Cartelle esattoriali, c’è la tregua: tutte le scadenze

Cartelle esattoriali, c’è la tregua: tutte le scadenze e come comportarsi per la rottamazione dei vecchi debiti. La misura approvata dal governo prevede la rottamazione di tutti i debito con il fisco al di sotto dei 1.000 euro e notificati entro il 2016. Vediamo come funziona per tutte le altre pendenze.

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6' di lettura

Sulle cartelle esattoriali il governo sta avendo un atteggiamento ondivago: se da un lato gli esponenti di maggioranza continuano a dire che «non c’è spazio per sanatorie», dall’altro è ufficiale il colpo di spugna per tutti i debiti fino a 1.000 euro consegnati dall’Agenzia della Riscossione entro il 2015.

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INDICE

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In questo post verifichiamo come devono comportarsi i cittadini che vedranno azzerato il debito e quelli per i quali è stata invece prevista solo una agevolazione sul pagamento. Ovvero per chi ha debiti più recenti, più elevati o ha già un contenzioso in atti con il Fisco.

Su questo argomento c’è un articolo interessante che riguarda le cartelle esattoriali nulle con l’avviso in ritardo: cosa dice la sentenza; sul tavolo del governo c’è stata a lungo anche un’altra ipotesi: le cartelle esattoriali cancellate per reddito; c’è infine un focus sulle cartelle esattoriali sbagliate (sono circa la metà): come difendersi.

Oltre alle pensioni da 2100 euro tagliate per 2 anni, sulla Legge di Bilancio 2023 leggi anche:

Cartelle esattoriali: il testo della manovra

Il governo ritiene di non aver disposto un nuovo condono, ma solo delle misure a vantaggio di chi non ha potuto pagare i debiti fiscali durante il Covid. Sarà vero? 

Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.

Di certo l’azzeramento riguarda vecchie pendenze (ripetiamo fino a 1.000 euro, che erano risalenti a molto prima dell’emergenza covid).

Viene anche ribadito nel testo della bozza che dovrà essere approvato in Parlamento e poi inviato a Bruxelles: «Sono automaticamente annullati, alla data del 31 gennaio 2023, i debiti di importo residuo, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015».

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Cartelle esattoriali: rottamazione e cartelle “nuove”

E dunque, le cartelle fino a 1.000 euro non saranno mai incassate dal Tesoro. Ma del resto l’Agenzia delle Entrate e Riscossione e la stessa Corte dei Conti lo stanno ripetendo da mesi: i carichi arretrati valgono 1.132 miliardi di euro (ridurrebbero drasticamente il nostro debito pubblico), ma sarà possibile recuperare non oltre il 7%. Anche per questo sarebbe stato possibile introdurre una sanatoria molto più ampia.

Ma vediamo come funziona la rottamazione, quali sono le procedure che devono seguire i cittadini con le cartelle azzerate e come devono invece comportarsi coloro che hanno debiti più alti o risalenti a dopo il 2015.

Cartelle esattoriali: quelle che saranno rottamate

E dunque saranno rottamate (leggi “azzerate”) tutte le cartelle esattoriali che hanno un importo non superiore alle 1.000 euro e che sono state notificate dalla riscossione tra il 2010 e il 31 dicembre del 2015.

Per questi debiti non sarà necessario pagare nulla, né l’importo e neppure interessi o sanzioni. Ovvero: discorso chiuso con il fisco.

Cartelle esattoriali, cosa accade con più debiti da 1.000 euro?

I meccanismi di queste rottamazioni (ma anche delle eventuali rateizzazioni) devono ancora essere specificati.

Se i contribuenti hanno più cartelle con debiti inferiori a 1.000 euro potrebbero avere un azzeramento complessivo superiore a quella cifra.

Facciamo un esempio, chi ha:

  • una cartella con una pendenza di 500 euro per l’Iva;
  • una cartella con una pendenza da 800 eurp per l’Irap;
  • una cartella con una pendenza da 700 euro per l’Irpef;

potrebbe vedersi stralciati debiti per 2.000 euro e non 1.000 (sempre se siano state notificate nei tempi previsti dalla normativa e quindi entro il 31 dicembre del 2015).

Cartelle esattoriali: cosa accade a quelle superiori a 1.000 euro?

Per tutte le cartelle esattoriali che superano la soglia dei 1.000 euro, niente da fare. O meglio: bisognerà pagare tutto l’importo. Ma con due agevolazioni: la sanzione (comprensiva degli interessi) sarà limitata al 3%, mentre il pagamento potrà anche essere dilazionato in 5 anni. È qualcosa, ma forse è meno rispetto a quanto si aspettavano i contribuenti in ritardo con i pagamenti. Su questo punto la Lega vorrebbe maggiori agevolazioni, ma il resto dell’esecutivo sembra convinto di andare avanti in questa direzione. Vedremo.

Cartelle esattoriali, come funziona per quelle dopo il 2016?

Anche per le cartelle esattoriali che sono state notificate dall’Agenzia delle Entrate e Riscossione dopo il 2016 ci saranno delle agevolazioni. Ovvero:

  • dovrà essere pagato il debito per intero;
  • sono esclusi interessi, aggi e sanzioni;
  • la rateizzazione potrà essere fino a 5 anni.

Cartelle esattoriali, agevolazioni periodo Covid

Il governo Meloni ha previsto dei vantaggi per chi ha regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi nel 2021 ma ha avuto difficoltà a pagare tutte le imposte per le difficoltà economiche che si sono registrate durante l’emergenza sanitaria innescata dalla pandemia.

Per questi contribuenti funziona così:

  • pagamento dell’intera somma dovuta;
  • sanzione limitata al 3%;
  • possibilità di rateizzare il debito fino a 5 anni.

Cartelle esattoriali, e per quelle non ancora notificate?

Il governo ha anche disposto delle misure per agevolare il pagamento di quegli atti che sono nelle mani dell’Agenzia delle Entrate ma non si sono ancora trasformati in una cartella di pagamento.

È prevista infatti una sanzione del 5% con una rateizzazione di 5 anni.

La stessa misura è stata estesa anche alle cartelle di pagamento che non sono ancora diventate un contenzioso.

Cartelle esattoriali, sanatorie e avvisi bonari

Se il contribuente ha invece ricevuto un avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate per via di uno scostamento tra quanto dichiarato e quanto versato nel biennio 2019/2020, la sanzione prevista viene ridotta dal 5 al 3%, con una rateizzazione che però scende da 5 a 2 anni.

Cartelle esattoriali 2023, per gli evasori

Per i contribuenti che hanno invece evaso il fisco, dichiarando quindi una cifra inferiore a quella dovuta, nella manovra di Bilancio sono previste la possibilità di un ravvedimento operoso più flessibile:

  • si paga tutto il dovuto;
  • il tempo per la rateizzazione viene esteso a due anni;
  • la sanzione sarà del 5%.

Nel caso il contribuente ritenga che il fisco abbia commesso un errore nei conteggi, si può ricorrere all’accertamento con adesione per ridurre l’importo da pagare.

Se c’è già un contenzioso in corso, può essere chiuso in due modi (dipende dall’esito e dallo stato del giudizio):

  • con una conciliazione giudiziale;
  • rinunciando alla lite e versando il 90% dell’importo dovuto

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