Nell’articolo di oggi vedremo in dettaglio come funziona il Bonus allarme 2023 e come ottenere l’agevolazione (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Che cos’è il Bonus allarme 2023?
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, è opportuno chiarire che in Italia non esiste un vero e proprio Bonus allarme 2023.
Semplicemente, il Bonus casa 50%, cioè la più ampia agevolazione per le ristrutturazioni edilizie gestita dall’Agenzia delle Entrate, include anche “interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi”.
In aggiunta, ricordiamo che dal 2023, questo bonus non offre più la possibilità di attuare la cessione del credito e applicare uno sconto in fattura ai beneficiari. Invece, può essere impiegato esclusivamente sotto forma di detrazione Irpef, dilazionata su un periodo di 10 anni.
In termini pratici, ciò implica la capacità di ottenere una riduzione dell’imposta sul reddito (Irpef) includendo l’ammontare delle spese nella propria dichiarazione dei redditi.
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Come funziona il Bonus allarme 2023?
Il Bonus allarme 2023, anche detto Bonus sicurezza o Bonus videosorveglianza, offre un finanziamento pari al 50% dei costi relativi alle spese sostenute per interventi legati alla messa in sicurezza degli immobili.
Per essere più precisi, si tratta di una detrazione del 50% delle spese sostenute nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2024 e applicabile all’importo massimo di 96.000 euro, per ciascuna unità immobiliare.
La detrazione si applica però esclusivamente alle spese sostenute per interventi legati agli immobili. Ad esempio, è possibile installare un allarme, mentre i contratti stipulati con istituti di sicurezza non rientrano nel beneficio fiscale.
Quali sono gli interventi ammessi dal Bonus sicurezza nel 2023?
Il Bonus casa permette una detrazione del 50% per i costi di installazione, sostituzione o riparazione con innovazioni dell’impianto d’allarme nelle unità abitative. Nelle parti condominiali invece il bonus include anche le operazioni di manutenzione ordinaria, quindi la riparazione senza innovazioni e la riparazione con sostituzione di alcuni elementi.
A titolo esemplificativo, ecco gli interventi che rientrano nel Bonus sicurezza 2023:
- rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici;
- apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione;
- porte blindate o rinforzate;
- apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini;
- installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti;
- apposizione di saracinesche;
- tapparelle metalliche con bloccaggi;
- vetri antisfondamento;
- casseforti a muro;
- fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati;
- apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline.
Per conoscere l’elenco completo dei lavori agevolabili e i dettagli normativi, potete consultare la scheda informativa relativa all’agevolazione sul sito dall’Agenzia delle Entrate. In alternativa, cliccando sul pulsante di download qui sotto, potete scaricare la guida ufficiale in PDF, sempre redatta dall’Agenzia.
Chi può usufruire del Bonus allarme nel 2023?
Il Bonus allarme 2023 rappresenta un vantaggio per tutti i contribuenti soggetti all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) in Italia, indipendentemente dalla loro residenza. Questa agevolazione non è riservata esclusivamente ai proprietari di immobili, ma si estende anche a quanti detengono diritti reali o personali di godimento sugli immobili interessati dagli interventi e che hanno sostenuto le relative spese.
Per essere più precisi, il Bonus sicurezza è accessibile a tutti questi soggetti, a condizione che abbiano effettivamente sostenuto i costi e siano i beneficiari dei bonifici e delle fatture:
- proprietari o nudi proprietari;
- titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
- locatari o comodatari dell’immobile;
- soci di cooperative a proprietà divisa (in qualità di possessori), assegnatari di alloggi e, previo consenso scritto della cooperativa che possiede l’immobile, soci di cooperative a proprietà indivisa (in qualità di detentori);
- imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce;
- soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali;
- il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto;
- dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado);
- il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
- il componente dell’unione civile (la legge n. 76/2016, per garantire la tutela dei diritti derivanti dalle unioni civili tra persone dello stesso sesso, equipara al vincolo giuridico derivante dal matrimonio quello prodotto dalle unioni civili);
- il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.

Bonus allarme 2023 con sconto in fattura?
Fino a poco tempo fa, uno dei principali benefici associati al Bonus allarme 50% era la possibilità di cedere il credito fiscale spettante e ottenere uno sconto immediato in fattura.
In pratica, era possibile ricevere uno sconto del 50% direttamente sulla fattura per le spese agevolabili.
Tuttavia, con l’entrata in vigore della Legge n. 38 dell’11 aprile 2023, che ha convertito in legge il Decreto del 16 febbraio 2023, queste condizioni sono state riviste. Il Bonus sicurezza, come la maggior parte degli incentivi edilizi del 2023, non permette più la cessione del credito e lo sconto in fattura.
Per riassumere, a partire da febbraio 2023, non è più possibile utilizzare il Bonus casa al 50% per avere uno sconto immediato sulla fattura. L’agevolazione è ora disponibile esclusivamente sotto forma di detrazione Irpef, distribuita su un periodo di 10 anni.
Esempio di applicazione del Bonus sicurezza 2023
Supponiamo che un contribuente decida di installare un sistema completo di allarme o videosorveglianza nel suo appartamento, spendendo una cifra pari a 10.000 euro.
Grazie al Bonus sicurezza, che offre una detrazione fiscale del 50%, egli può ottenere un finanziamento che copre la metà delle spese. In questo scenario, la detrazione fiscale ammonta a 5.000 euro (cioè il 50% di 10.000 euro) e questa cifra viene distribuita in 10 rate uguali, ciascuna di 500 euro.
Poiché il Bonus allarme o videosorveglianza funziona esclusivamente come detrazione fiscale, il contribuente dovrà inizialmente pagare l’intero costo dei lavori di tasca propria. Successivamente, nel corso di 10 anni, riporterà l’ammontare delle spese nella sua dichiarazione dei redditi e riceverà un beneficio fiscale annuale di 500 euro, che verrà sottratto dall’importo dell’Irpef da pagare.
FAQ: Domande frequenti sul Bonus allarme 2023?
Come avviene il pagamento del Bonus allarme 2023?
Il Bonus allarme 2023 è una detrazione e non un rimborso sotto forma di versamento in contanti. I beneficiari non riceveranno alcun pagamento, semplicemente inseriranno le spese nella dichiarazione dei redditi e otterranno uno sconto sull’Irpef da pagare spalmato in 10 anni.
Posso richiedere il Bonus allarme per una seconda casa?
Si, il Bonus allarme 2023 può essere usato anche se l’immobile oggetto di intervento è una seconda casa.
Chi può beneficiare del Bonus allarme?
Possono beneficiare del Bonus allarme i proprietari, gli inquilini o gli usufruttuari di immobili residenziali ubicati in Italia.
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