Bonus carovita per gli insegnanti

Bonus carovita per gli insegnanti: una integrazione dello stipendio per chi lavora in zone più costose. Che si trovano spesso al Nord, ma la situazione è molto più articolata di quanto si immagini. La proposta è stata formulata dal ministro dell'Istruzione. C'è il consenso ampio della maggioranza di governo.

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5' di lettura

Un Bonus carovita per gli insegnanti che lavorano in zone dove le spese sono più alte, come Milano. Una integrazione allo stipendio, per “ragioni di equità”. (scopri tutti gli annunci e le offerte di lavoro sempre aggiornati. Ricevi su Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

Bonus carovita per gli insegnanti: costi differenziati
Bonus carovita per gli insegnanti: trasferimenti
Bonus carovita per gli insegnanti: ovunque
Bonus carovita per gli insegnanti: contratto integrativo
Bonus carovita per gli insegnanti: Nord, Sud e costi

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La proposta è stata formulata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Non si tratta di un ritocco al contratto nazionale di lavoro, quindi nessuna differenza tra Nord e Sud. Ma, come ha dichiarato lo stesso Valditara, “è opportuno realizzare una maggiore equità laddove il costo della vita è più alto”.

Su questo argomento puoi leggere notizie sul concorso scuola in Friuli Venezia Giulia (bando e domanda); per le assunzioni nella scuola mancano 94.000 insegnanti.

Bonus carovita per gli insegnanti: costi differenziati

È ovvio che un insegnante che vive e lavora a Milano avrà molte più difficoltà di un collega che abita in una zona dove il costo della vita è più basso.

Sulla spesa alimentare, infatti, se il capoluogo lombardo è quello dove i prezzi sono più alti, Napoli è la città che invece ha quelli più contenuti.

Pescara è la città dove i servizi costano meno. Roma non è ai vertici, ma comunque l’ottava città più cara d’Italia.

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Non è dunque solo una questione Nord/Sud. O meglio, non solo. Perché comunque tante città del Settentrione hanno costi più alti rispetto alla quasi totalità delle zone del Meridione. Con notevoli eccezioni, comunque.

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Bonus carovita per gli insegnanti: trasferimenti

La proposta di Valditara, che è stata accolta con ampio favore dalla maggioranza di governo, parte da un presupposto: il costo della vita è mediamente molto più alto a Milano e anche a Roma. Da quelle zone si stanno registrando tante richieste di trasferimento degli insegnanti. Dovute proprio alla difficoltà dei docenti di far quadrare i conti.

La conseguenza di queste richieste di trasferimento è che viene messa a rischio la continuità didattica. Ovvero, il servizio offerto agli studenti di quelle zone è inevitabilmente meno efficiente.

Bonus carovita per gli insegnanti: ovunque

L’obiettivo del ministro è di evitare che un insegnante impegnato in zone dove il costo della vita è più elevato prenda di fatto uno stipendio più basso rispetto a chi lavora in aree dove la spesa per vivere è significativamente meno elevata.

Il ministro ha ribadito che non è una questione di Nord, Centro o Sud. Come dire: se il costo della vita è più alto a Bari rispetto a Vercelli o Sondrio è giusto che l’insegnante impegnato nella zona più costosa abbia diritto a una integrazione.

È anche vero, comunque, che nelle indagini Istat il costo della vita sia risultato mediamente più alto al Nord e più basso al Sud, con il Centro che alterna aree più costose ad altre dove vivere è meno caro.

Ma questo lo vedremo in dettaglio tra qualche paragrafo.

Bonus carovita per gli insegnanti: contratto integrativo

Se i contratti nazionali non possono essere toccati, per evitare di costruire un’Italia a due velocità,  l’unica possibilità è quella di agire sulla contrattazione integrativa.

La scuola si muove all’interno di una sorta di giungla contrattuale. Ci sono infatti 4 livelli di contrattazione:

  • uno nazionale generale;
  • uno integrativo nazionale (fra Ministero e sindacati)
  • uno integrativo regionale (fra direzione scolastica regionale e i sindacati);
  • uno integrativo scolastico (può essere diverso diverso per ogni singola scuola).

Una stratificazione che con il tempo ha creato anche confusione. Comunque, l’intenzione del ministro è di agire sul contratto integrativo regionale. Quello che regola l’uso dei fondi che arrivano:

  • dalla Regione;
  • da altri enti pubblici;
  • da privati;
  • e da progetti che vedono coinvolti gli stessi insegnanti.

Quindi il contratto non si tocca, ma si va comunque incontro a una diversificazione delle buste paga degli insegnanti rispetto a dove operano, anche se solo come integrazione allo stipendio.

Nella foto una insegnante a scuola

Bonus carovita per gli insegnanti: Nord, Sud e costi

Uno studio del Codacons ha dimostrato che le città del Sud sono mediamente meno care rispetto a quelle del Nord. Ma il quadro è in continuo movimento, così come i costi e le tariffe.

Ad esempio, è vero che mangiare a Milano costa in media il 47 per cento in più rispetto a Napoli. Ma è altrettanto vero che la tassa sui rifiuti che si paga nel capoluogo partenopeo (507,96 euro) è il 147 per cento più alta rispetto a Trento.

E’ anche certo che un caffè al Nord costi meno rispetto al Sud, così come in media le cure mediche.

Ma non è un’analisi così semplice. Alcune città del Sud sono mediamente più care di alcune che sono al Nord o al Centro. Insomma, se si vuole adeguare con una integrazione al costo della vita gli stipendi degli insegnanti che lavorano nelle diverse zone del Paese sarà necessario uno studio molto attento.

L’ultimo esempio: l’affitto medio di una casa a Salerno è di 10 euro a metro quadro, ad Asti è di 6. Anche questo incide in modo importante sul costo della vita (molto di più del prezzo del caffè). E quindi una eventuale integrazione degli stipendi non potrà essere fatta solo in base alla cartina geografica, ma dopo uno studio molto più approfondito.

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