Caro bollette, nuovi aiuti alle famiglie

Caro bollette, nuovi aiuti alle famiglie grazie ai tre miliardi di tesoretto a disposizione del governo. Dovrebbero essere confermate le misure in scadenza a giugno, a partire dal bonus sociale. L’altra priorità del governo è la riforma del fisco, sullo sfondo resta il tema pensioni.

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6' di lettura

Caro bollette, nuovi aiuti alle famiglie: c’è un tesoretto da 3 miliardi che consentirà nuovi interventi del governo. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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Il Paese ha fatto registrare una crescita leggermente superiore alle attese. Il prodotto interno lordo salirà all’1 per cento (era previsto lo 0,6 per cento). Nonostante tutto il governo intende procedere con estrema prudenza e i margini di manovra sono stati indicati all’interno del Def, il documento di economia e finanza per il 2023 che sarà approvato nel Consiglio dei Ministri.

Il tesoretto, come detto, verrà utilizzato solo per arginare il caro bollette per famiglie e imprese.

Su questo argomento potrebbe interessarti sapere quali sono le città con le bollette per l’energia più alte;  sul caro bollette prende piede la possibilità di aiuti da estendere per tutto l’anno ma solo a chi contiene i consumi; in particolare per chi riduce i consumi lo sconto potrebbe arrivare all’80 per cento, vediamo come.

Caro bollette, le intenzioni del ministro Giorgetti

Dunque, se ce ne sarà bisogno tutti quei 3 miliardi saranno spesi per sostenere le misure contro il caro bollette. Se i costi dell’energia dovessero continuare a scendere quel tesoretto sarà utilizzato per ridurre il consistente debito pubblico, ovvero la questione che più espone il nostro Paese all’oscillazione dei mercati. Senza dimenticare che dopo il Covid la Germania ha chiesto venga reintrodotto un patto di stabilità (rinnovato), che imponga alle nazioni più indebitate, come l’Italia, di ridurre l’incidenza sul Pil di almeno l’1 per cento.

Comunque vada una parte importante di quei tre miliardi saranno reinvestiti nel contrasto al caro bollette. E quindi molte delle misure già introdotte dal governo (a partire dai bonus sociali, in scadenza a giugno) dovrebbero essere estese fino alla fine dell’anno.

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Caro bollette, le altre emergenze

Se dunque la priorità è quella di contenere la spesa energetica per le famiglie e le imprese (soluzione che consente anche di tenere più sotto controllo la spinta inflazionistica), non resta certo sullo sfondo la riforma del fisco, che dovrà essere inserita nella prossima legge di Bilancio.

Per il resto, come detto, grande prudenza: l’esecutivo non adotterà provvedimenti che possano mettere a rischio i conti pubblici. È anche vero che il governo Meloni non vuole che la prudenza venga confusa con l’immobilismo.

Infatti nel Def, che è un documento pluriennale, saranno anche esposti gli interventi di politica economica che sono previsti fino al 2026. Ovvero, saranno delineate le linee guida che l’esecutivo intende adottare da oggi e fino al termine della legislatura. Si tratta dunque di un documento programmatico importante.

Caro bollette, riforma del fisco

Dopo le bollette dunque, c’è la riforma del fisco (per il governo la ripresa economica passa da lì). La legge delega è passata in Parlamento, ci sono ora 24 mesi di tempo per attuarla. L’intenzione, più volte annunciata, è comunque quella di partire subito (dal 2024) con la riduzione delle aliquote Irpef, che saranno tre (oggi sono quattro).

In tutto questo quadro, comunque, sarà importante continuare a far scendere l’inflazione che al momento è un ostacolo rilevante e non consente di far abbassare i tassi di interesse (aspetto che blocca buona parte degli investimenti).

Caro bollette, riforma autofinanziata

La riforma del fisco nel 2024 sarà finanziata quasi completamente da una serie di tagli sulle agevolazioni fiscali.

In particolare:

  • la consistente riduzione degli sconti;
  • una riduzione dei benefici per i redditi medio alti (bilanciato da un alleggerimento del carico complessivo).

La spesa complessiva non dovrebbe essere superiore ai 5 miliardi.

Nel 2024 bisognerà confermare il taglio di 2 punti dei contributi previdenziali (che sale a 3 per i redditi bassi). Questa misura scade nel dicembre del 2023. È un intervento costoso, da solo infatti assorbe risorse per altri 5 miliardi.

Caro bollette, decontribuzione

Il governo vuole confermare la decontribuzione anche perché l’obiettivo finale sarà quello di ridurla di almeno 5 punti per tutti (a prescindere dal reddito). Ricordiamo che la decontribuzione significa di fatto un aumento del netto in busta paga.

Ora è troppo presto per capire la direzione nella quale si muoverà il governo. Sarà importante la valutazione che verrà fatta in autunno sulla base dell’andamento dell’economia e dei conti pubblici (contano molto anche i fattori esterni, come le fibrillazioni internazionali e la delicata questione dei costi energetici).

Caro bollette, nuovi aiuti alle famiglie
Nella foto una donna calcola la spesa mensile per le bollette

Caro bollette, le pensioni

Oltre alla riforma del Fisco si continua a lavorare per le pensioni, altro tema non semplice da affrontare e che certo non può essere slegato da criteri di spesa che si rivelino nel medio/lungo periodo agevolmente sostenibili.

Quota 41 (in pensione a qualsiasi età con 41 anni di contributi) non dovrebbe partire nel 2024, i conti non tornano. Molto probabile la proroga per un altro anno dell’attuale Quota 103 (in pensione a 62 anni con 41 di contributi). 

Gli incontri con le parti sociali sulla riforma previdenziale sono stati al momento sospesi, in attesa che il ministero completi un dossier complessivo

Tra i punti all’ordine del giorno c’è la staffetta generazionale, l’uscita di lavoratori anziani e l’ingresso di giovani. Anche per questo si profila una conferma e un potenziamento di tre misure di accompagnamento alla pensione: Ape sociale, Isopensione e Contratto di Espansione.

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