Nell’articolo di oggi vedremo in cosa consiste l’agevolazione chiamata Bonus cucina 2023. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
- Bonus cucina 2023: come funziona?
- Bonus cucina 2023: l’agevolazione per le ristrutturazioni
- Bonus cucina 2023: il Bonus mobili ed elettrodomestici
- Bonus cucina 2023: ammette sconto in fattura e cessione del credito?
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Bonus cucina 2023: come funziona?
Tra pochissimo vedremo quali sono i requisiti e le condizioni per utilizzare le agevolazioni statali e ristrutturare da zero la propria cucina. Prima è bene chiarire che un vero e proprio Bonus cucina 2023 non esiste e in verità non è mai esistito.
Con il nome di Bonus cucina si intendono infatti due agevolazioni distinte, che sono il Bonus casa 50% (o Bonus ristrutturazione) ed il Bonus mobili ed elettrodomestici.
Il Bonus casa permette di avere una detrazione Irpef del 50% e copre non solo le ristrutturazioni della cucina, ma anche i lavori edilizi svolti complessivamente nell’immobile. Il Bonus mobili ed elettrodomestici è un’altra detrazione Irpef del 50% che copre invece gli acquisti relativi agli elementi di arredo ed i grandi elettrodomestici, per tutte le zone della casa.
Altra cosa che bisogna chiarire è che in tutti i casi si tratta di una detrazione Irpef in 10 anni e mai di uno sconto in fattura. In parole povere il beneficiario dell’agevolazione anticipa i costi agevolabili, poi inserisce le spese nella dichiarazione dei redditi e ottiene uno sconto sulle tasse da pagare.
Nello specifico l’ammontare della spesa agevolabile viene divisa in dieci quote di uguale importo. Poi per 10 anni, ogni anno, il beneficiario avrà uno “sconto” sull’Irpef da pagare a fine anno di importo uguale alla quota annuale della detrazione.
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Bonus cucina 2023: l’agevolazione per le ristrutturazioni
Del Bonus cucina 2023 fa parte prima di tutto l’agevolazione per le ristrutturazioni edilizie, anche nota come Bonus casa 50%. Questa agevolazione consiste in una detrazione Irpef in 10 anni, che copre le spese legate alla ristrutturazione degli immobili, ma si applica alla spesa massima di 96.000 euro.
L’agevolazione è già stata rinnovata fino al 31 dicembre 2024, tuttavia si tratta di un bonus che esiste da tempo e viene periodicamente prorogato, seppur con modifiche nell’importo.
Se si utilizza l’agevolazione è possibile ristrutturare completamente la propria casa, cucina inclusa. Il Bonus casa considera infatti spese agevolabili gli interventi di:
- manutenzione straordinaria;
- restauro e risanamento conservativo;
- ristrutturazione edilizia.
Nel caso il Bonus casa sia usato per le parti comuni di un edificio condominiale questo copre anche gli interventi di manutenzione ordinaria.
Trovate un approfondimento completo dell’agevolazione nel nostro articolo dedicato ai Bonus edilizi 2023 o consultando la scheda informativa sul sito dell’Agenzia delle Entrate. In questa sede ci interessa sottolineare che l’incentivo permette la ristrutturazione completa dell’ambiente cucina, per cui non ci sono limitazioni di sorta.

A chi spetta l’agevolazione per le ristrutturazioni?
Il Bonus casa non ha requisiti legati al reddito o ISEE, ma possono beneficiarne tutti, sia proprietari che inquilini dell’immobile. In dettaglio l’agevolazione spetta a:
- il proprietario o il nudo proprietario;
- il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
- l’inquilino o il comodatario dell’immobile;
- i soci di cooperative a proprietà divisa (in qualità di possessori), assegnatari di alloggi e, previo consenso scritto della cooperativa che possiede l’immobile, soci di cooperative a proprietà indivisa (in qualità di detentori);
- gli imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce;
- i soci delle società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari (alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali).
Esempio di calcolo degli importi
Per rendere più chiaro il funzionamento dell’agevolazione per le ristrutturazioni edilizie facciamo un esempio pratico. Immaginiamo di voler ristrutturare da zero la nostra cucina e i lavori ci costano nel complesso 50.000 euro. Per il Bonus casa ci spetta un finanziamento, in forma di detrazione fiscale, pari alla metà di questa spesa, quindi 25.000 euro.
Poiché la detrazione si esaurisce nell’arco di 10 anni, questi 25.000 euro vengono divisi in 10 quote da 2.500 euro.
Dopo aver pagato tutte le spese di ristrutturazione queste vanno inserite nella sezione delle detrazioni della dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi PF). Ogni anno, calcolato l’Irpef da pagare, spetta una detrazione (uno “sconto“), pari ad una quota del Bonus casa, cioè 2.500 euro, e così per 10 anni.
Tuttavia può accadere che il beneficiario non abbia abbastanza capienza fiscale, cioè paghi meno tasse all’anno di quanto sia l’importo di una quota del Bonus casa. Immaginiamo ad esempio che il nostro beneficiario paghi 1.500 euro di Irpef, mentre la quota annuale è di 2.500 euro. In questo caso i 1.000 euro di differenza sono persi, poiché è possibile usare tutta la quota solo se c’è abbastanza capienza fiscale.
Bonus cucina 2023: il Bonus mobili ed elettrodomestici
Il Bonus mobili ed elettrodomestici è un’agevolazione che permette di acquistare mobili e grandi elettrodomestici con un finanziamento statale. Si tratta di una detrazione Irpef in 10 anni, che si applica all’importo massimo di 8.000 euro, per le spese effettuate nel 2022 (da detrarre nel 2023), e di 5.000 euro, per le spese effettuate nel 2023 (da detrarre nel 2024).
Il Bonus mobili ed elettrodomestici prevede un solo requisito di accesso e cioè che chi lo utilizza abbia ristrutturato un immobile a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente. Quindi per usare il Bonus mobili 2023 le ristrutturazioni devono essere iniziate dopo il 1° gennaio 2022.
L’agevolazione è valida anche se i mobili e gli elettrodomestici vengono acquistati per un immobile differente o un’area della casa diversa da quella oggetto di ristrutturazione. Ad esempio si possono comprare mobili ed elettrodomestici per la cucina anche se è stato ristrutturato il bagno o addirittura se gli interventi sono avvenuti in un’altra casa.
Quello che è importante è che a pagare le ristrutturazioni e le spese ammesse dal Bonus mobili sia la stessa persona. Il pagamento può avvenire solo tramite carta o bonifico e non sono ammessi né assegni né contanti.
L’agevolazione è cumulabile con il Bonus casa 50%, cioè si può usare anche se in precedenza le ristrutturazioni sono state realizzate sfruttando una qualunque delle agevolazioni edilizie esistenti.
Quali sono le spese agevolabili?
Scendendo nel dettaglio di cosa si può comprare con il Bonus mobili. L’elenco delle spese ammesse, come indicato dall’Agenzia delle Entrate, è la seguente:
- mobili nuovi (es. letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi e apparecchi di illuminazione, ecc.);
- grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla: classe A per i forni; alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie; alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica.
Trovate un approfondimento sugli oggetti che si possono acquistare con l’agevolazione nel nostro articolo dedicato al Bonus mobili 2023 o consultando la guida ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

Esempio di calcolo degli importi
Anche in questo caso è utile fare un esempio pratico per capire come funziona il Bonus mobili 2023. Immaginiamo di aver ristrutturato un immobile l’anno scorso (2022) e aver acquistato quest’anno (2023) mobili e grandi elettrodomestici per il valore complessivo di 10.000 euro.
Ci spetta una detrazione in 10 anni pari al 50% delle spese sostenute, tuttavia il Bonus mobili ed elettrodomestici ammette una spesa massima di 8.000 euro. Non otterremo perciò il 50% di 10.000 euro come detrazione, ma solo la metà di 8.000 euro.
Questa detrazione quindi nel complesso è di 4.000 euro, che vengono divisi in 10 quote da 400 euro. Le spese andranno inserite nella dichiarazione dei redditi 2024 e si otterrà uno sconto sull’Irpef di 400 euro per i prossimi 10 anni.
Anche per il Bonus mobili vale quanto detto nel precedente paragrafo e cioè che bisogna avere abbastanza capienza fiscale per utilizzare pienamente dell’importo spettante.
Bonus cucina 2023: ammette sconto in fattura e cessione del credito?
Abbiamo già anticipato che le agevolazioni che fanno parte del Bonus cucina non ammettono sconto in fattura e cessione del credito. L’unica cosa che si può ottenere è una detrazione Irpef in 10 anni, il cui ammontare è uguale all’importo delle spese agevolabili.
Per quanto riguarda il Bonus mobili ed elettrodomestici, da quando esiste l’agevolazione, non è mai stato possibile ottenere uno sconto in fattura o usare la cessione del credito. Questa agevolazione è sempre e solo stata una detrazione Irpef in 10 anni.
Diversamente, il Bonus casa 50% fino a qualche mese fa ammetteva la possibilità di utilizzo con sconto è cessione, cioè si poteva ottenere direttamente uno sconto in fattura pari alla metà dei costi.
Per effetto però della legge la Legge n. 38 dell’11 aprile 2023, che converte in legge il DL n. 11 del 16 febbraio 2023, a partire dalla data di entrata in vigore del decreto i Bonus edilizi non ammettono più sconto e cessione.
Riassumendo, da febbraio 2023 non è più possibile usare il Bonus casa 50% con la cessione del credito al fine di avere uno sconto in fattura quando si paga. Quest’anno l’agevolazione è fruibile solo ed esclusivamente come detrazione Irpef in 10 anni.
FAQ sul Bonus cucina 2023
Quali sono i bonus sulla casa nel 2023 oltre al Bonus casa?
Qui puoi leggere i Bonus sulla casa rimasti nel 2023.
Come ottenere il Bonus cucina 2023?
Il Bonus garantisce una detrazione Irpef quindi bisogna indicare le spese sostenute in dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi persone fisiche).
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