Bonus partite Iva più facili? Scopriamo insieme in questo articolo come può cambiare l’Iscro il prossimo anno (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Nei prossimi paragrafi approfondiremo nel dettaglio anche come funziona oggi questo sussidio, a chi è rivolto e quali sono i requisiti per riceverlo.
Indice:
- Bonus partite Iva: cambia l’Iscro?
- Bonus partite Iva: dove ci saranno le principali modifiche?
- Bonus partite Iva: cos’è l’Iscro
- Bonus partite Iva: quali sono i requisiti per l’Iscro
- Bonus partite Iva: come funziona
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Bonus partite Iva: cambia l’Iscro?
L’Iscro è pronto a essere modificato. I requisiti per riceverlo saranno meno stringenti. A lanciare l’indiscrezione è il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” che sulle sue pagine spiega le possibili volontà del governo Meloni.
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Secondo i nostri colleghi, la ministra al lavoro Marina Alvina Calderone sarebbe pronta a mettere mano alla lista dei requisiti di questo bonus.
Attualmente l’Iscro è valido, in via sperimentale, fino al 2023. Tuttavia il numero di soggetti che hanno beneficiato dell’incentivo è molto basso rispetto alle stime che erano state elaborate dal governo.
La motivazione risiederebbe nella presenza di requisiti davvero troppo stringenti. Ed è su questo che il nuovo esecutivo sta lavorando.
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Bonus partite Iva: dove ci saranno le principali modifiche?
Come dicevamo, le principali novità che saranno introdotte dall’Iscro riguarderanno i requisiti. In particolare, è molto probabile che a venire modificati siano i parametri reddituali in primis.
Gli esperti della pubblica amministrazione infatti sostengono che siano questi a bloccare l’accesso all’incentivo da parte di molti beneficiari.
Bonus partite Iva: cos’è l’Iscro
L’Iscro è una delle agevolazioni governative introdotte da poco in via sperimentale. Si tratta di un incentivo, come si evince dal nome che sta per Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, che è dedicato agli iscritti alla gestione separata Inps che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo.
Introdotto nel 2021, l’Iscro dovrebbe durare solo fino al 31 dicembre 2023. Sarà in quel momento poi che il governo in carica deciderà se prorogare o meno il sussidio.
Bonus partite Iva: quali sono i requisiti per l’Iscro
Per beneficiare dell’indennità Iscro devi rispettare determinati requisiti reddituali e patrimoniali molto importanti. In particolare, come riporta la piattaforma INPS, devi:
- non essere titolare di un trattamento pensionistico diretto e non essere assicurato presso altre forme previdenziali obbligatorie;
- non essere beneficiari di Reddito di Cittadinanza;
- aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente, inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all’anno precedente in questione. (Per fare domanda per l’Iscro 2022, il reddito da lavoro autonomo da considerare è quello del 2021, che deve essere inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo degli anni 2018, 2019 e 2020);
- aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro;
- essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
- essere titolari di partita IVA attiva da almeno quattro anni.

Bonus partite Iva: come funziona
Il bonus partite Iva Iscro consistente nell’erogazione di un assegno che va dai 254,75 euro agli 815,20 euro.
Il pagamento degli assegni Iscro è valido solo per sei mesi e il valore preciso del bonus varia da persona a persona a seconda dagli importi di reddito e patrimonio dichiarati nei requisiti e anche in base alla retribuzione che hai registrato negli ultimi quattro anni e hai riportato.
La domanda va presentata entro il 31 ottobre di ogni anno e la richiesta va eseguita in modalità telematica sul sito dell’Inps, accedendo con un’identità digitale, oppure presso Caf e patronati.
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