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Assegno di inclusione 2023: esempi di calcolo aggiornati

Come avviene il calcolo dell'Assegno di inclusione 2023? Scopriamolo insieme in questo approfondimento.

8' di lettura

Oggi vedremo un approfondimento sul calcolo dell’Assegno di inclusione 2023, con un esempio pratico di come si determinano gli importi (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: quali sono i requisiti?

Dal 1° gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza sparirà e al suo posto sono state pensate delle misure alternativa. Tra queste ai nuclei dove almeno uno dei componenti è minore, disabile o ultrasessantenne spetta l’Assegno di inclusione (Ai).

Per aver diritto al contributo mensile però il richiedente deve avere un ISEE familiare di massimo 9.360 euro all’anno. È inoltre richiesto un reddito familiare non superiore a 6.000 euro (o 7.560 euro se il nucleo è composto solo da membri disabili o persone che hanno compiuto 67 anni) moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza.

Oltre a queste condizioni sono necessari altri requisiti legati ai patrimonio mobiliare e immobiliare, che trovate specificati nel nostro articolo che spiega a chi spetta l’Assegno di inclusione.

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Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: come si determinano gli importi?

Al pari del Rdc l’Assegno di inclusione costituisce un’integrazione del reddito familiare, quindi gli unici a percepire l’importo massimo sono le famiglie a reddito zero.

L’importo massimo di base di Ai per una famiglia a reddito zero, cioè senza tenere conto degli incrementi dovuti alla presenza di altri membri in condizione di fragilità oltre al primo, è di 6.000 euro all’anno (500 euro al mese).

Per le famiglie che non sono a reddito zero l’Ai corrisponde invece ad una cifra mensile più bassa che accresce il reddito familiare fino a portarlo ad almeno 6.000 euro all’anno.

L’Assegno di inclusione però sostituisce sia il Reddito di cittadinanza che la Pensione di cittadinanza, quindi, se a richiederlo è un nucleo composto esclusivamente da disabili o persone che hanno compiuto 67 anni, i suoi importi sono più alti.

In questo caso costituisce un’integrazione al reddito familiare al fine di portarlo ad una cifra di almeno 7.560 euro all’anno. Ne consegue che l’importo massimo di base di Ai, per un nucleo in queste condizioni a reddito zero, sia appunto di 7.560 euro all’anno (630 euro al mese).

A partire da questi importi base dell’Assegno di inclusione ci sono poi degli incrementi in base alla composizione del nucleo familiare, ovvero se in famiglia ci sono minori o altri membri, oltre il primo, ultrasessantenni, disabili o con carichi di cura.

Al fine di tenere conto della composizione del nucleo e di assegnare una somma a tutte le persone in condizione di fragilità al suo interno, gli importi del’Assegno di inclusione si determinano attribuendo alla famiglia un valore numerico su una scala di equivalenza.

Ottenuto il parametro della scala di equivalenza, il numero si moltiplica per l’importo massimo di base, cioè 6.000 euro (o 7.560 euro se il nucleo è composto solo da disabili o persone con 67 anni compiuti).

La cifra che si ottiene è l’importo massimo annuale di Ai, cioè la cifra che un nucleo familiare così composto può ottenere all’anno se ha reddito zero. Se invece la famiglia non è a reddito zero dall’importo massimo annuale spettante va sottratto il valore del reddito familiare.

Infine, poiché l’Assegno di inclusione viene versato mensilmente, per ottenere gli importi mensili, dopo aver calcolato la cifra annuale spettante, si deve dividere la somma per 12.

Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: come funziona la scala di equivalenza

Vedremo meglio in seguito come calcolare l’Ai con esempi pratici ora ci interessa sottolineare che la prima differenza tra Rdc e Assegno di inclusione è proprio nel calcolo del valore da assegnare alla famiglia sulla scala di equivalenza.

Nel determinare il valore familiare sulla scala di equivalenza il Rdc assegna 1 punto al richiedente, poi tutti gli altri membri contribuiscono in qualche modo ad accrescere questo valore.

Nell’Assegno di inclusione 1 punto di partenza viene assegnato a tutto il nucleo familiare come “base di garanzia di inclusione per le fragilità che caratterizzano il nucleo”. Questo vuol dire che ad accrescere il valore contribuiscono solo i membri ultrasessantenni, minorenni, disabili o con carichi di cura.

La definizione di familiare con “carico di cura” si applica se nel nucleo sono presenti “soggetti con meno di 3 anni di età o tre o più figli minorenni o componenti con disabilità o non autosufficienza” (DL 48/2023, art. 6, comma 5).

Nello specifico i componenti con carichi di cura, i disabili e gli ultrasessantenni fanno salire il valore sulla scala di equivalenza, solo se è presente un membro in queste condizioni oltre al primo.

In pratica il primo membro ultrasessantenne, disabile o con carico di cura non viene conteggiato, perché incluso nel primo punto che si attribuisce al nucleo per la condizione di fragilità. Per quanto riguarda i minori invece anche la presenza di un solo minorenne fa salire il valore della scala di equivalenza.

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Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: in foto il testo del decreto lavoro sulla scala di equivalenza dell’Ai.

Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: importi di Ai e Rdc a confronto (Tabella)

La tabella qui sotto mostra un confronto tra Rdc e Ai che illustra come sale il valore della scala di equivalenza in relazione alla composizione del nucleo familiare. Tenendo sempre conto che al nucleo familiare viene assegnato 1 punto di partenza.

 Scala di equivalenza RdcScala di equivalenza Ai
Membro adulto (con meno di 60 anni e senza carichi di cura o disabilità)+ 0,40
Membro adulto (con più di 60 anni)+ 0,4+ 0,4 (per ogni membro oltre il primo)
Membro adulto (con carichi di cura)+ 0,4+ 0,4 (per ogni membro oltre il primo)
Minorenne+ 0,2+ 0,15 (per ciascun minore, fino a due)
+ 0,10 (per ogni ulteriore minore di età oltre il secondo)
Disabile+ 0,4 se adulto
+ 0,2 se minorenne
+ 0,5 (per ogni membro oltre il primo)
Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: tabelle scale di equivalenza

Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: importi base e incrementi (Tabella)

Abbiamo già visto che l’importo massimo di base dell’Assegno di inclusione arriva a 500 euro al mese. Solo se il nucleo è composto esclusivamente da persone con almeno 67 anni di età o disabili questa cifra sale a 630 euro al mese.

A questi importi base si aggiungono però degli incrementi, determinati dalla composizione del nucleo familiare e dal valore del parametro della scala di equivalenza. In dettaglio gli importi salgono se ci sono minorenni o altri membri in condizione di fragilità nel nucleo, in questo modo:

 Incremento massimo mensile Ai
Membro adulto (con meno di 60 anni e senza carichi di cura)0
Membro adulto (con più di 60 anni)+ 200 euro (solo per ogni membro oltre il primo)
Membro adulto oltre il primo (con carichi di cura)+ 200 euro (per ogni membro oltre il primo)
Minorenne+ 75 euro (per il primo ed il secondo minore a carico)
+ 50 euro (per ogni minorenne oltre il secondo)
Disabile+ 250 euro (per ogni membro oltre il primo)
Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: incremento massimo mensile

Calcolo dell’Assegno di inclusione 2023: esempio pratico di calcolo

Immaginiamo una famiglia composta da due genitori e due minori, di 5 e 6 anni, con un reddito familiare di 2.000 euro all’anno. La nostra famiglia ha diritto all’Ai, quindi, per determinare l’importo spettante, calcoliamo prima di tutto il parametro della scala di equivalenza.

Sulla scala di equivalenza la nostra famiglia ha 1 punto di partenza, a cui si aggiunge + 0,15, per ognuno dei figli minorenni a carico, quindi il parametro corrisponde a 1,30 (1 + 0,15 + 0,15).

Ora, moltiplichiamo 6.000 euro, cioè l’importo massimo di Ai, per 1,30 e otteniamo 7.800 euro all’anno.

Questi 7.800 euro sono la cifra annuale di Assegno di inclusione che spetterebbe alla nostra famiglia se fosse a reddito zero, ma nel nostro esempio il nucleo ha un reddito familiare di 2.000 euro.

Togliamo quindi dai 7.800 euro di importo massimo i 2.000 euro del reddito familiare e otteniamo 5.800 euro, che è la cifra che la nostra famiglia otterrà di Ai all’anno.

Adesso, per determinare l’importo mensile versato ai beneficiari come Ai, basta dividere i 5.800 euro per i 12 mesi dell’anno. In conclusione la nostra famiglia otterrà dall’INPS 483,33 euro al mese di Assegno di inclusione (5.800 euro/12).

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