Cartelle esattoriali, 2 mesi in più per la rottamazione

Cartelle esattoriali, 2 mesi in più per la rottamazione-quater, la nuova scadenza è al 30 giugno 2023. Slittano anche tutte le altre date per la definizione agevolata dei debiti con l’Agenzia delle Entrate. L’annunzio del ministero dell’Economia e delle Finanze. Cosa cambia.

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Cartelle esattoriali, 2 mesi in più per la rottamazione, la scadenza è stata spostata dal 30 aprile al 30 giugno 2023. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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I nuovi termini per la Rottamazione-quater sono stati annunciati in un comunicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Due mesi in più dunque per i contribuenti che hanno deciso di aderire alla procedura speciale.

Cartelle esattoriali, cosa cambia

La decisione di prolungare i termini per l’adesione alla Rottamazione-quater ha di conseguenza spostato in avanti anche la scadenza entro la quale l’Agenzia delle Entrate e Riscossione invierà ai cittadini, che hanno scelto questa modalità di pagamento, le istanze di adesione e la comunicazione degli importi dovuti per definire in maniera agevolata il ripianamento del debito fiscale.

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E infatti non sarà più fissato al 30 giugno ma al 30 settembre 2023.

Nei prossimi giorni il ministero dell’Economia e delle Finanze comunicherà anche la nuova scadenza per il pagamento della prima e unica rata: dovrebbe essere il 31 ottobre (in origine era stabilito per il 31 luglio 2023).

Su questo argomento potrebbe interessarti un post che spiega come annullare le cartelle esattoriali con la rottamazione; verifichiamo anche se e in quali casi è stata allungata la prescrizione delle cartelle esattoriali; e infine c’è un articolo che spiega come ci siano 5 anni di tempo per riscuotere le cartelle esattoriali.

Cartelle esattoriali, la domanda

La domanda per accedere alla definizione agevolata del debito fiscale potrà essere presentata solo per via telematica.

Basta collegarsi al sito dell’Agenzia e usare il servizio che è disponibile sia nell’area pubblica (in questo caso non serve né il Pin, né la password), sia nell’area riservata (è accessibile solo per chi dispone di Spid, Cie o Cns, oltre che agli intermediari fiscali, che possono utilizzare Entratel).

Nell’area riservata i contribuenti potranno presentare l’istanza per la Rottamazione-quater con maggiore facilità. Sarà sufficiente cliccare nell’elenco dei debiti “definibili”, tutte le cartelle, gli avvisi e i carichi che si desidera inserire all’interno dell’istanza per l’agevolazione.

Non ci sarà dunque nessuna necessità di segnalare i dati identificativi di ogni singolo atto.

Per chi invece sceglie la modalità area pubblica, ovvero quella che non prevede l’uso di Spid, Cie o Cns, sarà invece indispensabile anche indicare i dati che sono riferiti agli atti.

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Cartelle esattoriali, pagamento

Ma cosa dovrà pagare chi aderisce alla definizione agevolata dei debiti fiscali? Qual è il risparmio effettivo?

Ebbene, i contribuenti che salgono sul carro della Rottamazione-quater, dovranno versare solo l’importo dovuto a titolo di capitale e quello dovuto, come rimborso, per le eventuali spese per le procedure esecutive e i diritti di notifica.

Il risparmio consiste, e non è poco, sulle sanzioni, che non dovranno essere pagate. Così come l’agevolazione non prevede il versamento degli interessi iscritti al ruolo, gli interessi di mora e di aggio.

Potranno rientrare nella definizione agevolata, non solo le imposte come Irpef, Ires e Iva, ma anche i tributi locali, come Imu, Tari e la vecchia Tarsu. Oltre al bollo auto e così via.

Si deve trattare di debiti per i quali l’ente creditore si è rivolto per il recupero all’Agenzia delle Entrate e Riscossione (ex Equitalia).

In pratica e per maggiore chiarezza, il contribuente dovrà pagare solo:

  • la maggiore imposta contestata;
  • le spese di rimborso per le procedure esecutive (vedi ad esempio pignoramenti);
  • le spese di notifica della cartella di pagamento;
  • gli interessi di dilazione al 2 per cento se si richiede la rateazione delle somme dovute in seguito alla sanatoria.

Cartelle esattoriali, multe stradali e sanzioni amministrative

Un po’ diversa la situazione per i contribuenti che hanno debiti con il fisco generati dal mancato pagamento di multe stradali o di sanzioni amministrative diverse da quelle dovute per violazioni tributarie per obblighi contributivi.

In questi casi, infatti, i contribuenti che accedono alla Rottamazione-quater potranno non pagare le somme che sono dovute come interessi (rientrano anche le cosiddette maggiorazioni), e quelle da versare a titolo di aggio.

Cartelle esattoriali, cosa non rientra

Non sono invece previsti nella nuova rottamazione delle cartelle esattoriali i debiti con il fisco che sono riferiti a condanne emesse dalla Corte dei Conti.

Ma non solo, sono escluse anche le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie imposte ai contribuenti in conseguenza di provvedimenti e sentenze penali di condanna.

Rientrano tra i debiti esclusi dall’agevolazione anche quelli che riguardano le risorse dell’Unione Europea, l’Iva riscossa sulle importazioni e i recuperi degli aiuti di Stato.

Cartelle esattoriali, 2 mesi in più per la rottamazione
Cartelle esattoriali, 2 mesi in più per la rottamazione

Cartelle esattoriali, gli anni che rientrano

La Rottamazione-quater è dunque la quarta edizione dello strumento che viene definito di pace fiscale. In questo caso il governo ha ammesso alla definizione agevolata dei debiti che sono stati affidati all’Agenzia delle Entrate e Riscossione (e in precedenza Equitalia), gli importi arretrati con il fisco che vanno dal primo gennaio del 2000 al 30 giugno del 2022.

Ricordiamo che l’ultima rottamazione, quella disposta dall’articolo 3 del decreto legge numero 119 del 2018, si fermava al 31 dicembre del 2017.

C’è da aggiungere che rispetto alle precedenti rottamazioni, quella disposta dal governo Meloni, oltre a modificare l’orizzonte temporale dei periodi che possono essere agevolati, prevede anche diversi vantaggi in più per i cittadini che decidono di aderire alla definizione delle vecchie pendenze.

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