Bonus verde 2023: importi e lavori ammessi (+ esempi)

Bonus verde 2023: scopri come funziona, quali sono i lavori ammessi e gli importi di cui si può beneficiare.

Immacolata Duni è un'avvocato e copywriter, specializzata in welfare.
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5' di lettura

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Indice

Bonus verde 2023: come funziona

Il Governo Meloni ha riconfermato il Bonus verde anche per il 2023, per il rifacimento di terrazzi, giardini, balconi, aree scoperte, unifamiliari o condominiali.

Il Bonus verde consiste in una detrazione Irpef del 36%, su un massimo di 5.000 euro di spesa, comprensiva d’Iva, per ogni abitazione.

I costi riguardano i lavori di rifacimento di terrazzi, giardini, balconi, aree verdi condominiali. Il risparmio può arrivare sino a 1.800 euro per ogni beneficiario.

È stato introdotto con la legge di bilancio 2018 e poi prorogato più volte. I fruitori possono essere:

  • proprietari di un immobile;
  • titolari di nuda proprietà su un edificio;
  • usufruttuari;
  • soggetti che sono in comodato d’uso;
  • locatari;
  • assegnatari di case popolari;
  • condomini, enti pubblici o privati che corrispondono l’IRES.

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Il Bonus verde può essere sfruttato per tutti gli edifici di proprietà, fino al raggiungimento di un risparmio di 1.800 euro per ogni unità immobiliare.

Può riguardare anche i condomini; in questo caso la detrazione riguarderà ogni singolo condomino in base alla sua quota.

La detrazione viene suddivisa per i successivi dieci anni. Questa regola non vale per i lavori fatti in economia.

La detrazione è del 36% sulle spese sostenute (fino ad un massimo di 5.000 euro) e per una quota di 1.800 euro per ogni unità immobiliare a uso abitativo, ovvero una detrazione massima di 180 euro a dichiarazione.

Esempi

Il signor Bianchi decide di risistemare il suo giardino, per un totale di spesa di 4.000 euro. Grazie al Bonus verde potrà detrarre il 36%, cioè 1.440 euro in dieci anni, ovvero 144 euro all’anno, in dichiarazione dei redditi.

Se la spesa fosse di 3.000 euro, la detrazione sarebbe di 1.080 euro; se fosse di 5.000 euro (il massimo consentito), la detrazione sarebbe di 1.800 euro.

Il Bonus verde riguarda solo gli edifici ad uso abitativo e non le attività commerciali.

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Bonus verde 2023: quali sono i lavori ammessi

Ecco la lista dei lavori che danno diritto alle detrazioni fiscali:

  • la fornitura e messa a dimora di piante o arbusti di qualsiasi genere o tipo;
  • la riqualificazione di tappeti erbosi, con esclusione di quelli utilizzati per uso sportivo
  • con fini di lucro;
  • il restauro e il recupero del verde relativo a giardini di interesse storico e artistico;
  • la realizzazione di coperture a verde;
  • la realizzazione di giardini pensili.

È previsto il 36% di detrazione sull’IRPEF anche per:

  • la realizzazione di impianti di irrigazione;
  • la realizzazione di pozzi;
  • la progettazione e la manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.

Se si tratta della progettazione di una nuova area, sono incluse nelle agevolazioni anche le spese per:

  • indagini;
  • stime approfondite relativamente al sito.

In caso di una sostanziale e radicale risistemazione di un giardino, si possono considerare anche le spese per l’acquisto di piante in vaso.

Gli interventi esclusi dalle agevolazioni, invece, sono:

  • gli interventi di manutenzione ordinaria annuale di giardini preesistenti sia privati che condominiali. È ammessa invece la manutenzione ordinaria quando connessa ad un
    intervento idoneo al bonus);
  • lavori in economia effettuati direttamente dal contribuente sul proprio giardino o terrazzo.
Bonus verde 2023
Bonus verde 2023: in foto un giardino con due sedie.

Bonsu verde 2023: quali sono i documenti da conservare

Il beneficiario del Bonus verde 2023 farebbe bene a conservare i seguenti documenti:

  • fatture e ricevute che comprovino le spese effettuate, con indicazione del CF del beneficiario;
  • bonifici o assegni che attestino il pagamento delle spese;
  • autocertificazione attestante che le spese non superano i cinque mila euro;
  • in caso di lavori condominiali, la dichiarazione dell’amministratore in cui attesta di aver compiuto tutti gli obblighi di legge;
  • dati catastali del condominio.

Non è richiesta l’indicazione in fattura degli estremi di legge che legittimano la detrazione IRPEF.

I documenti devono essere conservati fino alla fine del periodo di accertamento sulla dichiarazione dei redditi, ovvero fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione.

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Bonus verde: se si trasforma il balcone in veranda?

In base al Decreto Aiuti bis, se la chiusura del balcone viene effettuata tramite verande amovibili VePa non c’è bisogno di richiedere alcun tipo di permesso al Comune.

Considerato che le chiusure VePa raggiungono anche lo scopo dell’efficientamento energetico, è possibile avere anche l’Ecobonus.

In primo luogo, chiudere un balcone con una veranda permette di risparmiare sui riscaldamenti, perché catturano il calore del sole e lo rendono disponibile all’interno dell’abitazione.

In questo modo, si può arrivare a risparmiare fino al 30% sulla bolletta del riscaldamento. Per questo motivo, l’installazione di verande mobili è considerata un’opera finalizzata al risparmio energetico, per il quale è prevista la detrazione del 50% (ecobonus).

Di questa agevolazione si può godere sia come detrazione in Dichiarazione dei Redditi sia come sconto diretto in fattura.

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