Case green 2033, la direttiva europea sugli edifici è stata approvata in prima lettura dal Parlamento europeo. La norma è passata con 343 voti a favore, 216 contrari e 78 astenuti. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Case green 2033, gli altri passaggi
- Case green 2033, la delusione del governo
- Case green 2033, le classi energetiche
- Case green 2033, costi
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Cosa cambia dopo l’approvazione, buona parte dei proprietari di immobili saranno costretti a ristrutturare l’abitazione? Quali potrebbero essere le conseguenze e i costi, cosa farà il governo italiano che ha votato contro la direttiva e quali passi restano ancora da compiere per la definitiva adozione da parte dei singoli stati della disposizione Ue?
Su questo argomento potresti essere interessato a come la direttiva europea è diventata un po’ meno severa; c’è un post che evidenzia l’allarme case green in Italia: due su tre dovranno essere ristrutturate.
Case green 2033, gli altri passaggi
L’approvazione del Parlamento non è ancora l’ultimo passaggio. Ma significa comunque che il percorso della legge è già a buon punto. Ora si aprirà il cosiddetto trilogo con il Consiglio e la Commissione Europea. Sarà l’ultima fase, dalla quale quale uscirà la versione definitiva. Solo dopo, quando la legge sarà la entrata in vigore, dovrà essere applicata dagli Stati Ue.
Questo testo ha già avuto l’ok dalla commissione Industria, Ricerca ed Energia.
Insomma il percorso della normativa sulle case green 2033 è ormai alle fasi finali. L’impressione è che il testo possa ancora subire qualche lieve modifica, ma in assenza di ribaltoni (al momento improbabili) bisognerà intervenire per ristrutturare una parte rilevante del nostro patrimonio immobiliare.
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Case green 2033, la delusione del governo
Il voto del Parlamento Ue ha deluso il governo italiano che ha più volte espresso un parere negativo sulla direttiva. In particolare l’esecutivo ha tentato di allungare i tempi. Porre come limite temporale il 2050 e concedere ai singoli Stati di scegliere un percorso a tappe per centrare gli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici entro quella data.
Il testo è stato votato da socialisti, verdi, liberali e parte del Ppe (che si è spaccato in tre, fra favorevoli, astenuti e contrari).
I partiti che compongono la maggioranza di governo in Italia hanno tutti votato contro. Sì al decreto invece da parte delle delegazioni di Pd, Verdi e Movimento 5 Stelle. Si è astenuta Azione-Italia Viva.
Case green 2033, le classi energetiche
In questo post vogliamo capire quando costerà mettere in regole rispetto alle regole europee le abitazioni in Italia. Per comprendere meglio è opportuno prima ricordare quali sono le classi energetiche, quali sono gli obiettivi e quanti immobili rientrano nel nostro Paese nelle diverse categorie.
L’ultimo compromesso prevede questo:
- entro il 2030 tutti gli immobili dovrebbero rientrare almeno nella classe energetica E;
- entro il 2033 sarà necessario arrivare alla classe D;
- tra il 2040 e il 2050 si dovrà arrivare alle emissioni zero.
Non sarà semplice, anche perché questa la suddivisione in percentuale delle classi energetiche degli immobili in Italia è questa:
- classe energetica G (la peggiore): 35,2 per cento degli immobili;
- classe energetica F: 24,5 per cento;
- classe energetica E: 16,3 per cento;
- classe energetica D: 9,9 per cento;
- classe energetica C: 4,3 per cento;
- classe energetica B: 2,4 per cento;
- classe energetica A1: 2 per cento;
- classe energetica A2: 1,8 per cento;
- classe energetica A3: 1,7 per cento;
- classe energetica A4: 2 per cento.
Significa che entro 10 anni più del 50 per cento degli edifici residenziali costruiti in Italia dovrà essere ristrutturato per rientrare nelle case green. In pratica quasi 9 milioni di stabili residenziali. Un’operazione ai limiti del possibile. Ma soprattutto con costi notevoli. Il governo dovrà introdurre degli incentivi importanti per centrare il risultato. Certo, l’obiettivo è ambizioso: avremo città meno inquinate e un notevole risparmio per l’alimentazione energetica delle nostre abitazioni. Ma a quale prezzo?
Vediamo.

Case green 2033, costi
Per un condominio il salto di due classi energetiche potrebbe costare fino a 600mila euro. I lavori più costosi sono quelli di coibentazione.
Rappresenta una spesa importante anche il montaggio di pannelli solari sul tetto o sul terrazzo e la sostituzione della caldaia.
In un condominio con 20 inquilini il costo del doppio salto energetico potrebbe quindi aggirarsi intorno ai 30.000 euro a testa.
Per il singolo appartamento il passaggio a una classe energetica superiore dipende soprattutto da infissi, porte e finestre. Ovviamente il costo varia, a seconda del numero. Ma in media la spesa non dovrebbe essere molto distante da 10/15.000 euro.
Chi ha un riscaldamento autonomo dovrà anche prevedere una caldaia più moderna, a condensazione e dotata di termostati intelligenti che dovranno essere installati sui radiatori. In questo caso la spesa complessiva dovrebbe aggirarsi tra i 15 e i 20.000 euro.
Per chi ha una villetta, il costo totale (compresa una pompa di calore) non dovrebbe essere inferiore a 100.000 euro.
È anche vero che questi costi sono stati ricavati dalle spese che sono state sostenute da chi ha attivato il Superbonus 110 per cento. Che non sempre sono molto attendibili.
Ma si tratta in ogni caso di un salasso. Soprattutto se il governo non aiuterà le famiglie con adeguati incentivi.
L’Italia proverà ancora a ottenere una variazione della tempistica, anche perché nel nostro Paese, con tanti centri storici, il numero di abitazioni in classe G è più alto rispetto ad altre nazioni europee. Ma l’esito non è scontato (come abbiamo visto).
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