Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire?

Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire? Vediamo se i ritardi possono prevedere un risarcimento. La situazione è ancora complicata in tante questure. Si incrociano insieme molti problemi: il post Covid, la Brexit e un organico gravemente sottodimensionato della polizia.

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6' di lettura

Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire? I disagi continuano un po’ ovunque, c’è la possibilità di ricevere un indennizzo per i viaggi che sono stati annullati? (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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La questione è di rilevante attualità. Tanti cittadini sono stati costretti a rinunciare a viaggi (di lavoro, per delle visite o per turismo) proprio per i ritardi nella consegna dei passaporti (in alcune zone si deve attendere quasi un anno per ricevere il documento, in altre l’attesa non è quasi mai inferiore a uno, due mesi).

Ebbene, ci chiediamo: esiste una forma di rimborso per chi ha dovuto rinunciare alla partenza perdendo così i soldi della prenotazione (del viaggio e del soggiorno)?

Vediamo insieme.

Potrebbe interessarti sapere quanto costa avere un passaporto: guida veloce per il rilascio; c’è un altro post che ti spiega tutto quello che devi sapere sulla Carta d’identità elettronica.

Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire? Procedura d’urgenza

Per arginare in parte le difficoltà è stata trovata una soluzione molto all’italiana: la possibilità di chiedere il passaporto d’urgenza esibendo un regolare biglietto di volo acquistato per raggiungere una destinazione che prevede la necessità di mostrare il documento.

La soluzione è all’italiana perché è stata sfruttata subito da qualche furbetto: c’è infatti chi ha mostrato un biglietto di sola andata con volo low cost per Londra (25, 30 euro). E grazie a quello ha saltato la fila. Il risultato: molte questure si sono ritrovate a sbrigare più passaporti con procedura d’urgenza che per via ordinaria. La conseguenza: un intasamento che non ha certo accorciato i tempi.

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Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire? Autocertificazione

La “soluzione” era dunque la procedura d’urgenza. Ma se anche questo escamotage non dovesse funzionare, la persona interessata potrebbe avere il rimborso del biglietto perché le procedure per il rilascio del passaporto si sono allungate in modo decisamente anomalo?

Purtroppo no. Ci spieghiamo: la disciplina che è stata istituita a tutela del consumatore viene valutata anche rispetto al cosiddetto principio di autoresponsabilità.

Cosa significa? Che se si acquista il biglietto per un viaggio da effettuare fuori dai confini dell’Unione Europea, senza che ci sia la certezza di essere in possesso del passaporto al momento della partenza, può essere ipotizzata una negligenza del consumatore (avrebbe dovuto mettere in conto anche i tempi per entrare in possesso del documento). Proprio per questo motivo non avrebbe diritto al rimborso.

Non esistono del resto neppure polizze assicurative (valide quando si cancella un viaggio per motivi di salute) nel caso in cui i documenti risultino scaduti.

Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire? Ancora disagi

La situazione nelle questure e nei commissariati non è migliorata in questi mesi, anzi. A marzo c’è stata un’improvvisa impennata di richieste. Il che ha causato ulteriori ritardi e le proteste dei cittadini.

La polizia ha tentato di arginare il disservizio adottando un piano straordinario e allestendo delle task force dedicate proprio al disbrigo delle pratiche necessarie per il rilascio del passaporto.

Ma questo sforzo non sembra aver prodotto i risultati sperati. Continua a essere difficile fissare appuntamenti (per farlo bisogna collegarsi online sulla pagina web della polizia) e i tempi di attesa continuano a essere tra i due e i sei mesi. Senza dimenticare le lunghe file agli sportelli.

Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire? Rilasci record

Le questure sono state sopraffatte anche da un numero decisamente imprevisto di richieste per il rilascio del passaporto: nei primi tre mesi si è raggiunta la cifra di 412.385. Se si continuasse con questi ritmi a fine anno saremmo a quota 2,5 milioni.

Ma perché questo boom di richieste? La prossima sarà davvero la prima estate libera da Covid e i cittadini hanno ricominciato a programmare vacanze all’estero. Sono stati infatti rinnovati tanti passaporti che erano scaduti durante il periodo di lockdown.

Ma non solo. Si scontano anche gli effetti della Brexit, che impone a chi va in Gran Bretagna di munirsi di un passaporto.

A tutto questo si aggiunge anche un problema strutturale di organico delle questure. In alcuni casi manca fino al 40 per cento del personale (quasi la metà).

E infine l’ultimo punto: la situazione avrebbe potuto essere prevista in anticipo (la Brexit e la pandemia non si sono verificate ieri), ma non è stato fatto molto.

Non sono servite a nulla neppure le promesse del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che qualche mese fa aveva assicurato che i disservizi sarebbero stati risolti.

Non è accaduto.

Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire?
Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire?

Caos passaporti, rimborso per chi non riesce a partire? Viaggi annullati

Questi ritardi hanno già creato un danno importante per numerose agenzie turistiche. Sono stati annullati 100.000 viaggi organizzati. Con una perdita secca per il settore di 180 milioni.

Sette viaggiatori su dieci hanno riscontrato un aumento in media di sei settimane del tempo necessario per avere il passaporto.

Nelle piccole agenzie sono stati cancellati in media 11,6 viaggi. In quelle più grandi si arriva a 65. Ma è anche vero che la parte nettamente più consistente dei viaggiatori si è mossa da sola, senza il supporto di agenzie e in questi casi è più complesso determinare il numero delle rinunce.

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