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Cartelle cancellate 2023: ecco quali non dovrai pagare

Cartelle cancellate 2023. Scopri quali non dovrai pagare e se rientri nei criteri della nuova rottamazione dei debiti.

di Antonio Dello Iaco

Novembre 2022

Cartelle cancellate. Scopriamo insieme in questo articolo quali non dovrai pagare nel 2023 grazie alla pace fiscale approvata nella legge di bilancio (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Nei prossimi paragrafi approfondiremo nel dettaglio anche cosa succederà con le altre cartelle esattoriali pendenti e quali sono i principali temi della legge di bilancio.

Indice:

Cartelle cancellate 2023: ecco quali non dovrai pagare per l’importo

Entriamo subito nel vivo del nostro articolo e rispondiamo alla principale domanda del pezzo: quali sono le cartelle cancellate 2023 che non dovrai pagare?

Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.

Tutte quelle con un importo inferiore ai mille euro, a patto che siano state notificate entro il 2015. Il governo Meloni ha infatti approvato una mini rottamazione dei debiti pendenti che milioni di contribuenti avevano nei confronti dello Stato.

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LEGGE DI BILANCIO 2023 in BREVE: RDC, PENSIONI, FISCO. SI CAMBIA!

Quali sono le cartelle esattoriali che non si pagano più? Per tipologia

Il primo requisito fondamentale per non pagare più la cartella esattoriale è quello dell’importo (entro i mille euro) e dela notifica (precedente al 2015). Ma quali sono le cartelle esattoriali che non si pagano più? Ovviamente si fa riferimento ai debiti maturati con lo Stato in particolare per il mancato versamento di tasse e imposte come:

Cartelle cancellate 2023: cosa succede con le altre?

Se da un lato le cartelle esattoriali notificate fino al 2015 e con importo di massimo mille euro verranno rottamate, dall’altro non succederà lo stesso con quelle di importo superiore.

Non è andata in porto la proposta di ridurre del 50% i debiti entro i 3mila euro. L’agevolazione per chi ha carichi pendenti oltre i mille euro sarà unica, senza distinzioni in base a reddito o importo.

I cittadini con cartelle esattoriali con un valore superiore ai mille euro infatti potranno beneficiare della riduzione delle sanzioni a un’imposta unica e fissa al 5 per cento e di una rateizzazione del pagamento a cinque anni.

Quando va in prescrizione le cartelle esattoriali?

Le cartelle esattoriali vanno in prescrizione dopo cinque anni dalla loro notifica. È importante che in questo lasso di tempo né il creditore, né il debitore colloquino altrimenti il conteggio degli anni riparte da zero.

Rircorda che qualora non dovesse scattare la prescizione delle cartelle esattoriali, il rischio è che l’ente di riscossione proceda con il recupero forzoso del credito e quindi inizino pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche.

Cartelle cancellate 2023: ecco quali non dovrai pagare
Cartelle cancellate 2023: ecco quali non dovrai pagare

Cartelle cancellate 2023: i principali temi della legge di bilancio

Dopo aver visto quali sono le cartelle cancellate nel 2023, approfondiamo i vari temi che sono stati trattati dal governo nella legge di bilancio.

Il nuovo esecutivo di centrodestra ha introdotto nuove tasse sulle sigarette, sul gioco d’azzardo, sulle criptovalute e sugli extraprofitti per le aziende che producono e vendono energia.

È stata ridotta poi l’Iva sul prodotti dell’infanzia e assorbenti ed è stata introdotta una nuova soglia al contante pari a 5mila euro (prima era di 2mila euro).

Dal 1° Dicembre la benzina aumenterà di 10 centesimi al litro per gli automobilisti mentre la flat tax è stata estesa al 15 per cento per autonomi e partite iva con ricavi fino a 85mila euro.

Non sono mancate poi novità importanti sul reddito di cittadinanza (che il governo vuole abolire dal 2024), sulle pensioni e sulla riduzione del costo del lavoro per i lavoratori dipendenti.

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