Emergono nuovi dettagli rispetto alla cassa integrazione (Cig) per lavoratori autonomi, una nuova misura che renderà “strutturale” lo strumento del Bonus Partite Iva lanciato a seguito dell’epidemia di Covid (Consulta anche la nostra pagina speciale sulle indennità Covid e partecipa alla discussione sul nostro gruppo Facebook).
- Bonus Partite Iva nel 2021 diventa “strutturale”
- Cassa integrazione Partite Iva: i requisiti richiesti
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Bonus Partite Iva nel 2021 diventa “strutturale”
Il Bonus Partite Iva diventa “strutturale” nel 2021: si chiamerà Iscro, sigla che sta per “Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa“, la nuova misura di sostegno economico dedicata ai lavoratori autonomi. Assomiglierà molto alla cassa integrazione tuttora prevista per i dipendenti ma inizialmente avrà un raggio d’azione molto meno ampio, in proporzione, rispetto all’ammortizzatore sociale per eccellenza.
Anche l’importo dell’assegno è stato decisamente ridimensionato rispetto alle prime ipotesi: sembrava potesse arrivare fino a 1000 euro al mese, per massimo 6 mesi, alla fine, sarà compreso tra i 250 e gli 800 euro.
Cassa integrazione Partite Iva: i requisiti richiesti
La cassa integrazione Partite Iva Iscro in prima battuta sarà riservata agli autonomi iscritti alla Gestione separata Inps da almeno 4 anni e in regola con il versamento dei contributi, solo in un secondo momento dovrebbe essere estesa anche a chi è iscritto alla cassa previdenziale di un ordine professionale.
Detto ciò, oltre a non essere titolari di trattamento previdenziale o Reddito di cittadinanza, saranno due i requisiti fondamentali per richiederla: non aver superato gli 8.145 euro di reddito nell’anno precedente alla richiesta, aver subito una perdita di fatturato di almeno il 50% prendendo in considerazione la media dei tre anni precedenti alla domanda.
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