mesi dalla data di termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile.
Indipendentemente dal valore degli interventi eseguiti, l’acquirente o l’assegnatario dell’immobile deve comunque calcolare la detrazione su un importo forfetario, pari al 25% del prezzo di vendita o di assegnazione dell’abitazione (comprensivo di Iva). Anche questa detrazione va ripartita in 10 rate annuali di pari importo”.
Bonus ristrutturazione al 50%: per quali lavori spetta?
Dopo aver elencato requisiti e beneficiari, passiamo ora all’elenco dei lavori per i quali spetta il Bonus ristrutturazione del 50%:
- per i lavori elencati nel Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze);
- per i lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati sulle parti comuni degli edifici residenziali come dispone l’articolo 3 del DPR 380 del 2001;
- per i lavori di ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se non rientranti nelle categorie indicate in precedenza, ma a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
- per i lavori di realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche a proprietà comune;
- per i lavori eseguiti per l’eliminazione delle barriere architettoniche (realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione o l’installazione di ascensori e montacarichi);
- per i lavori atti alla realizzazione di ogni strumento idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone con handicap grave, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104;
- per i lavori di bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici;
- per i lavori atti all’adozione di misure finalizzate alla prevenzione del rischio di compimento di atti illeciti (furto, aggressioni, sequestri di persona e altri reati) da parte di terze persone;
- per i lavori di cablatura degli edifici, di contenimento dell’inquinamento acustico, di conseguimento di risparmi energetici, fino all’adozione di misure di sicurezza statica e antisismica degli edifici;
- per gli interventi di sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza.
Bonus ristrutturazione al 50%: elenco di spese
Nell’elenco delle spese detraibili con il Bonus ristrutturazione al 50% includiamo anche:
- le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse;
- le spese per la messa in regola degli edifici (DM 22 gennaio 2008, n. 37 – ex legge 46 DEL 1990 (impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (Legge 1083 del 1971);
- le spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo d’intervento;
- le spese per l’acquisto dei materiali;
- il compenso per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti;
- le spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi;
- l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunzie d’inizio lavori;
- gli oneri di urbanizzazione;
- eventuali costi collegati alla realizzazione degli interventi (decreto n. 41 del 18 febbraio 1998).
Bonus ristrutturazione al 50%: quali spese non sono detraibili?
La detrazione al 50% per il Bonus ristrutturazione non spetta per il semplice acquisto di strumenti, anche volti a favorire la comunicazione e la mobilità interna ed esterna.
Parliamo di computer, schermi touch, telefoni viva voce, tastiere espanse, che rientrano nell’elenco dei sussidi tecnici e informatici per i quali è prevista la detrazione IRPEF del 19%.
Non si ha diritto alla detrazione neppure se si acquistano apparecchiature o elettrodomestici dotati di meccanismi di sicurezza (ad esempio una cucina a spegnimento automatico in sostituzione di una tradizionale cucina a gas).
Non è possibile detrarre neppure il costo del contratto stipulato con un istituto di vigilanza.

Faq sul Bonus ristrutturazione al 50%
Quali sono gli interventi per i quali è riconosciuto il bonus ristrutturazione 2023?
Il bonus ristrutturazione 2023 riconosce una serie di lavori di manutenzione ordinaria, inclusi: sostituzione d’infissi esterni e serramenti, installazione di ascensori e scale di sicurezza, realizzazione e miglioramento dei servizi igienici, rifacimento di scale e rampe, interventi finalizzati al risparmio energetico, recinzione dell’area privata, e costruzione di scale interne. L’agevolazione può diventare un bonus ristrutturazione per il bagno, la cucina, o per un restyling straordinario di una casa.
Quali sono le agevolazioni extra possibili oltre al bonus ristrutturazione 2023?
Per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, oltre al bonus ristrutturazioni 2023, è possibile usufruire dell’aliquota IVA ridotta al 10%. Questo si applica sulle prestazioni dei servizi resi dall’impresa che esegue i lavori e, in alcuni casi, sulla cessione dei beni.
Il bonus ristrutturazione 2023 prevede detrazioni per interventi antisismici?
Sì, il bonus ristrutturazioni 2023 include una detrazione del 50% per spese sostenute per interventi antisismici su edifici in zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) e nella zona 3. Questa agevolazione è da calcolare su un importo complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno e è fruibile in 5 rate annuali di pari importo. La detrazione può salire al 70% o 80% in caso di riduzione del rischio sismico che determina il passaggio a una classe di rischio inferiore.
Il bonus ristrutturazione 2023 è cumulabile con la detrazione per risparmio energetico?
No, la detrazione per gli interventi di recupero edilizio non è cumulabile con l’agevolazione fiscale prevista per gli stessi interventi dalla detrazione per risparmio energetico. Se gli interventi realizzati rientrano in entrambe le categorie, il contribuente può fruire, per le medesime spese, soltanto dell’uno o dell’altro beneficio.
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